Coordinamento per la pace: Milano si mobilita contro tutte le guerre
Coordinamento
per la pace: Milano si mobilita contro tutte le guerre
di LAURA TUSSI
MILANO CONTRO TUTTE LE GUERRE
“L’Italia ripudia la guerra come
strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali”.
Queste parole sono i fari che
illuminano il cammino di tante persone e organizzazioni, fra cui il
Coordinamento per la Pace di Milano.
Più di
trenta realtà della società civile milanese hanno deciso di unirsi sotto
l'egida dal Coordinamento per la pace, che dallo scorso anno organizza
iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità urgente di
attuare misure per contrastare la cultura e la politica militarista. Ultima in
ordine di tempo la "Tre giorni per la pace" che si è tenuta a fine
settembre, mentre per il 26 ottobre è prevista una grande manifestazione fra le
strade della città meneghina.
Milano, Lombardia - “Lontano lontano si fanno la guerra. Il sangue degli altri si sparge per
terra. Io
questa mattina mi sono ferito a un gambo di rosa, pungendomi un dito. Succhiando quel dito, pensavo alla
guerra. Oh
povera gente, che triste la guerra! Non posso giovare, non posso parlare, non posso partire per terra e per
mare. E se
anche potessi, o genti indifese, ho l’arabo nullo! Ho scarso l’inglese! Potrei sotto il capo dei corpi
riversi posare
un mio fitto volume di versi? Non credo. Cessiamo la mesta ironia. Mettiamo una maglia, che il sole va
via”.
Franco Fortini
La Costituzione repubblicana
recita all’articolo 11: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di
offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle
controversie internazionali”. Queste parole sono i fari che illuminano il cammino
di tante persone e organizzazioni, fra cui il Coordinamento
per la Pace di Milano,
formato da «donne e uomini amanti della Pace», sottolinea Nadia Schavecher, che
fa parte del Coordinamento.
Ricordiamo che la
Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza al nazifascismo all’articolo
11 recita: “L’Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali”.
Riteniamo che soltanto
il riconoscimento di pari dignità delle nazioni congiuntamente ad una politica
volta alla sicurezza condivisa, può favorire il dialogo tra esigenze, culture e
storie diverse.
Siamo donne e
uomini amanti della Pace, per questo esprimiamo una forte solidarietà con i
popoli che sono vittime della guerra, più di trenta nostre
associazioni/organizzazioni si sono unite, nella primavera del 2023, nel
“Coordinamento per la Pace - Milano” con lo scopo di dare una voce più forte e
unitaria a tutti coloro che pensano che la Pace non si può raggiungere con il
continuo invio di armi e che vogliono opporsi alla linea di cobelligeranza del
governo che riduce i servizi e i diritti dei cittadini per assecondare gli
interessi degli USA in contrasto con quelli nazionali, chiediamo di fermare la
guerra e che l’Italia si faccia promotrice di trattative sotto l’egida
dell’ONU.
In un mondo che vede
crescere la potenza politica, economica e finanziaria di grandi Paesi
emergenti, riteniamo profondamente sbagliata, pericolosa ed antistorica la
risposta dall’alleanza euro-atlantica per il mantenimento della sua egemonia:
il riequilibrio dei rapporti di forza nel Mondo è un fatto irreversibile, pensare di fermarlo con la guerra è folle.
Giusto?
Oggi è pertanto prioritaria la necessità di unirsi in un ampio fronte plurale che sia in
grado di far avanzare un forte movimento per la Pace nella direzione di un
mondo che sia caratterizzato da rapporti di non ingerenza, di reciproco
rispetto e di mutuo beneficio fra Stati, pacifici e in contrapposizione ad un
mondo unipolare dove regnano la sopraffazione e la rapina.
Dalla Tre Giorni per la Pace quali
argomenti e idee e istanze sono emerse?
