Ai referendum vai a votare e vota SI
Ai referendum vai a votare e
vota SI
Buongiorno, come Cub Comune di
Pisa invitiamo ad andare alle urne e votare sì. Siamo consapevoli che il mondo
non si cambi con un Referendum ma tutti i partiti succedutisi hanno guadagnato
voti tradendo il patto con gli elettori. La Meloni aveva parlato di riduzione
delle accise e di cancellare la Fornero, ebbene le accise sono invariate e oggi
si va in pensione sempre più tardi.
Come un vecchio leader della
democrazia cristiana asserì il potere logora chi non lo ha e alla fine il
vecchio vizio del trasformismo, in auge già all’indomani dell’Unità d’Italia nell’Ottocento,
acquista sembianze diverse ma nella sostanza rimane sempre lo stesso.
I nostri salari hanno perso
potere di acquisto, ci sono sindacati che pensano sia utile sottoscrivere
contratti che recuperano meno di un terzo del costo della vita sancito dell’Istat,
abbiamo subito la erosione del potere contrattuale, in dieci anni di jobs act i
nostri diritti sono stati ridimensionati
Non basta più denunciare la
precarietà come un problema strutturale del mercato del lavoro in Italia, oggi quasi
il 30% degli occupati è legato a contratti a termine o part-time, diminuiscono
le ore lavorate e i posti di lavoro di nuova creazione riguardano per lo più gli
over 50 che hanno già una professionalità e delle competenze. Si investe quindi
poco o nulla in formazione e la precarietà non si misura solo nei contratti materializzandosi
anche nei bassi salari, nella mancanza di tutele individuali e collettive.
A dieci anni dall’approvazione
del Jobs Act, “voluto con l’obiettivo dichiarato di combattere proprio la
precarietà,” il bilancio è fallimentare. Dati alla mano è cresciuta la precarietà e con essa i bassi
salari , sono le fragilità e le disuguaglianze.
Il “Decreto Lavoro” (DL 48 del
4 maggio 2023) ha ulteriormente liberalizzato l’uso dei contratti a termine e
reintrodotto i voucher amplificando il ricorso al lavoro stagionale e
semplificato le regole sulla somministrazione, permettendo alle aziende di
superare i limiti previsti (30%) e optare per il lavoro in affitto a discapito
di rapporti stabili e duraturi. E gli impegni di crescere e migliorare le
misure del welfare e le tutele individuali e collettive sono finite nel dimenticatoio,
interessava solo avere la libertà di licenziamento in cambio poche mensilità e
una volta ottenuto il tutto si sono voltati dall’altra parte.
Sono ragioni elementari
quelle fino ad ora esposte ma sufficienti a supportare la necessità di un voto
favorevole ai 5 quesiti referendari. Non andiamo al mare o se proprio vogliamo
riposarci sulla spiaggia prima passiamo dai seggi a tutela della nostra dignità
di lavoratori e lavoratrici
Un approfondimento
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