Le biblioteche tra memoria e futuro
Le biblioteche tra memoria e futuro. Le molteplici attività bibliotecarie tramite la conoscenza degli orrori del
cosiddetto secolo breve
di LAURA TUSSI
Le biblioteche scolastiche purtroppo sono poco
valorizzate e i progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli
economici da parte del ministero e con la politica sempre più lontana dalla
possibilità di un loro potenziamento
La conoscenza delle
biblioteche scolastiche tra memoria e futuro
Le biblioteche cosiddette scolastiche, ossia situate nelle scuole
secondarie di primo e secondo grado, purtroppo sono poco valorizzate e i
progetti su di esse scarseggiano di risorse con i tagli economici da parte del
ministero e con la politica sempre più lontana dalla possibilità di un loro
potenziamento. Come diceva Seneca: se hai una biblioteca e un orto possiedi
tutto. Questo detto dovrebbe avere piena attuazione nelle scuole di ogni ordine
e grado.
In molti istituti dove ho insegnato,
esistono importanti biblioteche per la qualità dei contenuti librari
Quasi ogni scuola possiede una biblioteca con molti volumi storici e
collegati a percorsi storiografici degli eventi contemporanei del territorio e
alle memorie storiche della resistenza e delle deportazioni, perlopiù nelle
scuole dell’hinterland milanese e nella provincia di Monza e Brianza dove il
fenomeno resistenziale è stato molto preponderante.
E' necessario rendere il più possibile
fruibili le biblioteche già esistenti
I libri delle biblioteche scolastiche potrebbero essere adeguatamente
catalogati e posti in archivi online e in database fruibili da un’utenza che
spazia dai docenti agli studenti, dai genitori al personale scolastico.
Trasformare le biblioteche scolastiche
in eccellenze del sapere
Inoltre ogni docente adibito alla gestione di queste biblioteche della
memoria e del futuro potrebbe trasformare il proprio progetto in un "fiore
all’occhiello" dell’istituto stesso, anche tramite partenariati con
associazioni, patrocini di enti e patronati di istituzioni.
Le molteplici attività bibliotecarie
tramite la conoscenza degli orrori del cosiddetto secolo breve
Si potrebbero organizzare attività di lettura ad alta voce e laboratori di
scrittura creativa aperti a tutti, ricollegandosi alla memoria storica del tessuto
territoriale, partendo dai temi ampi del pacifismo fino alla storia della
Resistenza e delle Deportazioni tramite le narrazioni degli orrori del
cosiddetto secolo breve.
Rivalutare le figure dei docenti
incaricati alla gestione bibliotecaria
Il docente incaricato potrebbe scrivere recensioni, schede didattiche,
percorsi di lettura, trasposizioni teatrali, per ogni libro, fruibili
dall’intera comunità scolastica e dal territorio. Inoltre si potrebbero
organizzare incontri e convegni a tema con esperti, studiosi, giornalisti per
ampliare e far emergere la consapevolezza della ricchezza di tali biblioteche.
Le politiche governative alquanto miopi
portano a tagli nella cultura all'interno degli istituti scolastici
Purtroppo le potenti politiche alquanto miopi e completamente assenti e
prive di lungimiranza non solo relativa al portato culturale bibliotecario, ma
anche didattico e formativo, hanno impedito a molti docenti di accedere al
ruolo nelle biblioteche delle scuole secondarie di primo e secondo grado che
rappresentano un autentico patrimonio inestimabile per la didattica e le
attività formative nel loro complesso.
Una biblioteca racchiude tutto il bene
dell’umanità. È un patrimonio inestimabile
Queste biblioteche diventano un luogo di ritrovo nell’ambito della cultura
e custodiscono potenzialità di esercizio mentale complesso e multifunzionale,
creativo, proprio per fare formazione e aprire le menti al valore del passato
storico, della memoria degli eventi, per recuperare un ideale inestimabile e
imprescindibile come quello della pace che è soprattutto un diritto
inalienabile sancito dalle costituzioni e dal diritto internazionale.
Gli ideali della pace e
dell'intercultura e dell'Antifascismo racchiusi nei volumi e nei libri
È nostro dovere coltivare la pace ripercorrendo i contenuti delle
costituzioni nate dall’antifascismo, sancite con il sacrificio di partigiani,
di deportati, di resistenti e di tutti coloro che hanno contribuito alla
realizzazione e costruzione di un altro futuro possibile all’insegna del
cambiamento per porre fine alla guerra, per l’intera umanità martoriata dal
secondo conflitto mondiale. Questo rappresenta un alto monito ideale di civiltà
utile a tutte le cittadinanze e non solo.
Come fare per valorizzare questo immenso
patrimonio culturale e formativo non solo locale, ma anche nazionale?
