L'ennesimo regalo di Natale alle imprese del Governo Meloni
Finanziaria 2026: l'ennesimo regalo di Natale alle imprese del Governo Meloni
E. Gentili, F. Giusti, S. Macera
E' uscito il testo della Manovra Finanziaria per il 2026 o almeno la proposta del Governo, già inviata a Bruxelles, che sarà discussa ed emendata in Parlamento. L'esperienza di questi anni dice che non ci saranno sostanziali cambiamenti e la Maggioranza voterà compatta gli articoli senza recepire proposte e modifiche della Minoranza o delle parti sociali.
E, come ogni manovra , anche questa sarà fortemente limitata dal patto di stabilità che impone il pareggio di bilancio, con l'aggiunta, di non poco conto, dall’aumento delle spese militari attraverso il progetto Rearm-EU
Saranno proprio le spese militari le uniche voci in deroga alle norme e ai tetti di spesa vigenti.
Abbiamo provato a ragionare su alcuni punti , poi torneremo sul testo con altre ed esaustive riflessioni, intanto proviamo a rovesciare la vulgata ufficiale secondo cui questa Manovra sarebbe equa, attenta alle problematiche sociali e salariali, funzionale a una distribuzione delle ricchezze, capace di restituire potere di acquisto alle buste paga e dignità alle condizioni sociali delle classi meno abbienti
- Siamo davanti a una legge redistributiva?
La Finanziaria è stata presentata come una legge “redistributiva”, in grado cioè di colpire le disuguaglianze sociali, e ciò soprattutto per tre motivi:
- la riduzione dell’aliquota Irpef per redditi sopra i 28.000 €, che passa dal 35 al 33% (art. 2);
- la detassazione delle integrazioni salariali per straordinari, notturni e festivi, nonché dei rinnovi contrattuali stipulati negli anni 2025 e 2026 (art. 4);
- l’istituzione di misure (quali i bonus, le carte sconto…) destinate a calmierare le ingiustizie sociali.
Gli ultimi mesi hanno evidenziato la crescita della povertà relativa ed assoluta, l' erosione del potere di acquisto dei salari, le miserie contrattuali con i rinnovi dei vari CCNL siglati a un terzo del reale costo della vita. Pensate che davanti a questa realtà il Governo Meloni abbia costruito una Manovra capace di fornire le prime risposte? Ovviamente no, tutte e tre le misure sopra menzionate si configurano come investimenti statali “improduttivi, perché non generano nuove entrate; pertanto, anche se è presto per dirlo, è probabile che verranno sottratte delle risorse al welfare.
Se guardiamo alla Sanità l’aumento di spesa previsto per il prossimo anno non sarà sufficiente a riportare il rapporto spesa/PIL agli stessi livelli di altri paesi europei, eppure siamo uno dei paesi con minori nascite e tanti anziani e in cui da anni gli organici nel Servizio Sanitario nazionale sono carenti, del resto i tagli portati dalla spending review hanno determinato una crisi da cui non ci siamo più ripresi. Ebbene, non è un caso se nel 2024 quasi un cittadino su dieci ha dovuto rinunciare alle cure per mancanza di soldi, con un aumento del 2,3% rispetto al 20231 . Il rapporto spesa/PIL è importante perché, premesso che la spesa per la sanità aumenta normalmente di anno in anno, contemporaneamente crescono anche l’inflazione e i prezzi di merci e servizi, per cui servono sempre più soldi. Nel frattempo le risorse che vengono impiegate per gli sgravi fiscali sono sempre di più, e le difficoltà a finanziare adeguatamente il welfare, a partire dalla sanità, alla lunga determinano la privatizzazione dei servizi (e infatti cresce il ricorso alla sanità privata) e il depotenziamento di quel che rimane del pubblico, mentre le aziende accumulano ingenti profitti.
Pensate che sia un bene la riduzione dell’aliquota Irpef portando benefici ad esempio ai ceti medi e a quelli popolari?
A trarne i benefici sono le classi sociali che stanno sopra il ceto medio, a muovere il Governo resta la vecchia e sempre verde logica del “privato sociale”: si agisce sulla fascia di popolazione più numerosa per garantire un leggero contenimento dei costi o degli oneri e tralasciando le fasce meno abbienti. Ma in sostanza benefici reali alle classi popolari e ai ceti medi non ne arrivano. I ricchi possono invece esultare dato che non viene aumentata l’aliquota per i redditi più elevati, pertanto è probabile che anche lo stesso “ceto medio” alla fine venga tartassato dalle ricadute sul welfare che nei prossimi anni subirà non pochi tagli.
La detassazione del salario di secondo livello è un bene per il potere di acquisto?
