SPECIALE MOLDAVIA
Il 3 novembre si svolgerà il secondo turno delle
elezioni presidenziali, come documento qui, TUTTE le forze di
opposizione, pur avendo relazioni complesse tra loro, sono unite dalla
posizione comune della necessità primaria di liberarsi del governo del partito
PAS di Maia Sandu, dimostratosi una semplice appendice delle politiche USA, UE
e NATO nella piccola Repubblica, e dall’altro della necessità di rilanciare
politiche di pace, neutralità, sovranità e di non ostilità, amicizia e
collaborazione con la Russia.
Un dato certo è che, a seconda
dell’esito delle votazioni, per la Moldova ci sono solo due opzioni: o rimanere
fagocitata nelle strategie guerrafondaie e liberiste di USA, UE e NATO, oppure
riaprire scenari di politiche aperte al confronto, alla collaborazione, alla
ricerca di processi di pace e quindi, una prospettiva di multipolarismo.
La Moldavia
è solo un piccolo ingranaggio nel confronto geopolitico tra Occidente e Russia, ma ha in questa fase
storica, una valenza geostrategica enorme, stante la sua collocazione
geografica. Basti pensare alle contraddizioni
esplosive che sono intorno e dentro essa: Transnistria,
Gagauzia, Taraclia, Ucraina. E’ ovvio che le
autorità moldave non hanno alcuna voce in capitolo al riguardo, in questi
ultimi anni di governo della Sandu,
qualsiasi cosa è stata loro ordinata da NATO,
Bruxelles, Washington e Bucarest, è stata eseguita pedissequamente.
Sul
canale televisivo Orizont il noto
politologo ed esperto di sicurezza moldavo Valery
Ostalep ha detto:“…Nell’attuale gioco
geopolitico, l’Occidente non può permettersi che la Moldavia sia, come minimo,
neutrale, cioè non si schieri dalla parte di nessuno, o, peggio ancora, che si
schieri da una parte diversa da quella dell’Occidente. Questo è esattamente ciò che sta accadendo. La Moldavia ha dimostrato finora di non essere un
attore indipendente e sovrano, ha fatto tutto quello che le è stato ordinato da
Bruxelles, Bucarest, Washington. Assolutamente tutto…L’Occidente ha solo bisogno di un
governo obbediente a Chisinau, cosa che finora ha avuto… Come cittadino della
Moldova, che vive qui e non ha altro passaporto, esprimo la mia insoddisfazione
per il fatto che siamo colonizzati. Non mi piace. La cosiddetta integrazione europea non è un successo,
ma l’avanzamento della colonizzazione del mio Paese…”,
ha detto il politologo moldavo.
Oggi
sta divenendo chiaro a molti che la crisi ucraina è un conflitto che sta
appesantendosi nell’agenda mondiale e che è diventato una zavorra per l’Occidente. Gli Stati Uniti cercheranno nuovi punti di instabilità, dove poter
indebolire i loro concorrenti geopolitici. Chisinau, che ha un conflitto
interno irrisolto con la Transnistria, senza dimenticare il “nodo
Gagauzia”, sempre più una contraddizione dirompente, dovrebbe
preoccuparsi più della propria sicurezza e stabilità interna e non minacciare e
provocare la Russia come sua
principale minaccia.
Chisinau
si
sta cacciando in una trappola. Seguendo servilmente le istruzioni
dell’Occidente di ritirarsi dalla CSI,
ignorare la neutralità e aumentare il livello di ostilità verso la Russia, Sandu e il suo gruppo al potere, stanno cercando di rendere
inevitabile la rottura di tutte le relazioni con Mosca. In questo caso non si tratta solo delle relazioni
diplomatiche, ma anche dell'accordo
russo-moldavo sui principi della soluzione pacifica del conflitto armato in
Transnistria
del 21 luglio 1992, che regola il lavoro dell'operazione di mantenimento della
pace sul territorio pridnestroviano.