Da venerdì 20 a domenica 22
settembre 2024 al CIQ di Milano si è svolta la Tre Giorni per la Pace 2024,
organizzata grazie all'impegno di decine di attivisti facenti parte alle oltre
30 organizzazioni che aderiscono al Coordinamento per la Pace - Milano.
Si parte venerdì pomeriggio con
l'apertura dei lavori e le testimonianze di guerra portate, fra gli altri, da Olga Ignatieva (Ucraina), Taghreed Abu
Samra (sopravvissuta a Gaza, Palestina). Più tardi l'intervento dell'ex
Ambasciatrice Elena Basile, dal titolo “Prima che sia troppo tardi”,
tema di fondo della Tre Giorni stessa.
Nel primo pomeriggio della
seconda giornata è stato presentato il macrotema “Cultura ed economia di
guerra” in cui sono stati affrontati nello specifico le questioni inerenti
alla militarizzazione delle scuole con Antonio
Mazzeo (insegnante e scrittore), al
degrado ecologico" con Mario Agostinelli (Presidente di Laudato Si') e
all’impatto ambientale della produzione bellica con il contributo in
collegamento video di Paolo Della Ventura (attivista climatico).
Successivamente, Salvatore
Attanasio e Pierre Kabeza (Associazione Amici Di Luca Attanasio), Modou Gueye
(Presidente Sunugal) e Domenico Moro (economista) hanno dibattuto su “Africa
e guerra - la diplomazia e il neocolonialismo”.
In serata vi è stato una generoso
contributo al tema cultura e guerra con il pezzo teatrale “Ah... Che bella
guerra!”, coordinato da Silvano Piccardi,
con Tania De Domenico e Diego Baldoin, accompagnato dal musicista e
cantautore Franz Englaro che ha concluso la serata con un concerto.
La terza e ultima giornata si è
avviata con la tavola rotonda “Assange e guerra al giornalismo” in cui i
giornalisti Germana Leoni, Giuliano Marrucci, Fabrizio Cassinelli e Massimo
Alberizzi hanno portato il loro contributo per comprendere lo stato dell'arte
dell'informazione e alcune proposte di soluzione per uscire dalla pessima
situazione.
La Tre Giorni, che ha visto la
presenza di centinaia di sinceri democratici e veri pacifisti, si è conclusa
con nostra proposta di pace in “Multipolarismo come Alternativa in contrasto
alla guerra” con Andrea Catone (direttore MarxVentuno Edizioni) e
l'intervento magistrale di Moni Ovadia.
Da
qui parte l'invito ad ampliare la formazione di coordinamenti per la pace in
italia e ad unirli per incidere maggiormente nelle scelte del paese e
nell’immediato a costruire una grande
manifestazione per la pace. Prima che sia troppo tardi: per affermare che adesso
e subito l'italia debba uscire dalla guerra!
La manifestazione di sabato 26
Ottobre a Milano porterà a un impegno importante del mondo dell'attivismo
pacifista.
A
Milano Sabato 26 ottobre, ritrovo alle ore 15 in
Stazione Centrale, arrivo in Piazza San Babila. Rivendichiamo:
- fuori
l’italia dalla guerra
- non
un uomo, non un soldo, non un'arma per la guerra
- stop
al genocidio del popolo palestinese
- sì
alle trattative di pace
- sì a
una corretta informazione
Un intervento dell'attore e regista e scenografo
Silvano Piccardi Per la Pace
AH, CHE BELLA GUERRA!
Una
serata di poesie per la pace? Ma che non sia solo la lamentazione sull’atrocità
della guerra! Perché, come diceva il mio colonnello comandante quando mi costrinsero
a fare il soldato, “E’ vero, la guerra è una cosa terribile: per questo è una
cosa per veri uomini!”