Le biblioteche scolastiche si aprono al mondo, alla memoria del passato per
un nuovo futuro possibile e quanto mai necessario, come possibile e necessario
è il progetto di tante biblioteche sul territorio nazionale.
Le politiche scellerate hanno distrutto
i progetti più meritevoli
Le politiche scellerate perpetrate di anno in anno con ingenti tagli di
risorse economiche e di personale alle scuole pubbliche hanno praticamente
distrutto i più meritevoli progetti.
Le biblioteche del mondo antico
Nel mondo antico le biblioteche rappresentavano autentiche ricchezze. Si
pensi, ad esempio, alla sontuosa e mitologica biblioteca di Alessandria
d’Egitto, dove le genti, gli intellettuali, confluivano da tutto il mondo per
fare tesoro e attingere dagli incunaboli preziosi, dai manoscritti minuziosi
fino alle pergamene elaborate dagli amanuensi presenti negli archivi
bibliotecari.
E' necessario recuperare il significato
della collettività, l’importanza dell’incontro interpersonale, il significato
di ritrovarsi attraverso la lettura
La comparsa e l’incremento delle nuove tecnologie ha sminuito il ruolo
delle biblioteche come centro di aggregazione, educazione e trasmissione
didattica informativa e formativa del sapere. Per superare il deficit del
fenomeno delle tecnologie e dei social network virtuali è necessario recuperare
il significato della collettività, l’importanza dell’incontro interpersonale,
il significato di ritrovarsi attraverso la lettura e lo studio che non sono
solo una dimensione individuale della preparazione culturale, ma diventano
simboli, sistemi, ambiti di recupero del vivere comunitario e collettivo,
dell’apprendimento collegiale e plurale.
Percorsi di recupero anche del disagio
esistenziale giovanile che permea, nella nostra attualità, gran parte del
tessuto sociale
Le biblioteche nelle scuole devono essere valorizzate e il loro ruolo deve
essere sancito nell’ambito della programmazione didattica per una formazione
completa che coinvolga la cittadinanza attiva, la comunità intera, in un grande
percorso di recupero anche del disagio esistenziale giovanile e in generale più
complesso, che permea, nella nostra attualità, gran parte del tessuto sociale
delle città e delle periferie.
Le biblioteche e il valore dello studio
e della cultura per una libera e innovativa cittadinanza attiva
Il sapere, lo studio e la dedizione culturale verso il conoscere tramite la
lettura e la scrittura sono fattori importanti per la crescita di ogni persona,
concepita nella propria complessità emotiva, culturale, psicologica, in ogni
dimensione dell’essere della propria identità inserita in contesti molteplici e
plurali, che formano tutti i soggetti, a partire dagli studenti a una
innovativa cittadinanza attiva che ci vede non solo abitanti di questo mondo,
ma soprattutto figlie e figli di un contesto universale.
Scrivere per sé, di sé
e per gli altri è un atto bello
Un tema che mi sta a cuore è la pace, perché da
piccola sentivo in famiglia la storia di mio nonno che ha contribuito alla
Resistenza antifascista, come personalità libertaria, come resistente,
compiendo sabotaggi e partecipando in qualità di operaio della Breda agli
scioperi del 1943 e 44
Leggere e scrivere per
sé e per gli altri è una pratica e uno stile di vita culturale meritevole
È un’azione liberatoria che comporta un’analisi interiore introspettiva
attenta a far emergere dall’interiorità i nostri traumi, i tasti dolenti, le
difficoltà, ma soprattutto la scrittura fa emergere il bello dell’esistenza
anche quando si raccontano eventi importanti esterni a noi, ma che pur ci
appartengono e ci riguardano.
La felicità di esistere in un
atteggiamento nonviolento di apertura mentale
Dobbiamo essere felici già per il solo fatto di vivere, di esistere e
assaporare e raccontare e scrivere l’esistente e dobbiamo gioire di ciò che ci
circonda e della vita in qualsiasi condizione essa ci ponga, perché anche
questo è un atteggiamento nonviolento di apertura mentale.
L'aiuto di un mentore e di un maestro e
di una guida
L’analisi dell’io interiore e gli scritti di eventi e argomenti che ci
stanno a cuore, possono essere condotti anche con l’animo e l’ausilio di un
mentore, di un amico, di un maestro, entità maschile e femminile, che ci
accompagnano nel percorso dell’esistere.
L'esistenza è un privilegio
In quanto esistere non è una malattia dell’anima, un problema viscerale, ma
una grande risorsa, un dono della cosmicità materna, il più bel privilegio che
madre terra ci abbia concesso.
L’esistenza può essere dedicata a percorsi e ricorsi ideali e valoriali,
verso principi positivi che noi vorremmo attuare nella vita come costruzione
per il superamento delle disuguaglianze del tessuto sociale.
