GIOVEDÌ 31 OTTOBRE LA CUB PROCLAMA SCIOPERO NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ

 

UN'IPOTESI DI CONTRATTO CHE TAGLIA LE RETRIBUZIONI DEL PERSONALE E NON RISOLVE I PROBLEMI DELLA SCUOLA



Come da consuetudine consolidata nei decenni, le risorse che il Governo pone a “disposizione” per il rinnovo del contratto nazionale del personale della scuola sono inferiori a un terzo rispetto all'inflazione che abbiamo subito in questi tre anni. In pratica quelli che sono spacciati per “aumenti” delle nostre retribuzioni sono solo un recupero parziale ed erogato in ritardo. Una proposta che va rispedita al mittente visto che serve ben altro per un contratto accettabile.


Ma non basta. Il governo riesce nell'impresa di coprire il costo di questa misera concessione con il taglio di migliaia di posti di lavoro.


Infatti l’articolo 110 della prima bozza della legge di Bilancio “Misure di revisione della spesa” recita:

“A decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 la dotazione organica complessiva di cui all’articolo 1, commi 64 e 65, della Legge 107 del 13 luglio 2015, è ridotta di 5.660 posti dell’organico dell’autonomia. Si procede alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico e ausiliario della scuola, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2025/2026 una riduzione nel numero dei posti pari a 2.174 unità”

Fra personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario si prevede di tagliare quasi 8.000 posti di lavoro. Le condizioni di lavoro delle precarie e dei precari della scuola sono inaccettabili (ritardi nell’assegnazione delle supplenze e nell’erogazione degli stipendi, Naspi che arriva con mesi di ritardo, corsi abilitanti carissimi e a numero chiuso, ecc.): ulteriori tagli non possono che aggravare il problema.


Per quanto riguarda la carta docenti si parla di rivedere, nei prossimi anni, la cifra di 500 euro. Non solo: la carta docenti riguarda solo il personale di ruolo e i supplenti al 31 agosto, creando un'inaccettabile divisione fra i/le colleghi e le colleghe precari/e.


Tutto questo avviene in un contesto in cui nelle scuole aumenta il carico di lavoro del personale, sia docente che Ata, con un inasprimento del regime disciplinare e un peggioramento delle condizioni dell’ambiente lavorativo. I fondi del Pnrr sono andati in gran parte a soggetti privati, mentre le scuole cadono a pezzi (migliaia di istituti lo scorso anno sono rimasti senza riscaldamento).

 

PER QUESTE E ALTRE RAGIONI GIOVEDÌ 31 OTTOBRE

LA CUB PROCLAMA SCIOPERO NELLE SCUOLE E NELLE UNIVERSITÀ

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