Per quanto riguarda la detassazione dei pagamenti salariali non si tratta solo di un favore alle imprese – che verrà pagato, pure in questo caso, attraverso le risorse sottratte al welfare state –, ma di un sostanziale incentivo al prolungamento del lavoro oltre l’orario ordinario (tanto che in numerosi CCNL le prestazioni straordinarie sono divenute obbligatorie entro certi limiti pattuiti dalla contrattazione nazionale). Così facendo si vanno riducendo le già poche assunzioni a tempo indeterminato avutesi negli anni di questo Governo2 . L’eccezione è costituita dalla detassazione dei rinnovi contrattuali, che nonostante si configuri anch’essa come un regalo alle imprese, anziché ai lavoratori, non comporterebbe un aumento del tasso di sfruttamento: è semplicemente lo Stato a pagare al posto dell’impresa. Non per caso, la detassazione dei rinnovi è prevista solo per i redditi inferiori ai 28.000 €, quelli cioè che non hanno avuto una riduzione dell’Irpef. Ci si chiede quale sia la logica che ha guidato quest’ultima disposizione: già non sarebbe serio pensare che la detassazione dei rinnovi possa consentire ai meno abbienti di accrescere il reddito fino a rientrare nello scaglione superiore ai 28.000 € e ottenere, così, la riduzione fiscale prevista in manovra… ma in un Paese dove la detassazione degli ultimi anni ha prodotto un drenaggio fiscale ancora più grande (+ 0,6%3 ) e, quindi, un relativo impoverimento, adottare una linea politica siffatta significa essere in palese malafede.
Aver eliminato il reddito di cittadinanza si è rivelata una scelta folle?
Certo e basta guardare ai nuovi poveri e alle misure per il sostegno al reddito. Queste, direttamente mutuate dal welfare mitteleuropeo, sono un palliativo propagandistico (come ad esempio la detassazione dei buoni pasto fino a 10 € per i dipendenti pubblici (art. 5), il cui ticket tuttavia è fermo per legge da oltre un decennio a 7 €; o come, in passato, il famoso “Trimestre anti-inflazione”, che ha portato a sconti di 10 o 20 centesimi in cambio di una buona dose di propaganda governativa nei supermercati). Merita attenzione la Carta «Dedicata a te» (art. 3), che è stata rinnovata e che garantisce 500 € di spesa a chi abbia un reddito non superiore ai 15.000 €, ma non si comprenderebbe il senso di questa misura se non si guarda al contesto. Tale Carta, difatti, nasce per compensare l’effetto della dimissione del Reddito di Cittadinanza e della sua sostituzione con l’Assegno d’Inclusione e col Supporto Formazione e Lavoro, che offrono – entrambi – una copertura economica ben più misera. A tal proposito giova ricordare come il mese di sospensione che per volere del Governo intercorreva tra la fine della percezione dell’Assegno d’Inclusione e il suo rinnovo sia stato silenziosamente abrogato (art. 38), a dimostrazione che la logica securitaria e punitiva che il Governo applica alle fasce più povere della popolazione sia il frutto di un puro e semplice veleno ideologico.
Lavorare più a lungo prima della pensione...ma non erano gli acerrimi nemici della Fornero?
Per quanto riguarda le pensioni, poi, riteniamo prematuro fornire un commento in quanto la bozza di Finanziaria cambierà sicuramente molto nel corso dei prossimi due mesi. Tuttavia al momento abbiamo il mancato aggiornamento della lista dei lavori usuranti e il mancato arresto dei tre mesi in più per andare in pensione.
Riteniamo prematuro addentrarci anche negli aspetti meno democratici della Legge, come quello che riguarda la nomina di membri governativi per il controllo dell’Università pubblica, che limita fortemente le libertà d’insegnamento e di apprendimento.
A proposito degli affitti, infine, se nella prima bozza di legge si passava dal 21% al 26% sulla cedolare secca anche per gli affitti brevi (fino a 30 giorni) nei casi in cui il proprietario affittasse una sola casa (art. 7), la seconda versione è stata calmierata e prevede il mantenimento dell’aliquota al 21% nei casi in cui manchi intermediazione per la stipula del contratto d’affitto (ad esempio quella fornita da AirBnb o simili).
In conclusione vogliamo segnalare l’obiettivo deliberato del Governo di spingere i risparmi delle famiglie verso gli strumenti finanziari forniti quasi interamente dai fondi americani (BlackRock e co.) – che poi controllano praticamente tutte le principali corporation delle armi. Per cui, in sintesi: 1) si tagliano il bilancio e le prestazioni di welfare; 2) si utilizzano i risparmi nel mercato dei capitali (specie tramite i fondi pensione).
