Contratto di espansione: occhio alla trappola

Il contratto di espansione si presenta come soluzione sempre più conveniente per le imprese tanto che il Governo dei Migliori lo conferma per ancora due anni estendendolo alle imprese con almeno 50 dipendenti. I contratti di solidarietà  al massimo avranno una  riduzione media oraria dell'80 per cento  rispetto all'attuale 60% 

I contributi per 36 mesi alle imprese vengono azzerati a condizione che assumano stabilmente alcuni dipendenti provenienti dalle aziende in crisi e prossime alla chiusura.  In questo modo  viene favorita la chiusura di alcune aziende, la manodopera maggiormente qualificata viene riciclata e le aziende per tre anni non pagano contributi.

Cosa ci sia di vantaggioso nei contratti di espansione, tanto cari a cgil cisl uil, è un autentico mistero.

Alcune aziende potranno poi fondersi all'occorrenza per raggiungere le 50 unità, sono soldi pubblici destinati ai processi di ristrutturazione delle imprese e i benefici per la forza lavoro sono decisamente inferiori ai vantaggi per le aziende.

Verrà fatto uscire personale al quale mancano 5 anni massimo per maturare i contributi previdenziali  (vecchiaia o anzianità); sarà possibile ridurre l’orario dei lavoratori impiegati  con un anno e mezzo di CIGS ,  poi c'è la possibilità di una riduzione oraria (che può arrivare anche fino al 100%). Non si dice tuttavia quali saranno le ripercussioni (negative) sui salari e sulle pensioni di questi lavoratori interessati ai contratti di espansione, silenzio assoluto su costi e benefici per la forza lavoro, si sa solo che tali misure convengono alle imprese e rappresentano un costo per le casse statali.

E questi contratti possono essere siglati anche attraverso la contrattazione collettiva aziendale, il sindacato diventa protagonista attivo dei processi di ristrutturazione

In caso di Cigs poi si parla di rioccupazione e autoimpiego con il rischio di trovarsi sbattuti a decine di km di distanza in qualche azienda magari con un orario settimanale inferiore, pena la esclusione dalla stessa Cigs.

E ancora una volta si parla di percorsi astratti di reinserimento e di formazione attraverso le Regioni, astratti perchè nel corso degli anni questi processi si sono dimostrati fallimentari anche per il boicottaggio di gran parte del mondo imprenditoriale

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