Le Regioni battono cassa per la sanità . Ma il Governo persegue la politica dei tagli

Sette-ottocento milioni sul fondo sanitario sono state richieste dalle Regioni consapevoli che i tagli statali alla sanità saranno sempre maggiori come dimostrato dalla assenza di 2,7 miliardi nel 2018 .

Le Regioni rassicurano le aziende sanitarie e parlano di dialogo con il Governo e di reciproco ascolto.


Ma ad oggi non ci sono segnali reali per invertire la tendenza e i soldi continuano a mancare e la storiella della trattativa tra Padoan e l'Ue sui margini di flessibilità per il debito sono forse utili a qualche paginata sui giornali ma di certo non aiutano a risolvere il problema. Sono ben 11 milioni i cittadini che hanno rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria perchè troppo costosa, sono decine di migliaia gli interventi ospedalieri o le cure rinviate per assenza di personale e non pensiamo che denunciare questa situazione di estremo disagio sia disfattismo.

«Conciliare sviluppo e finanze sane»,  come dice Padoan, non dovrebbe inficiare il diritto alla salute, eppure si continuano a regalare soldi alle imprese decantando i numeri occupazionali di Agosto, mese solitamente dominato dai contratti a tempo determinato o precari.
Le Regioni sono ancora una volta a mediare cio' che non andrebbe mediato ossia i fondi per la sanità. La discussione sulla eliminazione del sul super-ticket da 10 euro per diagnostica e visite specialistiche è fuorviante perchè non sono certo questi soldi a rappresentare un ostacolo. Nel 2018 il fondo sanitario dovrebbe salire a 114 miliardi, con l’aumento  di un miliardo di euro deciso nel 2016 ma ora si tratta di capire se questo incremento serva per coprire i rinnovi contrattuali in sanità. Ancora una volta i soldi stanziati sono insufficienti e si rischia di mettere in contrapposizione il diritto alla salute rispetto alla legittima aspettativa di lavoratrici e lavoratori che da nove anni attendono il rinnovo dei contratti. Per questo continuare a imporre alle Regioni il «contributo alla finanza pubblica» a fronte dello stato comotoso in cui versa la sanità ci pare francamente inaccettabile.

Per concludere , i soldi stanziati non porteranno benefici perchè saranno perfino insufficienti a pagare i rinnovi contrattuali, immaginiamoci allora per garantire il diritto alla salute e a fare nuove assunzioni con organici risicati e l'età media del personale  tra le piu' elevate d'Europa.  Sui bilanci regionali ricadranno infine i tagli progressivi previsti dalla manovra 2015 che nell'anno 2018 dovrebbero ammontare  a 2,7 miliardi. Continuare sulla strada del risparmio e vincolare le Regioni, che hanno competenza in materia di sanità, alla riduzione di spese significa non affrontare e men che mai risolvere gli annosi problemi considerato che sulla salute pesano anche i conti della Pubblica amministrazione obbligata a rispettare tetti di bilancio, di riduzione di spesa (anche in materia di personale). Con i soldi fino ad oggi a disposizione non si garantiscono i contratti e si continuerà a risparmiare sulla pelle dei cittadini.

Commenti