Neo-Keynesismo di guerra? Si rinunci ai giorni di festa per promuovere il Riarmo UE
Neo-keynesismo di
guerra ossia l’accrescimento delle spese per il militare elevando il settore
della difesa a volano della crescita economica? Nella
riconversione non avverrà un semplice travaso dal civile al militare ma anche
dei processi di ristrutturazione che potrebbero distruggere posti di lavoro
prima di crearne di nuovi e appoggiarsi su generosi ammortizzatori sociali che
avranno un costo per quei bilanci dello Stato già in fase di feroce
dimagrimento per le ricette neoliberiste della minor pressione fiscale e degli
sgravi alle imprese.
In Germania sono un bel passo in avanti rispetto ad altri paesi Ue e stanno individuando i settori destinati
alla riconversione bellica che poi sono aziende dell’indotto meccanico oggi
decisamente in crisi.
Nel frattempo, la
Ue spinge gli Stati membri a investire nel Riarmo risorse pubbliche nazionali e
comunitarie, e lo farà in misura crescente da qui ai prossimi anni con un
aumento che a logica sembrerebbe inspiegabile
I paesi membri
della NATO si sono appena impegnati a non andare al di sotto del 2 per cento del
PIL per la spesa militare, nell’anno corrente diversi paesi sono ancora fermi a
cifre giudicate irrisorie: Portogallo (1,55%), Italia (1,49%), Canada (1,37%),
Belgio (1,3%) e Spagna (1,28%).
La Germania nel 2024 si è portata al 2 per cento per spesa Militare
Germany
backs 5% NATO defense spending target – DW – 05/15/2025
Se la Ue vuole
accrescere il suo PIL e aumentare al contempo le spese militari dovrà prima far
quadrare i conti specie se la crescita economica deriverà, secondo previsioni,
da investimenti pubblici e privati nel settore difesa. Si tratta di costruire
infrastrutture e competenze, investire nella ricerca e nella produzione bellica
sapendo che i margini di crescita della economia europea restano assai limitati
e gli obiettivi del Libro Bianco della Difesa restano forse fin troppo
ambiziosi
Libro-bianco-difesa-italiano.pdf
La Germania è stato
tuttavia il primo Stato membro dell’Ue ad avere annunciato l’aumento della spesa
pubblica per politiche di riarmo e di difesa, molte altre nazioni seguiranno a
ruota pur dosando le dichiarazioni di intenti anche per non urtare suscettibilità
degli alleati e contenere le proteste dell’opinione pubblica.
Solo pochi giorni
fa sono scaduti i termini per presentare istanza di aumento della spesa
pubblica per il settore bellico senza rompere gli equilibri di bilancio, siamo
davanti alla parziale sospensione delle regole Ue allentando i parametri della
spesa pubblica per un congiunto sforzo nel Riarmo.
Il patto di
stabilità interno non è più un tabù come anche i giorni di ferie a disposizione
della forza lavoro tedesca tanto che arriva la proposta di abolire un giorno
festivo per ricavare risorse da spendere nel militare, soluzione già praticata
in Danimarca e destinata ad essere seguita da altri paesi. Dirimente sarà il
ruolo dei sindacati nel far passare questi processi affermando la mera
subalternità della forza lavoro e delle parti sociali alle istanze di guerra
La
Germania dovrebbe abolire un giorno festivo? | Opinione | Istituto ifo
La
Danimarca abolisce i giorni festivi per aumentare la spesa per la difesa – DW –
28/02/2023
E come non intravedere un nuovo patto sociale
all’orizzonte con l’immancabile presenza di qualche sindacato subalterno ossia
la rinuncia a diritti acquisiti per favorire la spesa militare. Dall’oro alla
patria di epoca fascista ai giorni di lavoro devoluti al Riarmo il passo è
breve
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