Social network etici?
I social network etici consentono un’informazione realmente universale e
immediata nella popolazione.
L’informazione della libertà
di Laura Tussi
I manifesti, i volantini, i giornali murali, hanno
svolto e svolgono una funzione propagandistica, informativa e organizzativa
molto importante. Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra
mondiale o nella lotta della Resistenza.
Negli ultimi decenni l’aumentata diffusione di giornali quotidiani e la
presenza della radio, della televisione, e soprattutto delle nuove tecnologie,
dei social network etici hanno consentito un’informazione realmente universale
e immediata nelle masse della popolazione.
Fino alla fine del secolo scorso il manifesto o il giornale murale aveva un
valore determinante nei rapporti di comunicazione tra dirigenti politici e le
masse popolari.
Un grande fenomeno storico assai recente come la rivoluzione russa, vide un
enorme uso di manifesti, manifestini, giornali murali per informare e
mobilitare le masse rivoluzionarie. Negli anni del nostro Risorgimento e
nell’Italia di allora, nella quale molta della popolazione era costituita da
analfabeti, l’unico mezzo per comunicare decisioni importanti e talvolta di
portata storica che venivano presi, erano i manifesti murali.
Questi erano letti da coloro che potevano farlo, come le persone colte o
comunque appartenenti alla borghesia e i ceti più ricchi e le notizie venivano
diffuse oralmente fra gli altri cittadini che non erano nemmeno nelle
condizioni di leggere questi avvisi.
Le condizioni quindi della diffusione delle notizie erano talmente diverse
da quelle dei nostri giorni e questo può essere il punto di partenza per
avviare una riflessione sull’argomento soprattutto con i giovani studenti di
storia. Si tenga conto che spesso nei volantini, negli avvisi e nei manifesti
appaiono notizie che le costruzioni storiche successive hanno dimostrato non
vere: essi erano evidentemente frutto di comunicazioni sbagliate ricevute da
chi doveva redigere gli avvisi e ciò può far riflettere anche sulla maggiore
possibilità di errori nelle informazioni dovute alle imprecisioni della
trasmissione orale delle notizie.
Si pensi infatti che talvolta le informazioni sui risultati delle battaglie
venivano comunicate da staffette a cavallo che riferivano in modo parziale e
iniziati gli avvenimenti o magari giungevano a destinazione mentre sul campo di
battaglia le sorti della lotta venivano modificate all’ultimo momento.
Visti in rapporto ai loro contenuti, i manifesti e i giornali murali sono
storicamente importanti e interessanti, si riferiscono spesso a opinioni di
parte e quindi contengono tutte le amplificazioni e le modificazioni dei fatti
in senso positivo e negativo dettati dalla passione politica.
Questo consentirà perciò, quando si potranno offrire manifesti e documenti
di parti avverse, un utile confronto che è lo stesso confronto al quale sono
costantemente abituati gli storici nel loro lavoro.
E’ da esso che nasce la ricostruzione esatta dei fatti avvenuti.
Ma anche in tempi vicini a noi, anche in questi anni, i manifesti, i
volantini, i giornali murali, hanno svolto e svolgono una funzione
propagandistica, informativa e organizzativa molto importante.
Si pensi al ruolo durante la prima guerra e la seconda guerra mondiale o
nella lotta della Resistenza.
Gli eserciti che si affrontavano sui più diversi e lontani campi di
battaglia gettavano manifesti con gli aerei sulle città e villaggi del nemico
per invitare alla diserzione, alla pace e alla resa, le truppe di occupazione
comunicavano ordini perentori alla popolazione proprio con i manifesti murali.
Ogni lotta clandestina, dalla Resistenza antinazista e antifascista alla
lotta per la libertà in Spagna o in Grecia, alla lotta di liberazione del
Vietnam, ha avuto e aveva bisogno di manifesti murali di volantini, dei
giornali clandestini per comunicare le notizie che gli occupanti e i dittatori
non vogliono far circolare, per organizzare i gruppi di resistenza, per
informare la gente comune, per non fare sentire soli coloro che sono oppressi e
sperano in una migliore condizione umana e sociale. E le lotte sociali, le
battaglie elettorali di oggi vedono anche esse un grande uso di manifesti di
ogni tipo.
Essi divengono spesso l’espressione dell’opinione delle minoranze, degli
esclusi, delle classi sociali subalterne che non possono diffondere le proprie
opinioni attraverso i grandi canali di comunicazione: la stampa quotidiana
legata al grande capitale, la radio e la televisione così come le nuove
tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione.
Le lotte dei neri americani, degli studenti, degli operai vedono un grande
uso dei manifesti.
L’altra America, l’altra Italia in genere l’altra umanità cioè i milioni di
poveri, gli esclusi, i lavoratori che si battono per una società più libera,
più uguale, trovano nei manifesti murali fogli che si diffondono fuori dalle
fabbriche o dalle università o nei comizi uno strumento sempre attuale di
informazione e di organizzazione.
Anzi la caratteristica della storia del manifesto degli ultimi 100 anni è
proprio questa, che da mezzo di sola informazione è divenuto via via sempre più
uno strumento fondamentale di organizzazione politica e sociale, quindi un
elemento importante nella creazione dei fatti storici.
Crediamo perciò che i manifesti, gli avvisi, i giornali murali siano tra le
testimonianze didatticamente più importanti che si possono offrire a coloro che
studiano la storia. Esse non sono riservate ad atti di archivio nei quali
derivano soltanto i fatti decisi nelle cancellerie o dai governi fra pochi
uomini, fra coloro che dirigono le vicende umane, ma rappresentano la
testimonianza più autentica del continuo contatto tra i gruppi dirigenti
rivoluzionari, i conservatori, fra i capi quindi delle diverse parti in contesa
e le moltitudini che ispiravano quelle lotte che dovevano seguire e subire gli
interessi di ristretti ceti dominanti.
Infine, sui manifesti si può organizzare uno studio storico, soprattutto
cercando di mettere in luce quali fossero appunto i rapporti tra le masse e i
gruppi dirigenti, con essi si possono anche affrontare problemi linguistici
considerando le caratteristiche della lingua italiana dei secoli scorsi e le
speciali espressioni adoperate per chiarire dei particolari avvenimenti.
Ma, certamente, non sono soltanto i manifesti a documentare il passato
lontano e recente, non si può credere che essi soltanto siano fonti della
storia.
Così nell’offrire a scuola raccolte e riferimenti di manifesti, di avvisi,
di volantini dedicati a avvenimenti importanti remoti o vicini, si possono
completare, a livello didattico, con pagine di giornali, con documenti privati,
con atti di archivio che possono così tutti insieme dare un’immagine la più
ricca possibile di quell’epoca di quel momento della nostra storia.
L’importante è avere i dati per rivivere, in quei giorni, in quegli anni.
Dalla memoria dei materiali informativi del passato al futuro dei nuovi
mezzi di comunicazione, l'informazione deve essere sempre libera e alla portata
della maggioranza delle popolazioni.
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