Pisa:quando l'arbitrio padronale diventa legge

Quando l’arbitrio diventa legge



Vogliamo segnalarvi una storia accaduta a Pisa. Per ovvi motivi siamo costretti a tacere il nome della azienda e delle lavoratrici per no incorrere in ulteriori azioni repressive come il ritardo nel pagamento del tfr e delle spettanze arretrate.

Siamo nel settore commercio, le lavoratrici hanno superato i 50 anni e vantano una esperienza nel settore trentennale.

Nel corso del tempo,la azienda ha vissuto vari cambi di gestione e ogni volta alle lavoratrici è stata presentata la lettera di licenziamento e in contemporanea il nuovo contratto di assunzione.
Ogni volta le lavoratrici perdevano anzianità di servizio e vedevano ridursi non solo il loro monte ore contrattuale ma anche la stessa retribuzione.

In uno dei tanti cambi di gestione è arrivato perfino il sindacalista amico dell’azienda che ha "consigliato" le lavoratrici di firmare il nuovo contratto “perché tanto non sarebbe cambiata la loro
situazione”.

Ma i cambiamenti ci sono stati nel corso del tempo, i contratti full time si sono trasformati in part time al 30%, gli orari di impiego sottoposti, in barba alle leggi, alla massima flessibilità in base
alle sole esigenze aziendali.

Le lavoratrici potevano essere assunte direttamente dal nuovo datore di lavoro anzi avrebbero dovuto mantenere il contratto, l’anzianità di servizio e la retribuzione ma cosi’ non è stato: ad ogni cambio di gestione , si raccontava loro che la nuova proprietà non era nelle condizioni di mantenere gli stessi contratti e la firma del contratto sfavorevole diventava la sola alternativa al licenziamento.

Nessuno, e men che mai il sindacalista collaboratore della azienda, ha spiegato alle lavoratrici che la riduzione oraria avrebbe comportato un assegno previdenziale piu’ leggero e in caso di licenziamento anche un risarcimento ridotto.

A distanza di pochi giorni dall’ultimo cambio contrattuale, in occasione del quale le lavoratrici hanno fatto valere i loro diritti, è arrivata la lettera di licenziamento, con decorrenza immediata e il
pagamento del mancato preavviso, motivato dal calo delle vendite ma,ironia della sorte, la scarsa liquidità stride con le assunzioni nel frattempo avvenute .

Come è possibile licenziare e nel frattempo assumere altri ?

Per i licenziamenti non si è seguito alcun criterio, sono state scelte le piu’ anziane perché si voleva sostituirle con qualche contratto favorevole (all’azienda) e con il ricatto del tempo determinato che porta molti giovani a non far valere elementari diritti, per esempio il rispetto del contratto nazionale e la continuità del rapporto di lavoro nei cambi di appalto e di gestione.

Quanto accaduto in questo esercizio commerciale alle porte di Pisa è di inaudita gravità perchè legalmente si possono commettere soprusi e violazioni di diritti elementari .

E’ il trionfo del libero arbitrio, della violazione dei diritti e della stessa dignità umana. Le lavoratrici licenziate potranno anche ricorrere ad una causa risarcitoria ma l’azienda se la caverà, grazie alla cancellazione dell’art 18 con la Legge Fornero, con poche migliaia di euro. Le lavoratrici non hanno neppure una anzianità di servizio da far valere perché l’anzianità è stata azzerata dai
continui contratti rinnovati nel corso degli anni. E una eventuale causa oltre ai costi economici avrà anche altre conseguenze come la "iscrizione" delle lavoratrici in una sorta di lista nera di personale
sindacalizzato da non assumere.

Del resto i padroni tra loro sono sempre solidali al contrario dei lavoratori che invece si dividono per pochi euro soprattutto quando vengono mal consigliati da pseudo sindacalisti

Quanto sopra descritto è ormai ordinaria amministrazione, chi parla di diritti in astratto dovrebbe prima capire cosa accade ogni giorno nei posti di lavoro. La cancellazione delle leggi piu’ favorevoli ai lavoratori sancisce la liberà assoluta di licenziamento alimentando continui soprusi. E’ cosi’ che si afferma il libero arbitrio padronale nei posti di lavoro

Sindacato generale di base Pisa

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