SMART WORKING: novità peggiorative in arrivo?

Lo smart working nasce per esigenze aziendali non per rispondere ai bisogni dei lavoratori. E' questa una premessa necessaria per confutare le infinite informazioni rassicuranti rese sui giornali e via web

Non a caso si va dalla flessibilità oraria a quella spaziale, fino al baratto di parte del salario in cambio di prestazioni del welfare aziendale per non parlare poi di quel telelavoro che alcune recenti ricerche dimostrano essere una forma di sfruttamento intensivo con il perenne collegamento con la rete e uno stress accumulato che non compensa eventuali benefici derivanti dallo svolgere le prestazioni a casa.

Non abbiamo ancora i dati su come lo smart working si sia diffuso nelle aziende, di certo l'attuale normativa è giudicata da Confindustria troppo rigida.

Che cosa vogliono allora i padroni? Una disciplina meno vincolante in materia di orario di lavoro, insomma nessuna indicazione sulla durata massima dell'orario\prestazione, il lavoro che si svolge fuori dai locali aziendali puo' avere per loro una durata illimitata aggirando cosi' tutte le normative fino ad oggi vigenti

Il ragionamento è complesso ma facile da spiegare: i padroni sono oggi responsabili oggettivamente delle condotte dei loro dipendenti mentre l'obiettivo è quello di una totale deresponsabilizzazione padronale con la scusa della impossibilità di controllare chi è lontano , magari a casa.

Non mancano i suggerimenti e gli emendamenti alla legge che qualche solerte parlamentare presenterà facendole scrivere da qualche tecnico o giuslavorista confindustriale, magari aggirando i limiti orari con delle fasce nelle quali il singolo lavoratore è tenuto ad essere reperibile per riposte immediate e rapide.

Ma le richieste padronali vanno oltre, ossia verso un trattamento fiscale ancora piu' vantaggioso e la piena deresponsabilizzazione in materia di salute e sicurezza soprattutto qualora dovessero verificarsi malattie professionali, infortuni, in tal caso oneri assicurativi e non solo un domani, potrebbero ricadere non sulla singola azienda ma sulla previdenza e infortunistica pubblica e generale.

Della serie...socializzare le perdite e privatizzare i profitti

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