Siamo tutti Premi Nobel per la Pace
Siamo tutti Premi Nobel per la Pace con ICAN: campagna per la cultura
pacifista del XXI Secolo
di LAURA TUSSI
Con molte personalità dell’attivismo nonviolento per la pace, da anni siamo parte
costruttiva, creativa e attiva della rete internazionale ICAN per il disarmo nucleare universale, di cui in Italia fanno parte diverse
associazioni.
Quelle con cui collaboriamo più strettamente sono PeaceLink e altre realtà
disarmiste.
PeaceLink- telematica per la pace, oggi è molto impegnata sul caso
ILVA e si è costituita parte civile del maxiprocesso "Ambiente
svenduto" contro l’inquinamento industriale del più grande colosso
siderurgico d’Europa che continua a mietere vittime nella città di
Taranto. Siamo un coordinamento di associazioni basato sui grandi
moniti e appelli all’umanità del partigiano francese Stéphane Hessel con il suo
libro postumo pubblicato in Italia ESIGETE! un disarmo nucleare
totale. Altre associazioni che fanno parte di ICAN sono il M.I.R.-
Movimento Internazionale della Riconciliazione fondato da Gandhi e Mandela, la
Wilpf - federazione internazionale Donne per la pace e il Cormuse.
La rete ICAN è stata insignita premio Nobel per la
pace 2017 a Oslo e questo vuol dire un riconoscimento per tutti gli
attivisti che si occupano di disarmo nucleare nel mondo, guidati
dall'obiettivo di promuovere il progetto storico del diritto
internazionale: l’abolizione e l'interdizione degli ordigni nucleari.
Il governo italiano non ha ancora approvato e ratificato il
trattato ONU del 7 luglio 2017, che è valso a tutti noi di ICAN – e
ripetiamo a tutti gli attivisti antinucleari - il premio Nobel per la
pace.
Il trattato ONU è stato varato a
New York nel Palazzo di Vetro da 122 nazioni dietro la spinta
determinante della società civile internazionale organizzata in ICAN. A
questa stesura erano presenti di persona Giovanna Pagani-dirigente di
Wilpf-Italia e lo scienziato italo-francese Luigi Mosca.
I nostri libri “La follia del nucleare” e
“Antifascismo e Nonviolenza” tracciano il percorso che ha condotto l’ONU e
la società civile internazionale
al trattato del 7 luglio 2017.
Lo slogan positivo della cultura di pace che sta alla base di
questi trattati si riassume nel motto "Prima l’umanità, prima le
persone". E facciamo nostro l'adagio del celebre attivista Vittorio
Arrigoni, assassinato a Gaza nel 2011: "Restiamo umani".
Questi adagi, nella nostra interpretazione, applicata specialmente in
Italia, ma con un'ottica globale, contrappongono la nuova
cultura della pace del XXI secolo al rischio di una subcultura parafascista,
dove i parafascisti impongono uno slogan negativo e contrapposto al nostro:
prima gli americani, prima i francesi, prima gli italiani, prima i padani
eccetera. Invece nel comune villaggio globale, nel nostro sistema mondo,
nell'universale afflato di mondialità che accomuna tutti noi, i popoli e
l'umanità comune e solidale, ci rendiamo sempre più conto di appartenere a
un’unica razza comune come sosteneva Einstein, a un’unica famiglia umana
come oggi sostiene con grande forza ed autorevolezza l'enciclica di Papa Francesco
“Laudato SI'”.
Una comune umanità che è minacciata da tre 'bombe' che incombono come una
spada di Damocle sulla sua incolumità. Le tre bombe di cui tratta
anche il comboniano padre Alex Zanotelli:
-l’attività militare che trova la sua massima espressione nella guerra
nucleare.
-La bomba climatica che comporta quotidiani disastri e dissesti climatici
per le emissioni eccessive di gas serra.
-La bomba dell’ingiustizia sociale e della disuguaglianza globale dove l’1%
dei ricchi detiene risorse pari a quelle controllate dal restante 99%
dell’umanità.