In famiglia ho sempre respirato il
terrore, la paura e la drammaticità della guerra
In famiglia ho sempre respirato il terrore, la paura e la drammaticità
della guerra di cui mi raccontavano i miei zii materni, in quanto mio nonno era
coinvolto nella Resistenza contro il regime nazifascista.
La pace è il bene sommo. È l’ideale
altissimo per cui ciascuno di noi dovrebbe agire nel cammino del proprio
esistere
La solidarietà è l’anticamera della pace, che non si deve esplicare tramite
l’assistenzialismo religioso o laico fine a se stesso, ma deve abbattere le
barriere delle disuguaglianze di ogni tipo nel tessuto sociale e agevolare
prospettive per creare lavoro pulito per tutti e attivare mezzi sociali utili
per prevenire, risolvere e trascendere i conflitti. Mi piace scrivere di
disarmo e pace perché è importante.
Ma cosa è la pace? E l’assenza di
conflitto? La pace è soprattutto disarmo
La pace è una dimensione non solo interiore, ma terrena che comporta sia
l’assenza di guerra, ma soprattutto l’accordo e l’amore tra persone, genti,
popoli e minoranze. Tramite incontri pubblici è possibile creare ambiti e
percorsi di pace, ossia comunità sociali in costante dialogo con persone di
ogni credo politico e anche religioso che pongono agli interlocutori domande su
quanto viene esplicitato, ad esempio durante la presentazione in pubblico di
uno scritto e di un libro di spessore.
Il libro e lo scritto come trasmissione
di ideali di pace
Il libro diventa un incunabolo, ossia un ricettore di ideali e speranze e
diventa uno scritto collettivo appartenente a tutti: diviene un bene comune
ricco di contenuti, principi, valori, quali il disarmo, la pace e l’amore tra
gli esseri umani, gli esseri viventi, gli animali e la natura nella sua
complessità. Certi libri contengono il portato valoriale della memoria storica
contro il nazifascismo con uno sguardo rivolto al futuro possibile, partendo
dalla memoria degli eventi. Uno sguardo rivolto a un altro mondo possibile più
che mai urgente e necessario.
L’amore per la pace e per la vita non
sono istanze e sentimenti passivi, ma sono costantemente proiettati verso un
nuovo futuro, verso la prossimità dell’altro
All’interno delle comunità sociali, dove collettivamente si attualizzano
valori e ideali, insieme si raccolgono i frutti delle idee più belle, anche
solo quando gli ascoltatori, i destinatari di messaggi e tutti coloro che
apprezzano i contenuti di pace, ringraziano, questo è un evento importante.
Perché dai libri condivisi in comunità emergono prospettive di speranza, di
bellezza in quanto si creano proprio visioni di bellezza e bontà dell’esistente
e si pone soprattutto il giudizio sulle nefandezze, sulla violenza, sulle
ingiustizie sociali che permeano la società e di riflesso le nostre vite.
Travalicare e trascendere la violenza
con i libri
Essere figlie e figli di una cosmicità femminile, di una maternità terrena,
aiuta a travalicare le violenze del patriarcato, del maschile, del misogino,
dell’essere divino, unico Dio creatore, maschio e onnipotente perché siamo
donne accompagnate da uomini che vogliono il bene dell’universo e aborriscono
ogni forma di violenza.
La guerra di cui spesso sentivo parlare
in famiglia è ancora sempre più drammatica e vicina
Per questo esistono i coordinamenti antinucleari europei che si attivano e
si spendono per bloccare gli arsenali di morte della nato, dove sono stoccate
le bombe nucleari statunitensi B-61 e quelle ancora più sofisticate per la
guerra del domani ossia le B 61-12.
Tutto il nostro essere di attivisti nonviolenti aborrisce la violenza e la
guerra e per questo mi piace scriverne intimamente.
Scrivere in questo mio diario virtuale
In questo mio diario intimo ma, al contempo plurale e condiviso. E ancora
penso alle nostre stelle, le "stelle della Resistenza" da mio nonno
al nostro amico Partigiano Deportato Emilio Bacio Capuzzo, scomparso nella data
storica del 2017 per il Premio Nobel per la pace a Ican, fino ad arrivare ai
grandi padri del pacifismo da Stéphane Hessel a Edgar Morin a Turoldo. Coloro
che ci insegnano sempre a amare la vita, gli altri anche nei momenti più bui e
oscuri dove i demoni della mente si impadroniscono dei nostri sensi. Ma
appellarci alle stelle, alle "stelle della Resistenza" è una salvezza
per vincere le tenebre, il nefasto, l’inimicizia, l’ostilità e la cattiveria e
per far prevalere la bontà, l’amore, la bellezza.
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