La Ue tergiversa ma il popolo palestinese non può più aspettare
Partiamo dalla
dichiarazione congiunta di Francia, Regno Unito e Canada contro le “azioni
scandalose portate avanti dal governo” di Netanyahu.
Israele ha subito un attacco efferato il 7 ottobre. Abbiamo sempre
sostenuto il diritto di Israele a difendere gli israeliani dal terrorismo. Ma
questa escalation è del tutto sproporzionata.
Non staremo a guardare mentre il governo Netanyahu persegue queste azioni
eclatanti. Se Israele non cesserà la rinnovata offensiva militare e non
eliminerà le restrizioni agli aiuti umanitari, adotteremo ulteriori azioni
concrete in risposta.
La proposta di cessate il fuoco, di rilascio degli ostaggi, un percorso poi legato a quel progetto, antistorico ormai, di due popoli e due stati. Non a caso abbiamo parlato di soluzione antistorica, veniamo da oltre venti anni di colonialismo da insediamento, di condizioni disumane a Gaza, di un espansionismo ebraico sostenuto non solo da Israele ma da Fondazioni e blocchi economici nel mondo potendo contare allo stesso tempo sul sostegno politico all’Onu.
Per troppi anni la Ue ha offerto a una delega in bianco all’Autorità nazionale divenuta un ectoplasma impresentabile agli occhi del popolo palestinese, priva di credibilità, vista nei territori occupati dalla popolazione intera come complice delle immani sofferenze subite dalla popolazione di Gaza, lontana anni luce ormai dalle istanze del popolo palestinese..
Da tempo parliamo, a ragione veduta, di rapporti sempre più stretti tra i paesi Ue ed Israele anche in campo militare, il fallimento di ogni iniziativa diplomatica nasce anche dall'appiattimento sulle ragioni di Israele di gran parte dei paesi europei, inclusi quelli che tradizionalmente avevano rapporti stretti con il mondo arabo.
La Ue non è un soggetto politico in grado di assumere qualche iniziativa degna di nota, ha impiegato 20 mesi solo per assumere una prima e timida decisione, alcuni paesi membri della Unione sono in affari con Israele e dal 7 ottobre hanno accresciuto il volume dei rapporti commerciali e la Ungheria si è rifiutata di condannare l'operato dei coloni anche davanti a documentazione resa dagli organismi umanitari sapendo che questo veto avrebbe arrestato ogni presa di posizione del vecchio continente.
E' quindi assai improbabile, per non dire impossibile, l'adozione della Ue di un embargo vero e proprio accompagnato dalla cancellazione dell’accordo associativo tra Ue ed Israele, la fine dei trattati commerciali a iniziare da quelli in campo militare, queste dovrebbero essere scelte in fondo obbligate per acquisire credibilità e forza anche in una eventuale azione diplomatica.
Siamo davanti a iniziative poco convincenti, alcuni paesi nordici propongono sanzioni europee contro i ministri israeliani la cui efficacia sarebbe pari a zero. E meno di 20 giorni fa Israele ha presentato il suo piano di normalizzazione di Gaza con l'evacuazione dell'intera popolazione dal nord e dal centro della Striscia e il mantenimento delle aree conquistate "per impedire il ritorno del terrore".
Chi ironizzava
sul piano Trump e sui video prodotti dalla intelligenza artificiale
probabilmente non pensava che la realtà avrebbe superato il virtuale. E intanto
la Ue invita il Governo di Israele alla "massima moderazione” e non sa
neanche imporre l'ingresso degli aiuti umanitari nei territori distrutti dai
bombardamenti israeliani. Sono forse questi pavidi governanti a potersi
presentare come interlocutori credibili a sostegno del popolo palestinese?
Ovviamente no e lo toccheremo con mano nei prossimi giorni con l’annunciata ed
ennesima operazione militare per la piena conquista di Gaza
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