La mitologia del low cost

Chi oggi ha meno di 40 anni ha volato piu' volte a prezzi bassi, ma al massimo ribasso erano anche gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori. Dura realtà quella che si cela dietro l'intricato mondo dei trasporti.

Nel frattempo sta venendo a galla la crisi del low cost con il fallimento della compagnia aerea Monarch Airlines e decine di migliaia di passeggeri rimasti a terra, un fallimento che si aggiunge alla cancellazione di 20 mila voli da parte di Ryanair.

Sembrava inarrestabile la marcia del low cost ma non è stato cosi', non sono bastate le basse tariffe e gli ancor piu' bassi stipendi, le ore di volo aumentate, una legislazione del lavoro che rimanda ai paesi di origine delle compagnie a prescindere dalla nazione in cui effettivamente la forza lavoro opera (ma su questo la Corte Europea ha fatto dietrofront)

In realtà sta uscendo dalla crisi anche il settore aeronautico europeo e, i piloti che avevano accettato compagnie con bassi stipendi, oggi, hanno offerte di lavoro piu' allettanti e non solo i piloti ma anche il personale di volo.

Le quote azionarie delle principali compagnie hanno ripreso a crescere.

La crisi riguarda quindi soprattutto i vettori inglesi e c'è già chi parla di effetto Brexit per il collasso della sterlina, indebolita la monte inglese risulteranno piu' cari i servizi di handiling negli aeroporti e lo stesso acquisto di carburante, questa almeno è la lettura ricorrente negli ambienti liberisti.

La logica del massimo ribasso ha nuociuto alle compagnie perchè finita la fase acuta della crisi sono scappati piloti e personale e perchè a forza di abbassare le tariffe gli stessi costi sono diventati insostenibili. Se le grandi compagnie hanno ridotto il salario dei loro dipendenti e annullato molti contratti integrativi giudicati eccessivamente favorevoli per il personale, le compagnie low cost avevano già rasciato il fondo del barile con stipendi all'osso e carichi di lavoro sempre meno sostenibili. A cio' bisogna anche aggiungere che i ricorsi in sede comunitaria sulle tematiche del lavoro non potevano essere piu'sottovalutati.
Di sicuro la crisi della Monarch Airlines porta le compagnie a scontrarsi per accaparrarsi tratte e personale.

Il processo di ristrutturazione in corso sta determinando la crisi del low cost e processi di fallimento e di fusione delle compagnie, alla fine molte soccomberanno e solo in 5\6 domineranno il mercato tenuto conto che negli ultimi mesi la crescita anche delle tratte piu' brevi, quelle del low cost per capirci, è assai piu' contenuta del passato.

E siamo certi che sia alquanto difficile continuare sulla strada del non riconoscimento del sindacato come fanno alcune compagnie quali Ryanair, Volotea e Vueling che non hanno accordi aziendali di secondo livello e non applicano neppure il ccnl di categoria, ricorrono sovente alle agenzie di lavoro e intrattengono solo rapporti individuali con il singolo dipendente. Queste condizioni sfavorevoli non invogliano i lavoratori a restare alle dipendenze di una azienda che paga meno, ti sfrutta di piu' e non riconosce molti diritti, quindi se arrivano offerte da compagnie concorrenti è naturale che si cambi datore di lavoro.

Alla luce di queste considerazioni non è da escludere che la stessa Ue intervenga per dare un segnale di omogeneità e alcune semplici norme che limitino quella deregulation selvaggia in materia di diritto del lavoro che alcune compagnie hanno utilizzato per fare fortuna ma della quale ormai stanno soffrendo con ripercussioni negative sui passeggeri (eliminazioni di tratte e di soppressione di voli) e sul loro stesso giro di affari.

Anche il liberismo piu' sfrenato rappresenta del resto un ostacolo alla accumulazione capitalistica

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