CUB PUBBLICO IMPIEGO: la miseria offerta dal Governo Meloni per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione
E li chiamano aumenti… La miseria offerta dal Governo Meloni per il rinnovo dei contratti della Pubblica Amministrazione: Inflazione sopra il 16 % e aumenti fermi al 6%
Sei per cento di aumenti con una inflazione nell'ultimo
triennio quasi tre volte tanto. E poi i
rinnovi sono calcolati con il codice Ipca che non considera l'aumento dei
prodotti energetici importati che sappiamo quanto peso abbiano avuto
sull'aumento del costo della vita. Stando alle ultime rilevazioni Istat, relativamente
al settembre 2024, l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e
degli alimentari freschi, decelera a +1,8% (da +1,9% di agosto) e quella al
netto dei soli beni energetici a +1,7% (da +1,8%).
Ma un rinnovo per tre anni dovrebbe prendere in esame
l'andamento del costo della vita complessivo e allora i dati sarebbero ben
diversi. Sia sufficiente questa considerazione per bocciare, prima ancora della
firma, il prossimo rinnovo dei contratti nazionali della PA, ridicolo poi il
ritocco al rialzo dello 0,22% del tetto alle spese per i salari accessori
quando sappiamo che sugli stessi gravano innumerevoli istituti contrattuali che
subdolamente la contrattazione nazionale ha spostato al livello aziendale (o di
Ente). E a pagare i benefit del welfare aziendale siamo noi tutti\e perché per
pochi servizi in più e qualche briciola avremo meno contributi previdenziali.
Ma ancora più drammatica la previsione di aumenti
contrattuali per il prossimo triennio con aumenti solo del 2% con un bilancio
previsionale assai incerto per le guerre in corso e i processi speculativi
sull'energia.
Sono queste le risorse offerte dal Governo Meloni,
aumenti al di sotto del reale costo della vita che ci faranno perdere ulteriore
potere di acquisto dopo i 9 anni del blocco della contrattazione con buste paga
ferme e il secondo livello contrattuale privato di ulteriori fondi anche
attraverso un sistema di regole dettate dalle politiche di austerità.
I contratti intanto saranno rinnovati, se va bene, dopo 3
anni nei quali la perdita del potere di acquisto è stata evidente con salari in
continua erosione. il costo della vita reale ha registrato aumenti galoppanti e
il Governo se la cava con un terzo della cifra necessaria. Perdiamo insomma
potere di acquisto e di contrattazione e i salari della PA italiana continueranno
ad essere tra i più bassi della Ue
La cifra offerta dal Governo Meloni è pari a poco meno di
un terzo di quanto sarebbe necessario per scongiurare ulteriori perdite
salariali, al contempo non aumentano poi le materie oggetto di contrattazione
che viene invece progressivamente eroso
Aumenti irrisori, il Governo poi se la cava con i tagli
al cuneo fiscale che fanno per lo più gli interessi delle imprese e saranno
finanziati con tagli al welfare come documentato dal rapporto Gimbe sulla
sanità.
Fanno cassa sulla pelle dei lavoratori pubblici, per
fermare l'erosione del potere di acquisto e di contrattazione non resta che lo
sciopero e la mobilitazione
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