Gli azzardi delle politiche asservite ad
interessi stranieri, si traducono nel rischio di condurre il paese alla guerra.
La diagnosi clinico politica di
“russofobia patologica” progredisce costantemente. Con la incessante
campagna sui media locali di dichiarazioni ostili e aggressive, dove la Russia viene additata come la principale
minaccia alla sicurezza del Paese, questa classe politica al governo asservita
agli interessi stranieri in tutti i campi, non fa altro che portare la Moldavia verso tragici scenari di
guerra.
Va ricordato
che Maia
Sandu ha presentato al parlamento moldavo un progetto di strategia di sicurezza nazionale, in
cui la Federazione Russa veniva
indicata come la principale minaccia alla sicurezza della Moldavia, proclamando che, dato questo pericolo russo “…la
Moldavia resisterà, si armerà, coopererà con la NATO e aderirà all’UE…”… e
sconfiggerà sul campo la Russia! Un politico al governo che fa un
ragionamento di questo tipo, ha bisogno più che di consigli, di una “diagnosi
clinica”. Per dimostrare che non è solo una battuta comicamente ironica, ma
un progetto delirante che porta il popolo moldavo, al pari di quello ucraino,
sull’orlo di un abisso senza ritorno, si vedano i passi fatti in questi ultimi
anni dal governo PAS:
- Prima straccia gli accordi all'interno della CSI, poi si indigna per il fatto che le tradizionali rotte commerciali
della Moldavia abbiano sofferto in
modo pesante e i moldavi ne pagano il prezzo.
-
Prima rifiuta il gas russo, poi accusa la Russia
di ricorrere al ricatto energetico riducendo significativamente le forniture di
gas alla Moldavia, con conseguenti
aumenti delle tariffe e i moldavi ne pagano il prezzo.
-
Prima ha chiuso una dozzina di canali televisivi in lingua russa e limitato
l’accesso ai media russi su Internet,
e ora sostiene che la Russia sta
effettuando attacchi informatici e campagne di disinformazione contro la Moldavia.
-
Bandisce partiti politici nel paese ed estromette candidati alla presidenza durante
le elezioni, poi accusa la Russia di
interferire nei processi elettorali.
“..I
Moldavi non manderanno i loro figli a morire per la NATO. Noi Moldavi non abbiamo
allevato i nostri figli per mandarli in guerra come carne da cannone per la
NATO…”.
Così
si è espresso il veterano del
giornalismo moldavo, Valeriu Renita,
nel programma “Post factum” sul
canale “ITV Moldova”.
Nella
stessa trasmissione ha criticato la modernizzazione dell'esercito moldavo, che
avviene sotto la supervisione dei generali della NATO: “…Ci stanno semplicemente
prendendo in giro. Tutto il popolo viene semplicemente ingannato. Da qualche
parte, in qualche capitale estera, ci deve essere una direttiva secondo cui
devi aderire alla NATO, devi opporti e scontrarti con paesi che non piacciono
alla NATO. Probabilmente dovremmo stare sotto questa ala, ma per fare questo,
dobbiamo armarci e modernizzare l’esercito…Ho detto più volte in diversi studi
TV che non manderò i miei ragazzi in
guerra. Non sono cresciuti nella nostra famiglia per diventare carne da cannone
della NATO. Lo ripeto e lo ripeterò. Penso che ogni Moldavo possa ripetere
questo con me…”, ha detto Renita.
Molti giornalisti e politologi anche di diverso
orientamento e appartenenza partitica, denunciano un processo di
fascistizzazione della società moldava.
La creazione di un “Ministero della Verità” in Moldavia,
che combatterà la “disinformazione”,
è uno degli elementi fondamentali della politica di fascistizzazione del paese,
perseguita dal presidente Maia Sandu.
