Il part time agevolato verso la pensione è stato un fallimento clamoroso

Ora abbiamo la prova di quanto detto e scritto: sono solo duecento le domande di part time agevolato quando il GOVERNO aveva stimato in almeno 30 mila i lavoratori interessati.

Sono i dati Inps relativi ai primi otto mesi di applicazione della norma «invecchiamento attivo»; il part time agevolato riguarda chi ha un contratto a tempo indeterminato e una età anagrafica di 67 anni e sette mesi di età entro il 2018 e un minimo di 20 anni di contributi. In tal caso il lavoratore, accordandosi con la azienda, puo' scegliere di ridurre l’orario in una misura compresa tra il 40% e il 60 per cento dell'orario contrattuale. Nasce cosi' un nuovo contratto di lavoro con la riduzione dell’orario che dura fino a quando il lavoratore interessato non raggiungerà i requisiti per la pensione.

Questa norma riguarda solo i lavoratori del privato non quelli autonomi e i pubblici e a detta della Confindustria il fallimento è causato dai troppi oneri a carico delle imprese. Ma le ragioni sono ben altre perchè chi ha pochi anni di contributi, suo malgrado, è costretto a lavorare full time fino all'ultimo giorno possibile, sia chiaro con una paga ridotta della metà non si vive soprattutto se hai la prospettiva di una pensione da fame.

Il flop del Governo Renzi e del Ministro POletti è confermato dai numeri, ora i padroni non vorrebbero neppure pagare quella somma esentasse a loro carico e relativa alla retribuzione dell'orario non lavorato. I padroni vorrebbero che a pagare fosse solo lo Stato per consentire loro di assumere giovani con contratti sfavorevoli e il jobs act, non si accontentano che lo Stato paghi al lavoratore la contribuzione figurativa corrispondente alla prestazione non effettuata, vorrebbero, come si dice il Toscana, la botte piena e la moglie ubriaca.

Il contratto di part time non è vantaggioso per i lavoratori prossimi alla pensione ma le aziende vorrebbero di piu', anzi parlano chiaramente di una rimessa in termini economici. Facciamo un esempio per chiarire meglio il concetto: il lavoratore che firma un contratto di part time agevolato al 40% delle ore (16 a settimana in una settimana lavorativa di 40) riceve in busta paga il 72% della retribuzione (quindi in ogni caso andrà a perdere il 28% di quanto avrebbe preso restando full time), allo stesso tempo invece per la impresa ci sarà una riduzione del 49% ma la riduzione oraria sarebbe superiore, ossia pari al 60% (dati da Il sole 24 ore)

Per questo aziende e Governo stanno studiando dei correttivi per avere non solo i contributi figurativi pagati dallo stato ma anche una sforbiciata degli oneri a carico delle imprese.

Fatevi due conti da soli\e e capirete bene che la demagogia del Governo Renzi ha solo penalizzato i lavoratori e come sempre accade i padroni piangono perché si ritengono i piu' penalizzati.

Commenti