Riflessioni di denuncia sul Caso Luca Attanasio
L’assassinio
di Luca Attanasio, ambasciatore di pace, non è un caso, ma “una grande
questione collettiva”
di Laura Tussi
L'ambasciatore italiano
nella Repubblica democratica del Congo Luca Attanasio, il carabiniere di scorta
Vittorio Iacovacci e l’autista congolese Mustapha Milambo sono morti a seguito
di un attacco all’auto su cui viaggiavano nella provincia orientale del
Nord-Kivu, a quasi 2.500 chilometri dalla capitale Kinshasa.
La vettura faceva parte
del convoglio di una delegazione del World food programme - Programma
alimentare mondiale dell’Onu, che andava da Goma a Rutshuru per ispezionare un
programma della stessa Pam per la distribuzione di cibo nelle scuole.
Luca
Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, rappresentano una lunga
serie di omicidi ignorati sia dai media internazionali sia dal governo centrale
di Kinshasa, distante in tutti i sensi dal martoriato Nord Kivu.
Il genere umano esce nuovamente sconfitto dalla violenza incontrollata,
dall'assenza di giustizia, dall'affermarsi dell'assenza di speranza. E di
speranza ne portavano tanta l'ambasciatore Luca Attanasio, il giovane
carabiniere Vittorio Iacovacci e l'autista del WFP Mustapha Milambo: tre
persone che hanno creduto in un futuro migliore, senza povertà, ingiustizie,
violenza. Abbiamo la responsabilità di custodire quei valori caduti nel
territorio di Nyiragongo per far sì che possano mettere radici, che diventino
alberi e che un giorno possano nutrire gli affamati di speranza.
L’uccisione
di Luca Attanasio e delle due persone che lo accompagnavano non è un caso, ma
“una grande questione collettiva”.
Salvatore Attanasio
racconta il figlio Luca Ambasciatore d'Italia che credeva fermamente nella pace
e voleva un Congo libero dai soprusi, dalla guerra genocida e dallo
sfruttamento dei più fragili da parte dei poteri forti.
Luca
era dalla nostra parte: documentava, fotografava, denunciava.
Mi chiedo se non é per questo che lo hanno assassinato, come nel
1996 uccisero il cardinale Munzihirva.
Il sangue versato del giusto, reclama giustizia per 6 milioni di
morti. Il governo deve denunciare i massacri all'Est e smascherarne i mandanti.
Investire sulla giustizia distributiva è investire sulla pace.
Salute per tutti, scuola per tutti: queste le sfide per costruire la pace.
Non vogliamo che Luca sia morto invano.
Luca potrebbero averlo eliminato perché denunciava il traffico
dei minerali e lo sfruttamento dei minori. E' solo un'ipotesi. Ma il suo agire
fuori dagli schemi burocratici del corpo diplomatico gli aveva creato dei
nemici.
Come
si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere le armi, anzi
smettendo di scambiare armi con minerali preziosi.
Il
Governo deve riaprire la cooperazione allo sviluppo in Congo. Non c'è
solidarietà senza giustizia. Non basta limitarsi all'emergenza e agli aiuti
umanitari che aumentano dipendenza. Vogliamo progetti di sviluppo.
A
che è servita MONUSCO, la forza di pace, i caschi blu? Non hanno protetto Luca.
In Congo serve giustizia distributiva, scuola gratuita, salute per tutti.
Se
aiutiamo lo sviluppo avremo la pace. E soprattutto bisogna smettere di vendere
armi ai cosidetti ribelli, longa manus delle transnazionali, coltan in cambio
di armi: che affare!
Scuola
non per tutti, ma per i ricchi. Idem per la salute. Milioni di morti ogni anno
all'Est in Congo. Come si può fermare tutta questa mostruosità? Smettendo di vendere
le armi, anzi smettendo di scambiare armi con minerali preziosi.
Armi
in cambio di coltan: che affare per i signori della guerra!
Luca
non é morto invano. La sua morte ha smascherato 6 milioni di morti anonimi di
una guerra di esproprio finanziata dalle transnazionali.
Nel traffico dei minerali in cambio di armi ci sono complicità
dell'Occidente.
Luca ha preso distanza da queste complicità, forse anche per
quello era amato dai missionari.
Non
vogliamo che Luca sia morto invano. Per questo dobbiamo investire su una
solidarietà che sia anche giustizia distributiva.
E' un
dovere da parte nostra fare memoria e soprattutto per le tre bambine di Luca
così piccole. Quando saranno abbastanza grandi per capire, vogliamo che
sappiano che loro padre era un "giusto" il cui sangue versato
seminerà più giustizia in Congo.
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