Viva il Papa Re.....incontro tra Biden e Papa Francesco

Viva il Papa Re di Tiziano Tussi

 

Di solito è utile e indicativo leggere Avvenire il giorno dopo qualche momento significativo della vita politica del Vaticano. Anche per l’incontro di Joe Biden, novello presidente degli USA, con il Papa speravo che lo fosse. Un incontro durato molto tempo, un’ora e un quarto, tanto che i successivi incontri ed apparizioni del Presidente nella Roma del G20 hanno dovuto attendere un po’ di tempo. 

La questione per Biden ed il Papa, in terreno cattolico, ha a che fare con le contraddizioni di Biden per una retta via confessionale. Retta via difficile da mantenere nel ruolo di Presidente degli USA. Nessun problema di credo e di riferimento dottrinale, ma alcuni problemi politici con ricadute sul personale. 

Posizioni, il tema è quello dell’aborto, che servono a Biden per rimanere a galla sulla metà circa del panorama statunitense, repubblicano e fondamentalista. Biden deve, non so se per convinzione personale o altro, supportare tutto il mondo LGBT+ che negli USA è veramente forte, almeno per quanto riguarda alcune situazioni che servono politicamente ai democratici: la parte sinistra del suo elettorato, i quartieri medio alti delle città USA, i derelitti che sperano in qualcosa di meglio da un Presidente democratico che dal precedente Donald Trump, che aveva anche lui i suoi supporter in quel mondo, ma pochi. Ma i veri problemi iniziano quando si tocca la questione dell’aborto.

Naturalmente  deve essere difeso da Biden, se vuole tenersi quel variegato mondo vicino e naturalmente la Chiesa americana, in primis, non può accettarlo. Ecco perciò che l’incontro con il Papa poteva essere necessario e chiarificatore. In fondo una questione di etica per un Presidente di un mondo che è abituato a vivere facendo slalom proprio su questo terreno, sentito ed agito diversamente dalla sensibilità europea. I vescovi statunitensi avevano dichiarato che occorreva rifiutare la comunione a chi si ostinava a difendere scelte abortiste.

 Bene: l’incontro con il Papa è servito proprio a questo ad avere il permesso di comunicarsi dal capo della Chiesa. Ma come, un guerrafondaio di prima leva, anche se in misura forse minore di altri presidenti; un partigiano dell’egemonismo USA; America is back, il suo slogan preferito; un ideatore di contrasti internazionali, soprattutto con Cina e Russia, che deve togliersi il granellino dell’impossibilità di comunicarsi? Ebbene sì! Per lui importante, evidentemente, per la sua coscienza, ne avrà bene una anche lui, e per la sua politica.

 Ma non tralasciamo di pesare appunto le difficoltà di coscienza, reali, di personaggi, psicologicamente contraddittori, come il Presidente americano che non fa niente altro che replicare alla sommità della piramide sociale statunitense, le difficoltà di razionalizzazione e di strade psicologiche diritte, della società USA. Per questa analisi psicologica e sociale rimando ad un testo di Jean Baudrillard, tradotto nel 1987 da Feltrinelli, L’America. Avvenire titola il pezzo sul colloquio, prendendo spunto dal complimento, invero assolutamente banale, di Biden al Papa: Il più grande guerriero della pace. Banale perché se lo mettiamo al negativo non ha senso ed al positivo è nelle cose. Cosa dovrebbe essere il Papa, un Giulio II redivivo, il papa con la corazza (1503-1513)? 

Ma il sottotitolo è più esplicativo. Sempre Biden dichiara, altra sottigliezza: mi ha detto – il Papa ndr. – di esser felice che fossi un buon cattolico e che continuassi a ricevere la Comunione. Un altro articolo di rinforzo, stessa pagina, ci dice che i vescovi statunitensi dovranno usare molta “cautela nel prendere posizioni che rischiano di essere strumentalizzate politicamente”. Insomma, un’indicazione di compromesso possibile. Cosa molto più difficile, a livello compromissorio, con il mondo Indiano. Sempre nella stessa pagina, un articolo di spalla per l’incontro che il Papa ha avuto, negli stessi giorni con il Presidente indiano Narendra Modi. 

I cattolici in India sono repressi e lo saranno ance in futuro, senza potere sperare in una resipiscenza del Presidente che non ci pensa nemmeno a difenderli dalla sua base, formata da milioni di supporter indù. Per ogni ambito sociopolitico la sua ricetta di relazioni politiche possibili. Ma in questo andirivieni non è stato certo il Papa, il mito Francesco, a brillare di fronte al reprobo Joe. Del resto mettersi di traverso al Presidente USA, su questioni di spessore, non è certo da tutti, anche il Papa può abbozzare per motivi vari e politicamente densi. Con buona pace dei suoi adoratori italiani di sinistra.   

 

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