Essere
“veri uomini”. Ebbene: sulla guerra intesa in questo senso (in cui ci si batte
da eroi contro il cattivo nemico e si ottengono medaglie, onori e
riconoscimenti) esiste una lettura antica come l’uomo (ahinoi!). Mentre una
poesia e una letteratura decisamente di pace (decisamente contro la guerra – ovvero non questa o quella guerra,
ma contro la guerra in quanto tale) è roba
davvero rara e, a me pare, quasi esclusivamente prodotta da dopo la seconda
guerra mondiale in poi. Anche perché, dopo Hiroshima e Nagasaki, la bomba
atomica ha costretto anche i più caparbi a convincersi che il gioco al massacro
non era più praticabile.
Almeno,
così sembrava dover essere. Anche perché, al di là dei poeti, la legislazione
internazionale arrivò a sancire i diritti dell’uomo, il rifiuto esplicito della
guerra come “strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali”, nonché la definizione di
norme giuridiche che limitano e regolano i cosiddetti mezzi e metodi di guerra.
O meglio: che dovrebbero limitare e
regolare mezzi e metodi di guerra. Dovrebbero, perché, in realtà …
Ebbene,
tutto questo sta a indicare quanto sia profonda e radicata la filosofia di
guerra nella storia e nella cultura umana. Certo, tutti preferiscono la “pace”,
ma quanti sono gli individui, le comunità e i popoli, disposti a scendere
davvero in lotta contro la guerra? Al momento in cui “la patria
chiama”, chi è pronto alla disobbedienza e al rifiuto attivo? Io temo pochi,
molto pochi. E infatti la “gente”
continua votare serenamente per partiti e leader guerrafondai, come se niente
fosse …
Una
reale cultura della pace va studiata con pazienza e determinazione, perché
venga portata a maturazione e possa diventare patrimonio collettivo. E quindi,
e soprattutto, non è possibile che le serate di “poesia per la pace” siano un
noioso carosello di immagini proposte con intimistica e stressata lettura. Già,
perché per lo più l’opera poetica viene concepita non per essere declamata, per
arrivare cioè con particolare energia a toccare animo e
mente dello “spettatore”. Leggere a casa propria, o comunque da soli, un’opera
(poetica, ma non solo) comporta la possibilità di farla vivere nella propria
mente e nel proprio cuore nel modo più conforme alle proprie attitudini, ai
propri tempi di assimilazione, alla propria indole e formazione. Ma quando una
parola ci viene “detta” in diretta da un “attore” (professionista o no), il
tempo di assimilazione e di penetrazione nella nostra coscienza o è immediato o
non genererà risonanza di significati,
che mettano radici, stimolando
partecipazione attiva e creativa. Per questo assumersi la responsabilità
di proporre un recital di poesie sul tanto complesso e terribile tema
guerra-pace, non può che implicare scelte e sforzi tutt’altro che facili.
Per
la serata del 21 settembre scorso, nell’ambito della tre giorni per la pace promossa dal Coordinamento per la
Pace Milano, abbiamo tentato di costruire un flusso continuo di versi, di
citazioni poetiche, di esempi letterari e artistici particolarmente
significativi ed evocativi, partendo addirittura dai primi versi de l’”Iliade”,
e da alcuni versetti della Bibbia (Deuteronomio 7 e Samuele 15 3), per passare
dai molti cantori classici e romantici e futuristi del “valor militare”, e
approdare alla terribile sintesi: “La guerra sta all’uomo, come la maternità
alla donna”, ad opera di Benito Mussolini; frase che racchiude in sé tutto ciò
che di orrendo si possa pensare dell’umana specie, nonché dei “generi” che la
compongono. Ma quello lì era proprio un vero fascista!!! E di questa robaccia,
quanta ne è rimasta appiccicata sotto la pelle e sotto la testa e in fondo in fondo a tutti noi, gentes humanae?
E
da lì, è partito l’urlo di dolore della tragedia atomica fino a giungere alle
guerre in corso oggi, specialmente quella in Medio oriente, riprendendo
esclusivamente opere di poeti “sotto la guerra”, per lo più palestinesi.
Per informazioni e adesioni: coordinamentoperlapacemilano@gmail.com
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