La Cub scrive alla stampa sul divieto temporaneo di balneazione sul litorale
Gentili redazioni,
non è la prima volta che tratti di litorale siano giudicati non balneabili ma a distanza di 48 tornino ad esserlo dopo nuove analisi delle acque.
Non sta a noi entrare nel merito del lavoro svolto da Arpat, non ne avremmo le competenze del resto, o dubitare sulla bontà della ordinanza del sindaco che poi risponde alle analisi effettuate.
Ma tuttavia l'occasione è utile per porre alcune domande nella speranza di avere risposte, noi come tutti gli altri cittadini, specie quelli che non potendo permettersi un ombrellone ai bagni o una vacanza lontano da casa, affollano spiagge libere e sassini.
Come è possibile che in 48 ore arrivi una ordinanza che vieta la balneazione in un certo tratto di mare per l'alta concentrazione di Escherichia coli e dopo due giorni si torni ai limiti stabiliti dalla normativa? La domanda che vogliamo porre è molto semplice e diretta: siamo forse rientrati nei limiti previsti dalla legge ma su valori tali che possiamo per qualche ragione oltrepassare la soglia consentita, insomma a dei livelli di guardia? E se cosi' fosse il nostro mare potrebbe essere definito pulito o invece un paziente continuamente a rischio?
Nella nota a mezzo stampa leggiamo di valori conformi ai parametri di legge per rendere il tratto di litorale “nuovamente idoneo alla balneazione”, forse fornire spiegazioni maggiori ai cittadini, e a noi stessi che ci facciamo promotori di istanze popolari, sarebbe utile e necessario
Sindacato di base Cub Pisa
Commenti
Posta un commento