Economie di guerra


 

Economie di guerra

L’economia Usa cresce negli ultimi mesi del 2,8%, meno del 3 per cento previsto ma decisamente di più delle economie europee alcune delle quali in fase di stagnazione.

Se prendiamo per buone le statistiche ufficiali statunitensi, la economia è trainata dall'aumento dei consumi di beni (6%), dalla spesa per i servizi che vanno essenzialmente a beneficio del privato.

Il traino dell'economia è rappresentato dai consumi pubblici, in primis dalla ingente spesa per la difesa, nella produzione di armi tecnologicamente avanzate che si accompagno ai prodotti tradizionali. 

La crescita del PIL è data da un insieme di fattori, consumi e investimenti privati (in Italia il privato investe ben poco abituato com'è a battere continuamente cassa per ricevere aiuti fiscali, ammortizzatori sociali e sovvenzioni per progetti di ricerca che poi gestisce in proprio) e pubblici.

Resta innegabile che proprio gli investimenti pubblici abbiano trainato la crescita del PIL, l'economia Usa è uscita rafforzata dalla guerra in Ucraina guadagnando nuovi mercati per le esportazioni dei prodotti energetici a costi decisamente elevati rispetto a quelli forniti un tempo dalla Russia, hanno approfittato dei conflitti, da loro stessi generati seppur indirettamente, per realizzare e vendere tecnologia militare di ultima generazione e una industria bellica variegata.

L'aumento delle spese militari negli Usa ha generato occupazione con oltre 230 mila nuovi posti di lavoro (nell'industria spaziale gli occupati crescono del 7 per cento annuo) anche a fronte di corposi licenziamenti avvenuti nella tradizionale manifattura e nel commercio con chiusura di fabbriche e magazzini e riduzioni orarie.

La spesa militare mondiale ha raggiunto negli ultimi anni il suo apice, è in continua crescita dal 2017, il 38 per cento della stessa è ad appannaggio degli Usa

Le esportazioni militari statunitensi sono di gran lunga superiori a quelle della Ue che per altro acquista buona parte dei prodotti bellici proprio dagli Usa.

 

La esponenziale crescita del mercato di armi negli Stati Uniti è trainato dagli investimenti pubblici ad esempio la spesa supera i 60 miliardi di dollari solo tra Space Force e Nasa, (la Ue non va oltre 15 miliardi di dollari) 

Il modello Usa è in buona parte ripreso dal documento Draghi sulla produttività che vorrebbe indirizzare al settore militare crescenti risorse comunitarie, del resto l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) da 10 anni potrebbe presto passare da programmi di osservazione della terra e degli impatti climatici a investimenti e ricerche duali o specificamente militari

I paesi europei vanno non solo aumentando le spese militari come richiesto dalla Nato fin dal 2014, lo fanno oggi meno del previsto vista la perdurante crisi economica che attanaglia il vecchio continente e la cui causa è da ravvisare nella guerra in Ucraina, siamo certi che parti crescenti del bilancio comunitario potrebbero presto essere destinate alle imprese di guerra, a tecnologie duali magari in deroga ai parametri di spesa (come richiesto da tempo dalle imprese e dalla diffusa lobby militare).

 

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