Quando il loro decoro calpesta la nostra dignità. Tra sfratti e rimozioni all'ombra della Torre pendente

Quando il decoro urbano calpesta la dignità umana e sociale delle persone. La storia di un senza tetto

Vogliamo raccontarvi una storia a pochi giorni dalla approvazione delle nuove disposizioni di legge contro il degrado urbano augurandoci che susciti sdegno e induca gli amministratori a qualche riflessione e a un cambio di rotta.
E’ una storia che obbliga a rivedere le politiche dell’accoglienza e di contrasto alla emarginazione sociale a non nascondersi dietro alle convenzioni con il terzo settore.

Nella giornata del 17 Febbraio, è stata chiamata la Avr, ditta in appalto al comune che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, per rimuovere un sacco a pelo, delle coperte e alcuni generi di prima necessità dal loggiato vicino a dove sorgeva un tempo la biblioteca comunale, proprio accanto alla macchinetta delle foto tessera.

Oggetti ordinati e disposti a ridosso di una saracinesca con tanto di lettera scritta a mano con cui un senza tetto, che si firmava per nome e cognome,  chiedeva con cortesia ed umiltà che gli oggetti non venissero rimossi perché erano i suoi unici averi.
Qualcuno potrà obiettare che gli oggetti di un senza tetto sono solo immondizia da rimuovere e in tal caso commetterebbe un grave errore perché gli indumenti erano stati lavati e piegati e il sacco a pelo invernale rappresentava il solo giaciglio dentro cui proteggersi dal freddo

Sandro, è il nome dell’homeless, ha scelto di vivere per strada e di non sottrarre ad anziani, donne e malati il posto letto nel dormitorio comunale, una scelta coraggiosa all’insegna della solidarietà di chi non ha nulla ma non per questo rinuncia a principi etici e morali per aiutare chi si trova in difficoltà maggiori delle sue.
I posti letto al dormitorio sono pochi, un sesto o un settimo di quelli che servirebbero, difficile giustificare la scelta del Comune di Pisa e della società della salute  che non hanno pensato ad un secondo dormitorio nonostante la miseria incombente e l’aumento dei senza casa.

Sandro e i suoi compagni hanno chiesto per mesi un posto dove collocare i loro oggetti, si sono offerti di pulire e ordinare la stanza ripostiglio ma nessuno ha mai fornito risposta, hanno provato senza esiti a incontrare per settimane l'assessore al sociale . Eppure si tratta di una richiesta semplice, un locale, una cantina dove collocare i loro oggetti al mattino per riprenderli alla sera. Possibile che il Comune non abbia una stanza di pochi metri quadrati da offrire? Noi quella stanza l’abbiamo individuata da tempo, ove per anni si sono collocati gli oggetti sequestrati o smarriti in Vicolo del Moro, possibile che nessun amministratore si sia adoperato per dare qualche risposta concreta a un bisogno reale?

Gli oggetti di Sandro sono stati prelevati e inceneriti in nome del decoro, quello stesso decoro che dovrebbe preoccuparsi di offrire servizi sociali degni di questo nome e che invece sono soggetti alle logiche dei tagli di fondi alle associazioni e cooperative che seguono i vari progetti.

Sandro e molti dei suoi compagni hanno una idea tutta loro dei senza tetto, a fine anno sono riusciti a riunirli in Logge di banchi e a improvvisare una festa con pochi mezzi di fortuna, una idea che stride con lo stereotipo del senza casa come mendicante e disturbatore della quiete pubblica.

Restituire gli oggetti a Sandro non è la sola risposta che ci attendiamo dagli amministratori, pensiamo ci sia bisogno di altro, un nuovo dormitorio, una stanza dove collocare i pochi averi dei senza tetto e un accordo con l’Arci per consentire a questi uomini e donne di avere un piccolo spazio anche poche ore al giorno dove socializzare.

DELEGATI E LAVORATORI INDIPENDENTI

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