Perché non sono stati sottoscritti i contratti nazionali?

 

Perché non sono stati sottoscritti i contratti nazionali?  

 


I contratti sono scaduti da 38 mesi, parliamo del 92 % della forza lavoro nella Pubblica amministrazione.

A chi ci chiede la ragione del mancato rinnovo rispondiamo con una semplice considerazione: sei disposto a sostenere un contratto nazionale che in partenza ti fa perdere i due terzi del costo della vita?

Se la inflazione complessiva è sopra il 18 per cento, bastano aumenti del 6%? 

Alcuni sindacati sono disposti a firmare ogni tipo di accordo anche quando è evidente la perdita del potere di acquisto che non recupereremo in futuro come già avvenuto da 20 anni a questa parte.

Su quali base allora si stanno riaprendo le trattative a livello nazionale e il Governo ha forse intenzione di rivedere le cifre previste dalla Legge di Bilancio? E perché annunciare il raddoppio delle spese militari quando si tagliano due terzi delle risorse per i contratti della PA?

E non pensino, i sindacati critici che a ragione rivendicano maggiori risorse, di barattare la firma eventuale del contratto con qualche mancetta destinata a singole figure professionali, del resto si parla da settimane di dare risposte alla Polizia locale, agli insegnanti, ai demografici e agli assistenti sociali.

Ma in quale forma, forse saccheggiando il fondo della produttività destinando risorse maggiori ad alcune figure professionali e così dividendo la forza lavoro?

O si pensa alle solite indennità i cui criteri vengono demandati a una contrattazione decentrata nella quale le Rsu hanno ben poco potere e spazi di manovra?

E perché non decidere a tavolino dei nuovi inquadramenti contrattuali e prevedere incrementi del Fondo destinati alla produttività generale e non a specifiche voci per un numero ristretto di dipendenti?

E perché in alcuni comparti della PA il turn over è al 75% e non al 100%?

Sono, le nostre, domande meritevoli di risposte perché con la scusa di volere aiutare i nostri salari potrebbero assumere decisioni tali da dividere il personale penalizzandolo in gran parte sotto l’aspetto retributivo e della norma contrattuale.

E scelte del genere sarebbero l’ulteriore schiaffo alla nostra dignità

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