Per questo facciamo nostri i moniti e gli appelli del
Partigiano Stéphane Hessel, deportato a Buchenwald, padre costituente della
dichiarazione dei diritti dell’umanità del 1948, presidente del tribunale
Russell sulla Palestina.
Il suo saggio "Indignatevi!" ha venduto milioni di copie in
tutto il mondo e ha ispirato il movimento degli indignati e di Occupy Wall
Street. Un autentico uomo di pace: una speranza di futuro, un ponte
intergenerazionale tra il passato antifascista e le alternative per il futuro,
per le nuove generazioni, per una rivoluzione ecologista, pacifista, disarmista
e femminista. Per una utopia realizzabile di pace e solidarietà perché per dare
risposte di sinistra alla crisi strutturale e al revanchismo delle nuove destre
estreme e dei populismi occorrono soluzioni democratiche e civili.
Stéphane Hessel, nell’appello scritto con i Resistenti
francesi nel 1944 e pubblicato nel saggio "Indignatevi!", suggerisce
delle soluzioni alla crisi economica e di valori che attualmente sta
stritolando e destrutturando il pianeta.
La soluzione prevede la nazionalizzazione delle banche e delle industrie
strategiche con un’economia al servizio delle persone, tramite investimenti
pubblici per creare lavoro e per livellare la disuguaglianza globale e sociale
per evitare la miseria dei ceti più deboli che ingenera risposte razziste e
capri espiatori.
La campagna Onu per il disarmo nucleare universale con
la rete ICAN e le COP ONU per il clima costituiscono le campagne globali
tramite cui costruire una nuova internazionale dei diritti, delle persone,
dei popoli, dell’umanità.
Infatti la dipendenza dai combustibili fossili e dal nucleare è alla base
di un modello sociale predatorio, accumulatorio e insostenibile che è causa
principale di guerre e conflitti nel mondo. Per questo motivo il nostro
attivismo, l’impegno di noi 'AlterGlocalisti' è volto a salvare il clima e la
pace, per costruire una conversione ecologica fondata su un nuovo e alternativo
modello energetico, decarbonizzato, denuclearizzato, rinnovabile al 100%, ossia
pulito, democratico e socialmente giusto.
La divisione dell’umanità in tutte le sue forme, dal
razzismo al fascismo, dalla xenofobia ai
nazionalismi agli etnicismi, contrasta nettamente con il contesto culturale e
giuridico di unica famiglia umana proclamato dalla dichiarazione Onu del 1948,
che deriva dall’immane tragedia della seconda guerra mondiale con 65
milioni di morti: interi paesi in macerie, bombardamenti a tappeto, Dresda
100.000 morti, Auschwitz e Hiroshima.
Da questo immane trauma nasce un sussulto positivo come la dichiarazione
Onu e le Costituzioni Antifasciste nate dalla Resistenza partigiana. La banca
d’affari mondiali J. P. Morgan recentemente ha attaccato pesantemente le
costituzioni antifasciste e le dichiarazioni volte allo sviluppo dell’umanità e
alla tutela dei diritti umani perché considerate troppo democratiche e ostacolo
al progresso e alla risoluzione della crisi strutturale in quanto volte alla
tutela della dignità umana. Il nostro slogan positivo "Prima l’umanità,
prima le persone" vuole contrastare la disuguaglianza globale strutturata
con muri, frontiere, ghetti nazionalistici, etnicismi. Con questi presupposti,
le nazioni europee sbarrano le porte ai migranti vecchi, giovani,
donne, bambini che fuggono da guerre, persecuzioni, terrorismo, disastri
ambientali, manovre economiche e che vorrebbero trovare, in modo legale e
sicuro, solidarietà, assistenza, accoglienza sulle nostre sponde, nei nostri
territori. Invece l’Occidente risponde con una politica di riarmo e
guerrafondaia, per cui le spese militari nel mondo sono in continuo incremento
e provocano pericoli e miserie per l’umanità come il rischio di un inverno e di
un' apocalisse nucleare: così i diritti e la dignità umana vengono sempre negati
e calpestati. Nella nostra attuale congiuntura assistiamo al precipitare di
ampi settori della popolazione italiana e non solo, sotto l’influenza di
ideologie xenofobe, razziste, fasciste, dell’esaltazione del cattivismo, del
qualunquismo antiegualitario che contrastano nettamente con i principi della
nostra Costituzione. Per far fronte a questa deriva anche l' ANPI nazionale
potrebbe aderire alla rete ICAN premio Nobel per la pace 2017 per il
disarmo nucleare universale e alla coalizione per il clima e per la conversione
ecologica e rinnovabile della nostra economia e del nostro modo di vivere e di
pensare.
