La relazione comunicativa e il rapporto interpersonale come risorsa per l’umanità Il dialogo è accoglienza
La relazione comunicativa e il rapporto interpersonale come risorsa per
l’umanità
Il dialogo è accoglienza
di Laura Tussi
Nel termine dialogo, il prefisso 'dia'
suggerisce l’atto dell’attraversare. Si tratta di andare oltre le parole, le apparenze,
superando gli ostacoli posti da lui, da me, dall’esterno.
Siamo esseri in relazione e in amore
anche se non lo ammettiamo. Nella nostra epoca è impossibile
vivere su un’ipotetica isola. Anche i navigatori solitari dell’esistenza sono sempre
collegati con altre navi. Tengono un giornale di bordo. Un diario esistenziale.
A volte sentiamo il bisogno salutare di ritirarci nella
solitudine e nel silenzio per riprendere le nostre forze.
Fortunati sono coloro che possono soddisfare questa necessità e ritornare poi tra i propri simili
completamente rinnovati. Ma sappiamo bene che queste ‘cure’ di solitudine non
possono durare. Il bisogno di contatti, di comunicazione è ancora più imperioso e impellente.
La voglia di vedere gente torna subito e sempre più
pressante.
Questi ritiri, queste interruzioni della comunicazione non hanno altro
scopo che quello di renderci capaci di comunicare meglio. Ma abbiamo bisogno di
relazioni.
Forse non percepiamo questa esigenza di relazione in modo così netto come
le necessità fisiologiche (mangiare, dormire) o i bisogni affettivi (amare,
essere amati). Si tratta infatti di un bisogno piuttosto vitale e involontario, come la respirazione. Finché
respiriamo normalmente tutto va bene. Solo quando sopraggiunge una crisi di
asma, un eccessivo inquinamento dell’atmosfera, scopriamo l’importanza di
questa funzione, questo bisogno di ossigeno relazionale, di condivisione e accoglienza.
La necessità di comunicare
Forse bisogna aver vissuto l’angoscia dell’isolamento per capire che
nessuno può vivere a lungo, come essere umano, come persona senza comunicare
con un suo simile. Una clausura coatta e prolungata
provoca generalmente uno stato di prostrazione e di letargo,
a meno che non siamo in presenza di persone dall’intensa vita interiore. Questi
esseri eccezionali non si ripiegano su se stessi, ma restano in contatto con il mondo attraverso il pensiero e la dedizione verso l’umanità. Con l'aiuto
verso i più fragili, tramite l'attivismo sociale.
Cosa significa comunicare?
Stando al vocabolario comunicare significa trasmettere, far conoscere,
condividere essere in rapporto. Comunicare può essere inteso come trasmissione
di un messaggio, come relazione con qualcuno per trasmettere un’informazione,
oppure anche come momento in cui si stabilisce un contatto. Più spesso si parla
di comunicazione della coscienza e dell’essere
profondo, di condivisione, di relazione, anche nella lontananza e nella nostalgia. Ci riferiamo allora al dialogo, nel quale si scambiano le opinioni. E i pensieri si formulano, si confrontano, si
riconoscono nell’accoglienza dell’altra e dell’altro,
dell'altrove. Ma possiamo anche illuderci di comunicare?
Vi può essere scambio di parole, di informazioni, senza ancora dialogo.
Restiamo allora con la nostra reale esigenza di incontro e di
vicinanza intima, anche mentale. La comunicazione è un evento
costante.
Abituati ad esprimerci con la parola e con la
scrittura, non riusciamo più a cogliere che la comunicazione è un prodigio costante, supportata e veicolata da persone vicine e lontane a noi care. Troppo spesso saturati dai
cosiddetti mezzi di comunicazione di massa e da tutto
quello che ci trasmettono ecco come pensiamo. Siamo storditi da parole, da
scritti, da immagini; rischiamo veramente di non percepire più la dimensione
della comunicazione, a cominciare da quella meno evidente fatta di sottintesi,
di imponderabili silenzi, di costanti comprensioni e interscambi
di idee e messaggi affettivi. Nel termine dialogo, il prefisso 'dia'
suggerisce l’atto dell’attraversare. Si tratta di andare oltre le parole, le
apparenze, superando gli ostacoli posti da lui, da me, dall’esterno.
La nostra intuizione si è affievolita.
Sentiamo e diciamo parole e idee, ma
l’atmosfera di uno scambio, la percezione di una situazione, di un’esperienza
soggettiva ci sfuggono.
A volte ci scambiamo messaggi altamente cerebrali e mentali,
dettati dal profondo interioristico.
Cosa sappiamo delle persone che ci stanno di fronte? della loro vita
interiore? cosa sappiamo degli altri? cosa sappiamo di noi stessi? qual è la verità e lo spessore
della nostra relazione con noi stessi, con l’altro, con il mondo?
La comunicazione è un bisogno vitale per l’essere umano. La
comunicazione è una necessità vitale, ma non ne siamo sempre
coscienti. La nostra agitazione, ansia, prostrazione, il nostro
sconforto non sono altro che una falsa comunicazione. Spesso nel bel mezzo di
questa massa di informazioni e di
messaggi, sentiamo la nostra irrimediabile solitudine, l’impossibilità di
capire e di farci capire. Ci limitiamo allora a uno
scambio di luoghi comuni.
Esprimere un’idea, un’impressione personale risulta impossibile.
Ci meravigliamo di tali difficoltà.
Non riusciamo ad accedere al linguaggio altrui e d’altra
parte gli altri non ci capiscono.
Le parole non hanno più senso. Non hanno più lo stesso senso.
Le idee si contraddicono.
Le sensibilità reagiscono a livelli diversi.
Ma è possibile migliorare la
comunicazione?
Malgrado tutto si tessono legami. Si stabiliscono relazioni. Per quanto
imperfetto, l’universo della comunicazione è sempre
perfettibile e ciò nella misura in cui conosciamo meglio
quello che accade e ci impegnamo attivamente a superare gli
ostacoli, a creare le condizioni favorevoli per noi, attorno a noi, per
incontrare meglio l’altro, e desiderare sinceramente
questo scambio, evitando la paura conscia e inconscia
che può destare l’incontro con l’altro e con
l’ignoto. Tutto ciò non potrà essere raggiunto in un solo giorno, né
spontaneamente. Si devono fare i conti con il tempo. Ma il nostro cammino andrà avanti, se ci sforziamo
continuamente di amare, di volerci bene, di ricambiare attenzioni e affetto e comprendere
sia noi stessi sia coloro che dialogano con noi.
Saper comunicare non è un dono ricevuto una volta
per sempre. È un dono che si acquista allenandosi ogni
giorno ad ascoltare meglio gli altri, a esprimere meglio noi stessi e potrà essere perfezionato per tutta la vita.
Commenti
Posta un commento