Vita agra dei cinquantenni tra disoccupazione ed espulsione dal ciclo produttivo

Chi oggi ha una età compresa tra i 70 e i 90 anni molto probabilmente è andato in pensione prima dei 60 anni di età o sicuramente prima dei65.
La sua pensione , calcolata con il sistema retributivo , consente a questa generazione di vivere con grande dignità e di aiutare figli e nipoti.

Chi oggi invece ha 40 o 50 anni è certo di avere una bassa pensione (che sarà ancora piu' misera per le generazioni successive) , di lavorare fino alla soglia dei 70 anni di età e soprattutto dovrà augurarsi di non essere espulso prima dal mercato del lavoro.

Non è casuale che anche in seno al Governo e all'Inps inizino a ragionare su un assegno minimo di garanzia ad integrare l'assegno previdenziale di domani decisamente troppo basso, salvo poi non avere alcuna copertura per finanziare questa spesa, a meno di non farla pagare ai lavoratori sotto forma di mancati aumenti salariali e riduzione del welfare.

A 50 anni ormai è è troppo giovani per la pensione e troppo vecchi per lavorare in aziende che ormai cercano sempre manodopera da spremere e con contratti sfavorevoli, contratti accompagnati da sgravi fiscali per le imprese.

Sarà per questo motivo che aumentano i cosiddetti disoccupati “senior”, gli over 50, sempre piu' numerosi in fila ai centri per l'impiego, basti pensare che in dieci anni il numero dei disoccupati tra i 50 e i 60 anni di età è raddoppiato.

A pagare il salato conto salato della crisi occupazionale sono i giovani ma non solo loro perché dopo una certa età trovare lavoro è una autentica impresa.

Su oltre tre milioni di disoccupati in Italia, quelli over 50 sono ormai 1,2 milioni se includiamo in questa statistica quelli inattivi e quanti sono ormai cosi' scoraggiati che hanno rinunciato ormai a cercarsi un impiego.

E in questi scenari drammatici, è destinato ad aumentare il numero dei disoccupati over 50 soprattutto quelli che hanno meno istruzione e provengono da settori nei quali il costo del lavoro, tra delocalizzazioni e frammentazioni aziendali, è crollato ai minimi termini, oppure trattasi di facchini , edili, operai generici.

La situazione italiana è , tanto per cambiare, tra le piu' gravi d'Europa, la disoccupazione ha colpito anche altrove ma nella fascia di età che va dai 50 ai 60 anni siamo tra i primi paesi a non offrire uno stralcio di lavoro, anzi trai paesi big ci supera solo la Spagna che in dieci anni ha visto crescere del 340% i senza lavoro in questa fascia di età.

E se in alcune attività il ricorso ai cinquantenni viene caldeggiato in virtu' della esperienza e del fatto che per almeno un quindicennio devi restare operativo (si allungano i tempi della pensione ), complessivamente chi perde lavoro attorno ai 50 ha sempre meno possibilità di trovarne uno nuovo.


Non sarà del resto un caso che da qualche anno il tasso di occupazione dei più anziani ha superato quello dei giovani .

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