E come l'ANPI anche altre grandi organizzazioni
sociali e sindacali: è questo il senso della campagna che abbiamo lanciato:
“Siamo tutti premi Nobel per la pace con ICAN”, che vede tra i suoi testimonial
Moni Ovadia.
La solidarietà umana, richiamata nell’articolo 2 della Costituzione, va
praticata con l’unione popolare oltre le barriere nazionalistiche, per la
difesa di un pianeta minacciato dall’attuale dittatura finanziaria dei mercati
internazionali. Il diritto a sopravvivere e a vivere senza la paura della
guerra nucleare è un diritto alla pace oltre le barriere ideologiche. Il
diritto alla pace, insieme alla Carta della Terra, all’Agenda ONU 2030 e alle
COP per la tutela del clima, sono parte del programma dell’agenzia culturale e
scientifica dell’Onu che è l’Unesco. Il diritto alla pace è appunto attuato e
attivato oltre le barriere, i limiti, i confini, i muri, i ghetti
nazionalistici partoriti dal cattivismo culturale, ma con la ferma
considerazione del valore dell’aiuto e del sostegno umanitario per una svolta
umanistica affinché il debole, l'emarginato, l'oppresso siano redenti, salvati
e valorizzati. Il disarmo nucleare universale e il diritto alla pace
costituiscono una importante rivoluzione nella nostra società mondiale dove
attualmente prevalgono l'egoismo, l’individualismo, la sete dissennata di
potere, ossia il pensiero unico che secondo Hessel è ancora veicolato dai
massmedia. Questi disvalori neofascisti e neoliberisti provocano guerre volute
dall’intero complesso, apparato, sistema industriale-militare- energetico, che
dopo anni dalla guerra nel Golfo, di nuovo impone la guerra in Libia, finanzia
le guerriglie siriane, supporta con armi i Saud contro lo Yemen, in uno dei più
gravi e grandi e tragici genocidi della storia contemporanea. I movimenti
nonviolenti e pacifisti perdono di creatività e proattività perché si fanno
avanti i poteri forti spacciati da progressisti.
Per far fronte a queste condizioni disumane, a questa
deriva di valori strutturale, occorre creare ponti di memoria, ponti di
dialogo, reti di relazioni, legami di pace per evitare la supremazia dei
potentati dei signori dell’atomo, del petrolio, della guerra, dell’acciaio
detentori del rischio dell’apocalisse nucleare.
La forza della nonviolenza e della disobbedienza civile consistono nella
volontà di far prevalere la verità, il confronto politico, la pace nei contesti
plurali e multiculturali. La democrazia e la forza della
verità devono prevalere sull’egoismo, sulla logica del neoliberismo
finanziario, sul potere che impone di mercificare tutto con le lobby e le
multinazionali del libero mercato che disprezzano l’ambiente, la persona, i
diritti umani e travalicano il significato di bene comune. Occorre
riappropriarci dei beni comuni per tutelarli dalla privatizzazione
mercificatoria in favore della vita e dell’appartenenza a molteplici culture. I
nostri beni comuni come la pace, l'antifascismo, il disarmo nucleare, per
superare i pregiudizi, per prevenire, gestire e trascendere i conflitti, per
stemperare paure e ostilità, per una laicità aperta, inclusiva, relazionale,
per il diritto alla pace e a vivere senza la paura dello sterminio
nucleare.
Questo il messaggio profondo dei nostri libri che è
nella matrice, nel DNA delle culture antifasciste, antitotalitarie,
antidogmatiche oggi le culture nonviolente. Questa è anche l'essenza della
nostra iniziativa, sulla quale attualmente concentriamo gli sforzi, che punta
ad allargare le adesioni alla Rete ICAN.
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