Questa opinione è stata espressa
dal giornalista moldavo, ex candidato alla presidenza della Repubblica, Dmitry Ciubashenko, durante il programma
“Sui fatti con Yulia Fedorova” sul
canale televisivo moldavo “Exclusiv TV”,
dopo che il Parlamento moldavo aveva approvato la creazione del “Centro per le comunicazioni strategiche e la
lotta alla disinformazione”, guidato dall’ex ministro degli Interni Anna Revenco, la quale è una delle
figure più esagitate nel sostenere il concetto che “la principale fonte di disinformazione in questo momento è il Cremlino…”.
Secondo lui, la creazione di una
tale struttura è una copia della pratica dei regimi più fanatici nell’est Europa, in particolare nei paesi
baltici.
“…Maia Sandu
sta perseguendo un percorso della fascistizzazione e della creazione di un
regime dittatoriale ideologizzato, sebbene secondo la Costituzione l’ideologia
statale sia vietata. Vogliono dichiarare l’idea dell’integrazione europea come
ideologia statale. Quando dichiari qualcosa “un'idea di stato”, chiunque si
opponga a questa idea diventa per la legge, un nemico dello stato. Di
conseguenza di questi si occuperanno poi, il Centro per la lotta non so cosa, i
Servizi speciali, il Ministero degli Interni e tutto il resto. Quando cambierà
il potere in Moldova, sarà necessario liquidare molte strutture simili create
dal regime Sandu… ", ha detto il giornalista.
In sintesi le indicazioni delle opposizioni per il
secondo turno elettorale
Irina Vlah, “Piattaforma
Moldava”, la candidata indipendente, ex governatrice della Gagauzia, che ha ottenuto una larga
adesione di voti:
”Salviamo
la Moldavia da Maia Sandu!
“…Durante gli anni
del loro governo, l'inflazione aggregata in Moldavia ha raggiunto il 50%;
L'economia nazionale si è degradata e gli investitori hanno iniziato a lasciare
il paese. Il regime del PAS ha distrutto il sistema giudiziario e soggiogato le
istituzioni statali, violato i diritti umani, perseguitato gli oppositori
politici e chiuso i media scomodi. Dal 2021, il debito pubblico è aumentato da
70 miliardi di lei a 110 miliardi di lei e le persone sono inorridite al
pensiero che non solo i loro figli, ma anche i loro nipoti dovranno pagare
questi debiti. Il paese sta morendo e il regime di Sandu si sta comportando come fossimo tutti
felici e contenti. I ministri si sono dati stipendi di decine di
migliaia di lei, mentre molti anziani sono malnutriti. Se la Sandu rimane alla
presidenza e il suo regime mantiene il potere, allora ci troveremo di fronte
all'inevitabile bancarotta della Moldavia come Stato! Pertanto, faccio appello
a tutti i cittadini: salvate il Paese! Vi esorto a prendere parte attiva alle
elezioni del 3 novembre e a votare CONTRO Maia Sandu!
Il 3 novembre liberiamoci di Maia Sandu e nel 2025 ci libereremo del PAS. Questo è l’unico modo per salvare la Repubblica Moldova!”.
Partito Socialista Moldavo: “Chiediamo alle autorità moldave un rispetto elementare per la diaspora moldava che vive in Russia”
“La diaspora
moldava nella Federazione russa e nella Repubblica di Bielorussia è stata
oggetto di discriminazioni da parte del regime al potere in Moldova. Queste
persone sono private della possibilità di visitare parenti e parenti, dovendo
spendere intere giornate e cifre astronomiche per il viaggio. Non possono
inviare denaro ai loro anziani genitori, che sono rimasti in Moldavia. Molti
dei cittadini moldavi che vivono in Russia, all'arrivo in Moldavia, sono
sottoposti a perquisizioni umilianti e insulti all'aeroporto.
L'ultimo caso
insolito si è verificato durante le elezioni presidenziali e il referendum
costituzionale del 20 ottobre 2024. Sebbene centinaia di migliaia di cittadini
della Repubblica di Moldavia vivano nella Federazione Russa, solo 5 seggi
elettorali sono stati aperti sul territorio di questo paese, secondo la
decisione della CEC, e successivamente, attraverso l'intervento del SIS e del
MFAEI, questo numero è stato ridotto a due seggi elettorali.