- Le posizioni dei sindacati confederali
Un capitolo a parte merita la posizione dei sindacati rappresentativi, quelli di base ripetono alcuni concetti di fondo specie analizzando l'aumento delle spese militari. dal canto suo la Cub ha evidenziato da tempo come detassando i salari lo Stato si sostituisca alle imprese nel compito di accrescere il potere di acquisto dei salari denunciando al contempo il potenziamento di sanità e previdenza integrativa, del welfare aziendale su cui anche la Cgil concorda
La Cgil aveva originariamente proposto la detassazione dei rinnovi contrattuali erga omnes, senza limitazioni, ma anche per i redditi superiori ai 28.000 €. Abbiamo già detto che non siamo d’accordo con questa rivendicazione: purtroppo scelte come la detassazione dei premi di risultato e del salario di secondo livello alla fine servono solo ad associazioni datoriali e Governo per non prendere atto dei salari da fame. Al contrario, la denuncia del fiscal drag ci sembra appropriata, così come la rivendicazione dell’indicizzazione all’inflazione dell’Irpef, che neutralizzerebbe il drenaggio fiscale. Secondo l’Ufficio Economia della Cgil, poi, gli aumenti contrattuali verrebbero neutralizzati totalmente dal drenaggio, nonostante la detassazione, per tutti i redditi fino a 30.000 €.4
La Uil condivide la linea della Cgil sulla detassazione dei rinnovi, ma anziché spingersi a chiedere l’indicizzazione dell’Irpef si mantiene sul terreno più sicuro della tassazione degli extra-profitti, per recuperare soldi da investire sul lavoro: in particolare la Uil fa riferimento ai settori bancario, farmaceutico e dell’energia5 . Come già avvenuto con i contratti della PA6 , il sindacato guidato da Bombardieri apre al dialogo con il Governo. Al momento, però, non vuole dare segnali di collateralismo. Infatti, dichiara di voler individuare “forme di mobilitazione”7 attorno a singole ma rilevanti criticità, concernenti le pensioni, la sanità e il fisco.
La Cisl, infine, manifesta la propria contrarietà alla patrimoniale proposta dalla Uil, che a suo dire farebbe fuggire i capitali dal Paese. Al contempo plaude alla revisione della seconda aliquota Irpef e alla detassazione degli straordinari. In termini generali, il suo giudizio sul provvedimento governativo risulta lusinghiero: in una intervista al Quotidiano Nazionale, la leader cislina Daniela Fumarola arriva a parlare di «una manovra che parla al paese reale»8 . In tale ottica, la Cisl dichiara di voler fare la sua parte per migliorare ulteriormente il testo. Di più, invita la Uil ad associarsi a questo sforzo, nell’evidente tentativo di attirare a sé un’organizzazione che si sta progressivamente smarcando dalla Cgil.
1 Cfr. M. Bartoloni, Crescono gli italiani che rinunciano a curarsi: ora sono uno su dieci, colpa di liste d'attesa e motivi economici, «il Sole 24 Ore», 21 Maggio 2025.
2 All’art. 37 il Governo prevede il rinnovo delle esenzioni contributive per i datori di lavoro che assumano in forma stabile. Ancora una volta è lo Stato che si sostituisce all’impresa.
3 Ufficio Parlamentare di Bilancio, Rapporto sulla politica di bilancio, Giugno 2024, p. 17.
4 Ufficio Economia CGIL, Stima dell’impatto su vari salari della detassazione sugli aumenti contrattuali, del drenaggio fiscale e della riforma IRPEF, https://files.cgil.it/version/c:NmMwYTE3NWYtNDE1My00:ZGZmNGRiZGYtYjRjOS00/Detassazione%20e%20drenaggio%2018102025-1.pdf
5 P. P. Bombardieri, I salari e la detassazione degli aumenti contrattuali sono la nostra priorità, https://www.uil.it/NewsSX.asp?ID_News=17044&Provenienza=1.
`[6] Adnkronos, PA: Longobardi (UIL FPL), «CCNL funzioni locali, segnali di attenzione dal Governo». Roma, 23 Ottobre 2025, https://www.uilfpl.it/wp-content/uploads/2025/10/RASSEGNA-STAMPA-2.pdf.
7 P. P. Bombardieri, Bene detassazione aumenti, ma su fisco, sanità e pensioni ancora criticità, https://www.uil.it/NewsSX.asp?ID_News=17053&Provenienza=1.
8 C. Marin, La segretaria della Cisl: «Pronti a migliorare un buon testo», «Quotidiano Nazionale», https://www.cisl.it/notizie/attualita/pronti-a-migliorare-un-buon-testo-qn/.
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