Il Trattamento di fine servizio: dopo 20 mesi tutto tace e il dipendente pubblico accumula perdite economiche

A distanza di 20 mesi i dipendenti pubblici che vanno in pensione continuano a subire un trattamento diseguale rispetto ai lavoratori del privato, la loro liquidazione avviene con anni di ritardo e senza rivalutazione in base alla inflazione. 

Eppure la Sentenza 130 depositata il 23 giugno del 2023 aveva stabilito la necessità di porre fine a questa ingiustizia evidenziando che la buonuscita diluita negli anni (e con risparmio di cassa per lo Stato ma perdita economica del singolo lavoratore) rappresentasse  un «vulnus costituzionale» a cui però poteva «porre rimedio» solo la «discrezionalità del legislatore» nell’individuare le soluzioni. 

 Il legislatore nel frattempo ha detto che si poteva continuare allegramente con gli anticipi erogati sotto forma di prestito dalle Banche e con gli interessi non pagati dallo Stato (responsabile di questa situazione) ma dal singolo dipendente. Le esigenze finanziarie del bilancio pubblico non giustificano una perenne disparità di trattamento, eppure la disparità di trattamento impera e ci sono sindacati che si rifiutano perfino di prendere posizione

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