Università degli Stranieri di Siena interrompe accordo con la Marina Militare. E L'Ateneo di Pisa cambia statuto per impedire la ricerca a fini di guerra
La Barricata: Università degli Stranieri di Siena interrompe accordo con la Marina Militare
Durante il Senato Accademico dell’Università per Stranieri di Siena del 30 gennaio, le rappresentanti dell’associazione studentesca Cravos, Rachele Matteucci e Giorgia Miolano, hanno proposto l’interruzione del tirocinio Mare Aperto con la Marina Militare. Il Senato, all’unanimità, ha votato per interrompere la convenzione.
L’esercitazione Mare Aperto è la principale attività addestrativa della Squadra Navale italiana e nel 2024 ha coinvolto circa 9.500 militari di 22 nazioni, di cui 11 membri della NATO. Questa collaborazione rientra in un più ampio processo di relazioni tra università e settore militare, un fenomeno sempre più sistematico negli atenei italiani.
Non possiamo più tollerare che i saperi elaborati nelle università vengano messi al servizio dell’industria bellica e dei settori della difesa. L’Italia ospita già diverse infrastrutture strategiche della NATO, sfruttando territori come Sardegna, Sicilia e Toscana per esercitazioni militari su larga scala e installazioni di basi militari.
Il processo di militarizzazione dei saperi e la subordinazione della società civile alle esigenze del comparto militare sono sotto gli occhi di tutti: un esempio è la base militare di Teulada, in Sardegna, oggetto di continue richieste di smantellamento da parte della popolazione locale. Alla luce di questo contesto anche Unistrasi ha ritenuto insostenibile il coinvolgimento di studenti e studentesse in operazioni come Mare Aperto.
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