Un altro 12 ottobre senza nulla da celebrare
Un altro 12 ottobre senza nulla da
celebrare
di Rodrigo Rivas
In questi giorni il potere ed i
mass media celebrano la rinascita dei protettorati e delle colonie.
Impettiti signori in doppio petto e tarde signore in ghingheri si spartiscono governatorati e reggenze. Circensi e buffoni di passaggio applaudono (timidamente).
Da spettatore non disinteressato mi
pongo due domande:
1. Non è che la terra è l'inferno
di qualche altro pianeta e noi, appartenenti al "girone degli
smemoriati", siamo dei residenti condannati all'ergastolo?
2. È solo una triste coincidenza
che i neopazzi celebrino l'ultima strage proprio in coincidenza del 12 ottobre,
data inaugurale del nostro infernale girone (e forse di altri altrettanto
infernali gironi)?
Nel dubbio, ripropongo un testo
riguardante gli albori del nostro girone, scritto nel 1542 da un frate
dominicano spagnolo.
Essendo innecessari i commenti,
mi limito a ricordare il teatro degli eventi ("la location", per chi
vive à la page).
La "Española", oggi
Hispaniola, era un'isola abitata dai Taino, una etnia indigena che
fu praticamente sterminata.
I modernizzatori non vi fecero un
"Club Mediterranée" ma una estesa piantagione di zucchero.
Oggi è sempre un'isola ma divisa in
due Stati, la Repúbblica Dominicana ed Haiti.
I Taino? C'erano una volta.
"Brevissima relazione sulla
distruzione delle Indie"
Fra Bartolomé de las Casas
(Frammento di mia traduzione)
"Nell'Isola Hispaniola i
cristiani (spagnoli) coi loro cavalli, spade e lance cominciano a fare
stragi e crudeltà che non erano soliti fare.
Entravano nei paesi e non c'erano
bambini né vecchi, né donne in gravidanza né partorienti che non sventrassero e
facessero a pezzi, comportandosi come se avessero trovato degli agnelli nei
loro possedimenti.
Facevano scommesse su chi avrebbe
aperto un uomo a metà con solo una coltellata, su chi riusciva a tagliare la
loro testa con una lancia o lasciarli le viscere allo scoperto.
Prendevano le creature dalle tette
delle madri, cogliendole dalle gambe, e poi ne fracassavano le teste sulle
rocce.
Portavano altre sulle spalle fino
ai fiumi e, mentre queste sprofondavano nell'acqua ridevano e
le prendevano in giro: 'Fatte delle bollicine, corpo di un tale'.
Appoggiavano altre creature sulla
spada insieme alle loro madri e a tutti coloro che si trovassero vicini. Poi
premevano.
Costruivano pure forche molto
larghe che quasi quasi univano i piedi alla terra e, da tredici in tredici, una
volta appiccicati legna e fuoco li bruciavano vivi in segno di onore e fedeltà
al Nostro Redentore e ai suoi dodici apostoli.
Altri li bruciavano legando o
avvolgendo tutto il loro corpo con della paglia secca che poi
accendevano.
Ad altri, a tutti coloro che
volevano catturare per trasformarli in esempi viventi, li tagliavano le mani e
dopo avergliele appeso addosso, dicevano loro: 'Andate in giro con queste,
che sono le vostre lettere. Portate così le vostre ed altrui notizie alle genti
scappate sui monti'.
Normalmente, i signori ed i nobili
erano uccisi con una procedura particolare: si facevano dei cumuli di
legnetti su delle falci; li legavano sopra e poi accendevano sotto un
fuoco dolce per far sì che, poco a poco, urlando disperati per quelle torture,
disperati, facessero venire fuori le loro anime.
Una volta ho visto che, mentre
mantenevano e bruciavano in questi bracieri quattro o cinque dignitari e
signori, perché questi urlavano molto forte affliggendo il capitano o
impedendogli di conciliare il sonno, costui diede l'ordine di affogarli.
Il commissario, che era peggio del
boia che li bruciava, si rifiutò di affogarli. Invece, con le sue stesse mani
mise dei legnetti nelle loro bocche perché non emettessero suoni e ravvivò il
fuoco fin quando si sono arrostiti piano piano come lui desiderava.
Io ho visto tutte le cose che ho
appena raccontato e molte, infinite, altre".
Cosa c'era da celebrare il 12
ottobre del 1492, del 1942 o del 2025?
Ovviamente, per gente che cerca di
restare umana.
Riguardo il '92 dovrebbe bastare il
frammento di padre Bartolomé de Las Casas
Riguardo il 42 potrebbe bastare un
frammento della descrizione fatta da Enrique Santos Discepolo nel tango
"Cambalache": "È lo stesso chi lavora giorno e notte come un
bue, chi fa il magnaccia, chi ruba, chi uccide, chi è comunque un fuorilegge".
Riguardo il 2025 la corte è
nutrita.
Mi limito a ricordare il
ciambellano, il Tony Blair.
Agli smemorati ricordo che deve
parte della sua celebrità alla invenzione di storie su pistole fumanti e armi
di sterminio di massa, utili a scatenare guerre, ad ammazzare iracheni
all'ingrosso, ad impossessarsi dei bottini e, infine, ad indire conferenze
sul come arricchirsi restando "socialisti senza farsi venire neppure il
singhiozzo".
Come il criminale Kissinger,
riceverà presto un Nobel per la pace.
Aggiungo il 12 ottobre 1962.
Violeta Parra scriveva:
"Io non protesto per me,
perché sono poca cosa.
Reclamo perché alla fossa van le
pene del mendicante.
Cito Iddio a testimone poiché non
mi fa mentire:
basta mettere appena il naso fuori
casa
per vede' quel che ci succede, qui
e ora,
e il dolore che a volte è
vivere".
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