La Germania va alla guerra

 

La Germania è il paese che ha pagato il maggiore scotto derivante dalla guerra in Ucraina, la mancata fornitura di gas e petrolio dalla Russia, l'acquisto a prezzi maggiorati di gas liquido dagli Usa, i dazi di Trump alle merci tedesche, la crisi del settore meccanico, queste le cause di una economia da due anni in recessione dopo avere trainato l'intera Ue per quasi 30 anni.




Il grande riarmo europeo vede la Germania attiva più di ogni altro paese UE , il suo esercito solo nel 2026 spenderà oltre 380 miliardi di euro, la Rheinmetall, sua azienda di punta è la testa di ponte delle industrie di guerra comunitarie, ha costruito join venture, alleanze con le multinazionali più importanti del settore incluse quelle di Usa e Israele. Diverse aziende dell'indotto meccanico sono già state riconvertite a fini di guerra per produrre componenti di sistemi di arma. La Germania nell'arco di pochi anni investirà enormi capitali per ricostruire l'esercito, dai mezzi tradizionali agli strumenti di ultima generazione, distribuiti  tra terra, aria, mare, spazio e cyber.


 L'azienda di punta del complesso militare renano farà la parte da leone nelle commesse ma numerosi progetti sono legati all'industria americana, una percentuale tuttavia piuttosto contenuta  perchè la scommessa della Germania è quella di costruire una rete di imprese del vecchio continente per sostituire al settore meccanico la manifattura di guerra e con quella tornare ad una economia in salute.


Una scommessa economica e militare in sinergia con la Nato ma anche in autonomia dagli Usa consapevoli che per alcuni anni la dipendenza dagli Stati Uniti sarà ancora forte anche in virtù di quel programma Foreign Military Sales che permette a Trump il controllo su software, manutenzione e dati operativi.


La posizione di altri paesi Ue non è la stessa della Germania che riduce  la dipendenza dalle commesse dagli Usa e chiede ai paesi UE di evitare progetti concorrenziali tra loro per focalizzare l'attenzione sulla necessità di una industria di armi, con tanto di tecnologie, indipendente ed europea. 


E come avviene sovente anche la spesa militare effettiva sembra maggiore di quella dichiarata, ad esempio nell'anno corrente la Germania annuncia il 2,5% del Pil ( o poco meno) a cui aggiungere un altro 1,5% per infrastrutture strategiche e magari altre voci dei quali non siamo informati. La ragione per la quale la Germania ha voluto che la spesa militare fosse in deroga ai tetti di spesa è evidente, il militare pensano possa sostituire la manifattura tradizionale o la meccanica nel ruolo di traino dell'economia.


 Ma contemporaneamente la Germania deve affrontare due problemi non secondari: il dissenso e la opposizione interna con centinaia di arresti nelle piazze e la criminalizzazione dei movimenti di solidarietà con la causa palestinese, un crescente razzismo verso i migranti determinato dalla crisi economica, le difficoltà a dotare il futuro esercito dei militari di cui necessita. Per questo è ripartita la propaganda di guerra, la campagna per un servizio militare che possa anche svolgere azioni di protezione civile, in Parlamento è già depositata una legge per reintrodurre la leva obbligatoria.


E intanto continuano a soffiare i venti di guerra preparando ogni giorno la opinione pubblica a considerare la possibilità di una guerra, a ritenere gli investimenti nel militare una necessità e una futura fonte di guadagno e di sicurezza. La Germania si prepara alla Guerra


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