Fuori l'anagrafe dei precari : quanti precari e dove si trovano sul nostro territorio?




I numeri vanno presi con la dovuta cautela perché non esiste una anagrafe del precariato all'interno della Pubblica amministrazione, del resto è risaputo che numerosi lavoratori\trici negli ultimi 15 anni , dopo anni di contratti atipici o a tempo, tra collaborazioni e partite iva, abbiano desistito ripiegando su altre fonti di reddito.

Se guardiamo al territorio pisano la parte del leone del precariato si trova tra Cnr e Università seguiti dalla azienda ospedaliera, nei comuni in prossimità dei 3 anni vengono bloccati i contratti cosi' da non maturare neppure i requisiti minimi per la stabilizzazione. Ma un certo numero  esiste anche nelle aziende partecipate se rapportato al numero dei dipendenti di ruolo basti pensare a Sepi, per non parlare poi di chi (vedi Pisamo e Navicelli) a sua volta si affidano a consulenze o appalti ove regna la precarietà e perfino la incertezza di uno stipendio regolare(ricordate gli addetti al parcheggio di Via Pietrasantina?). Non esiste ad oggi alcuna certezza sui numeri, il sindacato dovrebbe pretendere una anagrafe del precariato negli enti pubblici del pisano ma come sempre sceglierà un profilo basso per mettere in secondo piano le stabilizzazioni rispetto ad altre dinamiche.

Siamo certi che nelle università e negli enti locali il numero dei precari sia decisamente sottostimato ma dai dati ufficiali, che parlano di 50 mila stabilizzazioni tra il 2018 e il 2020, si individua nelle Regioni e nei Comuni il 66% del numero totale dei precari pubblici.

Se ripercorressimo la storia degli ultimi 3 lustri, dovremmo partire dal bilancio di quella stabilizzazione, avvenuta oltre dieci anni fa, che chiuse le porte a numerosi precari storici solo in minima parte poi riassorbiti da Fondazioni, società in house. Quella stabilizzazione escluse la maggioranza degli aventi diritto (parliamo del diritto reale e non di astratti criteri decisi a tavolino per limitare gli impatti sulla spesa pubblica).


Anni fa una dura lotta nell'università chiuse le porte all'accesso di alcuni giovani ricercatori che erano stati protagonisti di quelle istanze, precariato nel mondo della conoscenza significa anche e soprattutto lavoro gratuito, ricerca per conto di terzi, la elemosina della piccola borsa o l'invito a un convegno dove intervenendo acquisisci punti per il tuo curriculum

Squarciare quindi il muro dell'omertà e del silenzio regnanti attorno ai precari è oggi piu' che mai necessario

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