Educazione alla Terrestrità
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Educazione alla Terrestrità
di Laura Tussi
Come prima cosa dobbiamo fare chiarezza su un concetto fondamentale.
Facciamo parte di un ecosistema terrestre come frutti di una evoluzione naturale,
rami e foglie di un albero che costituiamo e che ci ha costituito, o ne siamo i
dominatori in quanto abitanti estranei di un edificio che stiamo occupando?
Il concetto di terrestrità evidenzia il fatto che è l'essere umano organizzato
in società a trovarsi inserito in un organismo vivente più esteso e complesso e
non relegabile alla sua unica, autonoma e separata presenza decisionale.
L'uomo, l’essere umano, fa parte di un complesso sistema mondo, una comunità di
viventi ma anche di non viventi, e da tempi molto lontani si arroga però il
diritto di dominarlo e decidere come attore unico e indipendente.
Questo è il punto di partenza per un ragionamento molto ampio su come agire
partendo da alcuni principi cardine scritti in trattati e convenzioni mondiali.
L'essere umano "terrestre", membro della comunità della vita, si deve
fare artefice di un processo di riequilibrio del pianeta.
Forme viventi come piante e animali, che stanno in delicato equilibrio
evolutivo, si trovano sempre più in pericolo a causa della società umana
accumulatoria e predatoria, che le sfrutta per trarne un profitto.
Ma questo processo, di cui una ristretta élite dell’1% è più responsabile
della massa passiva ad essa assogettata, porta a segare il ramo su cui siamo
seduti dall'albero della vita, essendo noi stessi foglie di quel ramo e di
quell'albero!
Ragionare con in mente il concetto di terrestrità significa proiettare azioni
concrete su una lavagna che raccoglie le istanze globali, azioni rivoluzionarie
che guardino a un'ecologia nuova, base di un'economia nuova, di una società che
fa pace con la Natura, la società del nuovo millennio che porterà anche vera
libertà e vera giustizia.
Da quando l'essere umano, organizzato gerarchicamente nell’esaltazione degli
antagonismi sociali, si è reso attore unico e decisionale del pianeta si sono
avviati processi che hanno portato ad un declino inesorabile del pianeta.
Di questo declino ne sono prova il fatto che da molti secoli l'élite al potere
promuove guerre pronta a distruggere l’intera umanità per detenere il controllo
del pianeta.
Quale strada allora percorrere?
Dopo momenti che hanno visto seriamente il rischio della morte dell'umanità
(due guerre mondiali), abbiamo avuto un afflato di dignità che ci ha permesso
di scrivere carte del diritto internazionale, ma anche costituzioni nazionali,
che contengono principi imprescindibili in grado di ricondurci su strade di
Pace: la pace tra noi esseri umani e con il pianeta tutto che ha diritto di
vivere a prescindere dalla nostra stessa esistenza.
Altri processi si sono avviati nella storia e se anche in modalità ridotta
hanno stabilito presupposti praticabili, strade da percorrere per arrivare a un
cambiamento vero e duraturo nel rapporto tra l'uomo e la Natura all’insegna
della cultura della terrestrità.
Spesso vengono messe in discussione le agenzie mondiali (ONU, UNESCO)
perché non incisive, ma questo è un limite che va superato con passi in
avanti nella governance globale.
Lo abbiamo già scritto in "Antifascismo e nonviolenza": una cattiva
legge è meglio di nessuna legge, perché lavoriamo alla forza del diritto che
deve subentrare al diritto della forza (armata).
Questa è la nonviolenza efficace.
Stabilire a livello globale l'illegalità e l'immoralità di un agire (ad
esempio la proibizione giuridica delle armi nucleari, oggi quasi a portata di
mano) può e deve essere un passo che può condurci ad un cambiamento
rivoluzionario, spetta ai grandi movimenti globali lottare per la sua
attuazione.
Se nel mondo esistono ancora ingiustizie, guerre e sfruttamento, se una
oligarchia di 10.000 persone riesce a schiacciarne oltre 7 miliardi, se il
nostro modo di produrre e consumare sta erodendo le basi stesse della vita,
questo non vuole dire che la carta internazionale dei diritti umani, da
estendere ai diritti dell'umanità e ai diritti della Natura, debba essere
stracciata perché non rispettata.
Il nuovo trattato TPAN per la proibizione giuridica delle armi nucleari votato
all'ONU e in attesa del completamento dell'iter di validazione con almeno 50
ratifiche da raggiungere, rappresenta un passo in avanti del pacifismo
mondiale, della pace tra umanità e natura, anche se non sarà una soluzione
definitiva al problema della deterrenza nucleare, che costituisce una emergenza
mortale al pari di quella climatica ad essa intrecciata.
L'essere umano organizzato nel sistema gerarchico e patriarcale deve smettere
di essere antropocentrico e deve stabilire un patto biocentrico "del Nuovo
Millennio" : cessare la guerra contro il pianeta, quindi contro sé stesso.
Vi proponiamo, con la educazione alla "terrestrità" un percorso di
formazione e interazione tra associazioni, attivisti e cittadini al fine di
condurre percorsi condivisi che abbiano come comune denominatore la vita da
difendere, rispettare e valorizzare.
Questo percorso prevede, con la collaborazione di soggetti impegnati in
progetti analoghi, la realizzazione, nel lungo periodo, di una scuola di Pace a
livello globale indirizzata, per cominciare, nei primi passi immediati, ai già
formatori ed educatori interessati ad approfondire la ricerca culturale sella
terrestrità nei suoi vari aspetti, e su come tradurla nei percorsi formativi
delle scuole e del mondo culturale e sociale.
Testimonianze, contributi e dibattiti, provenienti da varie fonti, verranno messi
come materiale fruibile liberamente dalla rete per una condivisione e una
riflessione globale.
Intendiamo, ripetiamolo ancora, collaborare con analoghe iniziative in corso
focalizzandoci, da parte nostra su questo problema, più consono al tipo di
attività che stiamo svolgendo: come costruire le categorie giuridiche e
culturali che esprimano l'appartenenza dell'essere umano alla Terra, e non
della Terra all'uomo?
Grazie e diamoci da fare insieme, sorelle e fratelli consapevoli delle
piante e degli animali, ma anche del Sole, della Luna e dell'acqua!
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