Il reato di solidarietà punito dalla Giustizia ingiusta

Ogni giorno vengono emanate ordinanze contro chi dà da mangiare ai migranti o si dispensano i Daspo urbano per colpire la marginalità  sociale, tutti provvedimenti di immagine  che non intacano le cause del disagio e del cosiddetto degrado, non  vanno oltre la intimidazione e la criminalizzazione, anzi sono strumenti repressivi messaggeri di paura verso chi dissente e disobbedisce.

E' ormai sempre piu' diffuso un reato che non trova traccia nel codice penale, quello della solidarietà verso gli ultimi .

Come Marco Lenzoni, anche Gina De Angeli, infermiera di Massa-Carrara, è sotto processo a Massa con l'accusa di avere guidato un corteo non autorizzato delle lavoratrici Dussman che alcuni anni fa lottavano in difesa dei loro posti di lavoro. Sulle lavoratrici, in appalto all'ospedale di Carrara, come  sulle colleghe di altri ospedali toscani, stava per cadere la mannaia della spending review con tagli all'appalto e riduzione dei posti di lavoro.

Ma se il processo a Marco è ancora in corso, ieri, 19 ottobre,  è arrivata la sentenza di condanna per  Gina, un mese di arresto e multa di 103 € .

Il reato di solidarietà verso gli ultimi, verso chi subisce soprusi, lincenziamenti e ingiustizie è ormai parte integrante di un codice penale non scritto ma alimentato dalle ordinanze dei sindacati e dalla Legge Minniti.
Lo abbiamo verificato nel caso dei migranti e dei daspo urbani, lo si vede con estrema chiarezza attraverso i licenziamenti arbitrari che colpiscono i lavoratori scomodi e i codici disciplinari che colpiscono delegati scomodi.
Una grande repressione in silenzio si fa strada contro i lavoratori e le lavoratrici, contro chi non intende piu' subire ingiustizie e disuguaglianze.
La nostra solidarietà a Gina De Angelis la cui unica colpa è stata la sensibilità umana e politica verso le lavoratrici in lotta per la tutela dei loro posti

SINDACATO GENERALE DI BASE TOSCANA

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