Intervento CUB sanità alla iniziativa di Pisa del 21 febbraio promossa da Cobas e Cub

 

Intervento  CUB sanità  alla iniziativa di Pisa  del 21 febbraio  promossa da Cobas e Cub

 


Le politiche di smantellamento della sanità vanno avanti ormai da anni anche nella regione toscana: solo se riusciremo a mettere insieme i bisogni di chi lavora nel settore sanitario e nel comparto socio sanitario assistenziale  e quelli dei cittadini si può riuscire ad ottenere un cambiamento di rotta.

La regione Toscana sta diventando il fanalino di coda e da anni la vecchia Toscana felix non è più tale; il sistema dell'autonomia differenziata in realtà esiste già da anni perchè in Italia si hanno tanti sistemi sanitari su quante sono le regioni, una differenziazione su base regionale che sarà peggiorata e portata al massimo grado con la legge sull'autonomia differenziata se non riusciremo ad incidere per abrogarla. La Toscana che poteva vantare fino a circa 15 anni  un sistema sanitario migliore di molte altre Regioni si è nel corso del tempo allineata:  si parti con la delibera 1265 nel 2012 che portò alla chiusura e al ridimensionamento dei piccoli ospedali, all'accorpamento dei distretti, alla chiusura dei punti nascita, alla riduzione dei posti letto anche sotto la media nazionale: contro questa delibera ci furono diverse iniziative di mobilitazione, comprese quelle che accompagnarono l'inaugurazione dei 4 grandi ospedali della Toscana.

Infatti la chiusura dei piccoli ospedali fu accompagnata dall'accentramento nei grandi ospedali e in quel periodo la Toscana si indebitò con il sistema del Project Financing con la costruzione dei 4 grandi ospedali: Prato, Pistoia; Lucca e Massa Carrara. Un sistema che tardivamente nel 2017 la stessa Corte dei conti bocciò  definendolo “un accordo di spiccata convenienza per il concessionario dato che  per i quattro ospedali la regione aveva pagato  il 79% mentre il privato dando solo il 20% si era  preso la concessione pluridecennale dei servizi non sanitari.

L' accentramento nei grandi ospedali  ha portato grossi disagi ai cittadini.

Successivamente nel 2015 c'è stato l'accorpamento delle ASL che sono passate da 12 a 3 : la conseguenza di questo accorpamento la viviamo tutti i giorni sia nell'allontanamento dei servizi dai cittadini, sia nelle prenotazioni di visite ed esami , che vengono fatti tenendo conto del territorio dell'area vasta: attualmente si sta formando un movimento che chiede il ritorno alle 12 ASL visto il fallimento del nuovo modello.

Anche nella regione toscana , come in tutta Italia, c'è stato una progressiva esternalizzazione dei servizi: ad esempio i servizi di pulizie sono completamente esternalizzati con appalti al massimo ribasso e con tempistiche che non possono garantire l'igiene delle strutture sanitarie: per le pulizie vengono calcolati 3 minuti per pulire un bagno e 7 minuti per una camera.

Al G7 di Ancona i grandi del mondo che si sono riuniti  per discutere delle politiche sanitarie hanno affrontato il tema dell'antibiotico resistenza programmando grossi investimenti nel business dei farmaci e dei vaccini, ma è chiaro che le infezioni ospedaliere risultano legate alle modalità e alle tempistiche assegnate per mantenere igiene e pulizia negli ospedali, dove invece persone fragili tendono a sviluppare patologie infettive .Il maggior investimento andrebbe fatto nell'assumere personale per garantire il livello di igiene necessario.

Le progressive esternalizzazioni dei servizi sanitari e socio sanitari hanno portato ad un sistema nell’assistenza di anziani e disabili ma anche di altre fasce di popolazione fragile come la persone con problemi di salute mentale o di dipendenze, che si regge prevalentemente su strutture private: il report di Amnesty Intenational   del 2020 su RSA  e i decessi avvenuti causa Covid testimonia che solo il 26% sono pubblici, privati no profit il 48% e privati for profit il 25%.

Oggi, secondo i dati del Ministero della Salute, il 48,6% dell’assistenza ospedaliera è privata, l’84% dell’assistenza residenziale è privata, il 73% dell’assistenza semiresidenziale è privata, l’82% dell’assistenza riabilitativa ex art. 26 è privata. Anche nella Regione Toscana su 322 RSA, 221 sono private e 101 risultano pubbliche, ma date in affidamento global service o in appalto a cosiddette Cooperative sociali o alle multinazionali dell'assistenza.

 Quanto accade in questi giorni in alcune RSA è frutto di un sistema di appalti che genera solo problemi: un servizio che dovrebbe essere pubblico come quello della cura e assistenza alle persone anziane è stato completamente  ceduto al privato che fa profitto a cominciare dalla pelle dei lavoratori e al risparmio  a mero discapito della qualità del cibo, dei pannoloni, della biancheria, e che introduce metodi di lavaggio a secco per risparmiare sui tempi da dedicare all'igiene degli anziani

Il sistema dei minutaggi vige in tante strutture esternalizzate come le RSA, le RSD ,le RSP dove i l'assistenza alla persona, l' assistenza infermieristica , fisioterapica educativa è calcolata in minuti assegnati per ogni singolo utente , come una catena di montaggio: un calcolo che porta ad esempio a far sì che per 20 anziani  ci siano 2 operatori in turno, siano previsti secondo le norme della nostra regione 44 minuti di assistenza infermieristica e 10 minuti al giorno di fisioterapia o educativa

Il peggioramento delle condizioni di lavoro di chi opera nel settore e la crescente privatizzazione è una tendenza che attraversa tutta l'Europa e che ha portato già dal 2012 alla creazione della “Rete europea contro la privatizzazione e la commercializzazione della salute” che recentemente ha adottato il suo nuovo nome ”Rete europea: la salute non è in vendita”

Alla rete aderiscono organizzazioni di diversi paesi europei che condividono la lotta contro la commercializzazione della salute con una visione della salute come diritto umano fondamentale legato a determinanti sociali ambientali ed economici.

Da anni la rete organizza nella giornata del 7 aprile definita dall' OMS la Giornata internazionale della salute, organizza iniziative in diversi paesi europei tese a sensibilizzare sui seguenti temi:

Finanziamento pubblico sufficiente per i servizi sanitari pubblicicontro le derive commerciali e privatistiche,per l'accessibilità alle cure per tutte e tutti,per migliorare le condizioni di lavoro di chi opera nel settore , garantendo la qualità delle cure.
Per organizzare iniziative coordinate in tale scadenza , è stato lanciato un appello affinchè possano essere unite le forze di chi si batte per il diritto alla salute, con iniziative coordinate in avrie città e paesi per il 5 aprile. Solo la costruzione di un fronte che possa unire lavoratori e cittadini potrà contrastare l’attacco al diritto alla cura che ormai da anni viene portato avanti da tutti i governi che si sono succeduti.

 

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