Il Partito dei
Socialisti insiste sull'apertura di cinque seggi elettorali sul territorio
della Federazione Russa al secondo turno delle elezioni presidenziali, come
inizialmente stabilito dalla decisione della CEC della Repubblica di Moldavia,
nonché sulla stampa delle schede elettorali nel volume necessario per garantire
l'esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini della Repubblica di
Moldavia che si presenteranno ai seggi elettorali di Mosca. Questa sarà una
manifestazione di un minimo rispetto per i rappresentanti di una delle più
grandi diaspore moldave all'estero”.
"Non siamo niente per loro”, ha detto il rappresentante della diaspora moldava
nella Federazione Russa, Nikolai Pogonets.
Ricordiamo che in Russia, durante il
referendum e il primo turno delle elezioni, sono stati aperti solo 2 seggi elettorali per il mezzo milione di moldavi della
diaspora. La gente è rimasta in coda fino a notte fonda per votare alle
elezioni. Per fare un confronto, in
Italia, dove i moldavi sono la metà rispetto alla Russia, sono stati aperti 60 seggi elettorali…Già, ma questi votano in massa per la Sandu!
Partito dei Comunisti della Repubblica di
Moldova
“La campagna
elettorale per l'elezione del Presidente della Repubblica di Moldova e per il
referendum "costituzionale" sulla modifica della Costituzione del
Paese è caratterizzata da numerose manipolazioni della coscienza pubblica da
parte della Presidente Maia Sandu e del PAS da lei guidato. Anche il livello di
utilizzo delle risorse amministrative e l'arbitrarietà delle strutture di
potere, della Commissione elettorale centrale, dei media subordinati alle
autorità, nonché l'uso delle forze dell'ordine sono estremamente elevati. Ci
sono intimidazioni e persecuzioni di massa nei confronti degli elettori e dei
partecipanti al processo elettorale, ostacoli alla campagna elettorale e numerose
violazioni registrate. Le autorità si sono "piegate" alla xenofobia e
alle maledizioni contro i cittadini, permettendo ai blogger più
"squilibrati" delle loro fila di entrare nello spazio dei media.
Tutto ciò testimonia e conferma la paura e l'agonia delle autorità, la loro
incapacità non solo di gestire lo sviluppo della Moldavia, ma anche di
osservare le norme elementari e le regole della vita democratica. I risultati
del referendum e del primo turno delle elezioni presidenziali dimostrano
chiaramente il fallimento del governo e della stessa Maia Sandu.
Seguendo la sua posizione di principio volta a cambiare
il governo antipopolare e a rimuovere Maia Sandu dalla carica di Presidente
della Repubblica di Moldavia. Il Comitato Esecutivo Politico
del Comitato Centrale del PCRM decide di:
1. Invitare tutti i membri del PCRM e i nostri sostenitori, così
come tutti i cittadini patriottici della Repubblica di Moldavia, a prendere
parte attiva al voto nel secondo turno delle elezioni presidenziali e a votare CONTRO
Maia Sandu votando PER Alexandr Stoianoglo.
E' già chiaro a tutti che la Moldavia non ha futuro con
Sandu e non avrà altro futuro e sviluppo, se non la perdita della sovranità,
dell'identità moldava, dello status di neutralità e delle normali relazioni con
tutti i paesi. Tutti alle elezioni! Tutti contro Maia Sandu!
Per una Moldavia sovrana, neutrale e prospera!”.
Questi sono i VERI risultati e i sentimenti
del popolo moldavo che VIVE lì. Poi arrivano i voti della “diaspora europea” e
capovolgono tutto!
A cura di Enrico Vigna, IniziativaMondoMultipolare/CIVG – 29 ottobre 2024
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