Sta per arrivare un bastimento di spese militari
Sta per arrivare un bastimento di spese militari
Una manovra economica che non porta soldi al welfare, a
sanità e istruzione che diventano invece le vittime sacrificali per l’aumento
delle spese militari. Eppure ne avrebbero forte bisogno visto che spendiamo meno della media europea.
E molti capitoli di bilancio afferenti ad altri ministeri
non sono di aiuto per quantificare la spesa militare complessiva che risulterà
invece inferiore alla media europea facendo credere che in fondo la Meloni è
una premier oculata e indipendente, attenta agli interessi nazionali.
Ma è veramente così?
Navigano a vista, perfino sulla questione palestinese, senza
mai mettere in discussione il sostegno ad Israele, sono passati da una
posizione all’altra fino a dichiarare che un eventuale riconoscimento dello
stato palestinese, senza Hamas, sarebbe in fondo la scelta giusta. Hanno
fiutato il cambio del vento di una opinione pubblica schierata contro il
genocidio e sanno che la campagna mediatica dei giornali di centro destra non
farà loro cambiare idea nonostante fake news e letture parziali improntate alla
difesa dell’ordine pubblico, all’odio verso chi sciopera.
Le spese per la
difesa aumenteranno nei prossimi anni , magari meno di quanto previsto dagli
accordi Nato e Ue che vogliono i loro muri di droni e di missili, le armi
all’ucraina, sia sufficiente guardare gli articoli sulla stampa e, meglio
ancora, il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp)
La spesa militare crescerà di circa 3,3 miliardi in più
l’anno prossimo, quasi 7 quello dopo e 12 miliardi dal 2028 in poi, fatti due
conti sono oltre 22 miliardi più di quanto speso fino ad oggi , si passa al
2,5% del Pil per spesa militare arrivando in 8\9 anni al 3,5% alle quali
aggiungere oltre l’1,5% di spese non specificate in sicurezza, le missioni
militari all’estero e altri “investimenti” afferenti a vari capitoli e
differenti Ministeri
Una economia di guerra che si rispetti ha bisogno di
accrescere le spese militari, di prestiti dalla UE, della clausola di
salvaguardia comunitaria che esclude le nuove spese per la difesa dai
tradizionali vincoli fiscali europei, nella speranza di uscire presto dalla
procedura di infrazione (per avere superato la soglia del debito pubblico
ammesso da Bruxelles) e accrescere ulteriormente le spese.
I miliardi per la difesa potrebbero presto sparire dai
parametri Ue, la ipotesi di emissione del debito, pagandone gli interessi, è
una condizione essenziale per la tenuta del sistema che punta sulle imprese di
armi per superare la crisi in cui si dibatte l’economia e a tale scopo stanno
lavorando per riconvertire ad uso
militare le imprese civili di settori in forte depressione
In questo scenario di corse e rincorse alle spese militari
la questione palestinese gioca un ruolo dirimente anche per la straordinaria
mobilitazione contro il genocidio in atto in Italia e in altri paesi europei
nei quali molti attivisti antisionisti sono oggetto di feroci repressioni con
arresti arbitrari e accuse infondate.
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