Dal 2025 il taglio al cuneo fiscale si trasforma in bonus. E la politica dei bonus alimenta la sperequazione sociale ed economica
I redditi tra i 35 e i 40mila euro annui fino a questo anno esclusi dai tagli al cuneo fiscale ma dal prossimo anno trarranno indubbi vantaggi. I beneficiari dei tagli al cuneo fiscale nel 2025 passeranno dai 13 milioni attuali a oltre 14 milioni.
Quanto costano alle casse pubbliche questi aiuti?
Costeranno non meno di 17 miliardi di euro.
Chi guadagnerà da questa situazione?
Senza dubbio le imprese che eviteranno di pagare aumenti contrattuali e retributivi adeguati al costo della vita in costante crescita, questi risparmi non saranno compensati da alcun obbligo come investire in formazione, tecnologie, abbattere il ricorso al part time e alla precarietà per stipulare contratti full time e a tempo indeterminato.
Questi provvedimenti poi andranno a riguardare non solo salari e famiglie in sofferenza ma anche la classe media, con queste misure il Governo pensa di conquistare ceti tradizionalmente di centro sinistra e lo fa depotenziando le casse statali perchè mancheranno soldi per la sanità, la manutenzione e la cura dei territori, per costruire nuove scuole e nuovi ospedali.
Possiamo anche accogliere positivamente lo sconto sui contributi a carico dei lavoratori dipendenti ma dovrebbe essere in proporzione ai redditi e ai salari mentre il nostro sistema fiscale è invece appiattito su tre aliquote fermo restando che allo Stato mancheranno soldi con cui finanziarie il welfare ricorrendo sempre più al privato e a costi decisamente maggiori per le famiglie italiane.
Dal 2023 lo sconto fiscale è stato di 7 punti per i redditi fino a 25 mila euro e 6 punti tra i 25 e i 35mila euro, domani riguarderà i redditi fino a 40 mila euro.
Quali sono i vantaggi reali di questa operazione, siamo certi di avere restituito potere di acquisto alle buste paga?
Mediamente si parla di una cifra che va dai 70 ai 100 euro, soldi che le imprese risparmiano perchè a pagare è la fiscalità generale. Si tratta di cifre veramente basse se guardiamo alla inflazione dell'ultimo triennio che si aggira attorno al 17% e con aumenti contrattuali che nei migliori casi sono stati attorno al 6%.
L'idea poi di un generico bonus fiscale sarà apparentemente progressivo partendo dal 7,1% per chi sta sotto gli 8500 euro annui fino al 4,8% nello scaglione tra 15mila e 20mila euro.
Tra i 20 e i 32mila euro ci sarà invece una cifra fissa pari a 1000 euro, cifra che si attesta a 1000 euro e che aumenterà poi nella fascia tra 32 mila e 40 mila.
Ora se analizziamo questi provvedimenti della Manovra di Bilancio si capisce che a guadagnarci non saranno certo i bassi salari e la situazione potrebbe addirittura peggiorare per chi vicino ai 30 mila euro aveva uno sconto di 100 euro al mese che diventeranno 1000 invece nell'arco di 12 mesi
Perchè il bonus?
Per non far vedere che ci saranno minori entrate nelle casse dell'Inps, per evitare che lo sconto dei contributi pesi sul reddito imponibile per il calcolo dell'Irpef, per spingere la forza lavoro a fare sempre più straordinari, mentre i nuovi bonus non concorreranno alla formazione del reddito
A quanto ammonteranno le mancate entrate dello Stato?
Non è dato saperlo ce ne accorgeremo al momento di pagare servizi educativi, sociali e sanitari al privato.
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