Verso lo sciopero dell'università e della scuola: la parola ai lavoratori e alle lavoratrici

 

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Partiamo dall'attualità, il governo ha previsto, per il rinnovo del contratto Istruzione e Ricerca 2022-24, risorse per un incremento del 5,78% a fronte di una inflazione intorno al 18% nello stesso periodo.

Circa 137 euro lordi su base mensile, un terzo di quanto necessario solo per recuperare l’inflazione – 426 euro al mese. 

In pratica, se nella prossima legge di bilancio non ci saranno stanziamenti aggiuntivi di adeguata consistenza per rinnovare il contratto, non verrà garantita neanche la tutela del potere d’acquisto, rispetto agli ultimi tre anni, delle retribuzioni del personale della scuola. 

Se poi guardiamo alla serie di contratti degli ultimi decenni, tutti in linea con quello che il governo propone con il prossimo, è evidente che l'impoverimento delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola è stato radicale. 

E' bene ricordare che quanto è avvenuto e rischia di avvenire anche questa volta non è l'effetto di una legge di natura ma di accordi fra governi di diverso colore e sindacati istituzionali. 

Basta considerare il fatto che i docenti italiani di scuola media con 15 anni di servizio (che rappresentano con buona approssimazione la condizione media dell’intera categoria) percepiscono il 13,1% in meno rispetto a quelli francesi, il 29%  in meno rispetto a quelli spagnoli e la Spagna non è certo un paese più ricco dell'Italia, per non parlare dei colleghi e delle colleghe tedeschi/e e olandesi che guadagnano più del doppio di quelli/e italiani/e. 

Si tratta, di conseguenza, di costruire una mobilitazione che, nel merito, si ponga l'obiettivo di forti aumenti retributivi e, nel metodo, preveda: 

• la discussione delle piattaforme nelle assemblee di istituto e di zona 
• un referendum consultivo trasparente per l'approvazione del contratto

Il Precariato

La recente decisione della Commissione UE di deferire l'Italia alla relativa Corte di Giustizia per abuso di precariato nel comparto scuola è tale da aprire spazi per l'iniziativa del personale precario e non.

Come rileva la Commissione Europea, l'Italia continua a non adottare "le norme necessarie per vietare la discriminazione in merito alle condizioni di lavoro e l'uso abusivo di successivi contratti a tempo determinato", senza dimenticare il fatto che le retribuzioni dei colleghi precari non prevedono alcun riconoscimento dell'anzianità di servizio, cosa che costituisce un'evidente disparità rispetto agli insegnanti assunti a tempo indeterminato. 

Infine, come se non bastasse, anche quest'anno il folle meccanismo dell’algoritmo -caratterizzato da assenza di trasparenza sia nell’elaborazione che nella scelta delle sedi- ha continuato a produrre disastri. 

Contro questa situazione indecente si è sviluppata fra agosto e settembre nella provincia di Torino, ma la cosa è avvenuta in molte città, una vivace mobilitazione di diversi settori dei precari e delle precarie della scuola con presidi assai partecipati di fronte all'USP e all'USR. 

Soprattutto il 12 ottobre abbiamo dato vita, grazie all'unità fra coordinamenti dei precari e delle precarie della scuola e sindacati di base, a un'importante manifestazione sulla base di una piattaforma condivisa. Siamo, infatti, consapevoli del fatto che la situazione delle precarie e dei precari colpisce la scuola nella sua interezza ed è solo uno degli aspetti di una deriva che sta devastando l'intera istruzione pubblica. 

Si è partiti con l'aziendalizzazione per arrivare al PNRR, con l'alternanza scuolalavoro per arrivare agli esperti esterni in cattedra, il tutto condito con Intelligenza Artificiale e progressivo annientamento dei saperi. 

Un'altra scuola è possibile? Decisamente sì e per realizzarla per quel che riguarda la situazione del precariato ci battiamo : 

– per la stabilizzazione del corpo docente, percorsi abilitanti accessibili a tuttə, la trasparenza del sistema di reclutamento 

– contro le assurdità e le ingiustizie determinate dall'uso dell'algoritmo, contro la mercificazione dei titoli di accesso e della formazione tutta.


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