La povertà in Italia La Fotografia dell'ISTAT

 

La povertà in Italia

La Fotografia dell'ISTAT 

di Rodrigo Rivas

 


Al netto della propaganda, i dati fondamentali contenuti nel rapporto dell'Istituto di Statistica datato ottobre 2025, sono due:

a) aumento della povertà. Colpisce 5,7 milioni di persone

b) fragilità delle famiglie degli operai: in 10 anni le famiglie operaie indigenti sono salite dal 14,7 al 16,5%. 

 

In Italia la povertà è in aumento: alla fine del 2023 le famiglie in povertà assoluta erano 2,2 milioni. 

Nel 2014 erano 1,5 milioni. 

 

L’incidenza della povertà assoluta individuale - ossia la percentuale di persone rispetto ai residenti che vivono in famiglie in povertà assoluta – è salita al 9,7%.

Nel 2014 era al 6,9%. 

 

L’incidenza della povertà assoluta familiare è arrivata al 8,4%. 

Nel 2014 era al 6,2%. 

 

Complessivamente, gli individui in povertà sono 5,7 milioni.

Nel 2014 erano 4,1 milioni. 

 

Alcune osservazioni del rapporto: 

Sale al 16,5% la quota di famiglie con persona di riferimento un operaio o assimilato in povertà assoluta.

Nel 2022 era al 14,7%

Nel Mezzogiorno, la percentuale di famiglie in povertà assoluta è del 10,2%; nel Nord è del 7,9%, nel Centro del 6,7%. 

 

Indici di povertà

L'ISTAT intende per soglia di povertà assoluta "la spesa minima necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere di povertà assoluta. Varia, per costruzione, in base alla dimensione della famiglia, alla sua composizione per età, alla regione e alla dimensione del comune di residenza". 

Per una famiglia di tre persone, questa soglia è di 1.610 euro.

 

Lavoro, inflazione e povertà

Malgrado l’andamento positivo del mercato del lavoro sia nel 2023 (+2,1% di occupati), sia nei due anni precedenti, l’impatto dell’inflazione ha contrastato la possibile riduzione dell’incidenza di famiglie e individui in povertà assoluta. 

 

Nel 2023 la crescita dei prezzi al consumo (+5,9%), ha avuto effetti più marcati proprio sulle famiglie meno abbienti e le spese per consumi di questo gruppo di famiglie, che include anche quelle in povertà assoluta, non hanno tenuto il passo dell’inflazione.

Nonostante una crescita in termini correnti, hanno subito un calo dell’1,5% in termini reali della spesa equivalente. 

I bonus sociali per l’energia e il gas - fortemente ridimensionati nel 2023 rispetto al 2022 - hanno contribuito a contenere la crescita della povertà.

Si stima che questa misura ne abbia ridotto l’incidenza di quattro decimi di punto rispetto ai sette decimi dell'anno precedente.

 

Incidenza della povertà assoluta sulle diverse fasce di età:

- fra i minori, la povertà assoluta è del 13,8%, quasi 1,3 milioni di bambini e ragazzi.

È il valore più elevato della serie storica iniziata nel 2014.

Nel 2022 i minori in povertà assoluta erano il 13,4%. 

- fra i giovani di 18-34 anni la povertà assoluta è all'11,8%. Vive in povertà assoluta 1 milione 145 mila giovani, cifra stabile rispetto al 2022; 

- Stabile anche i poveri assoluti nel gruppo di 35-64 anni, 9,4%.

Comunque, 9,4% è il valore massimo raggiunto dalla serie storica decennale.

- Sostanzialmente invariato - 6,2% - l'indice di povertà assoluta fra gli over 65.

Sono 887mila persone. 

 

Quanti sono poveri i poveri

L’intensità della povertà assoluta, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (ossia “quanto sono davvero poveri i poveri”), si conferma stabile a livello nazionale (18,2%), ma si registrano andamenti diversi all’interno delle ripartizioni: 

L'intensità della povertà aumenta al Nord, dove arriva a 18,6% (17,6% nel 2022), con un incremento maggiore nel Nord-est (18,0% contro il 16,5% del 2022).

Aumenta anche nel Centro, dove arriva al 18,0% contro il 17,1% del 2022. 

Si riduce al 17,8% nel Mezzogiorno, contro il 19,3% del 2022.

La riduzione è più accentuata nelle Isole. 

 

Conclusione:

Aumentano i poveri e questi sono sempre più poveri.

Per far passare le leggi di bilancio ci è voluta una pioggia di droni.

Cosa ci vorrà per far passare l'aumento della spesa militare e la conseguente diminuzione della spesa sociale?

Di certo s'intensificherà la strategia della distrazione, parte fondamentale dell'armamentario della propaganda.

Comunque, la risposta arriverà presto.

 

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