Panama il governo dichiara lo Stato di emergenza nella provincia nord orientale di Bocas del Toro.
Panama il governo dichiara lo Stato di
emergenza nella provincia nord orientale di Bocas del Toro.
La struttura economica e sociale postcoloniale
dei paesi latinoamericani causa scatenante delle cicliche ondate di proteste
che scuotono tutt’oggi il subcontinente
A seguito dell'approvazione, da parte del
parlamento controllato dalla destra, della legge 462 di riforma del Fondo di
previdenza sociale che ha introdotto significativi tagli alle pensioni, il 28
aprile scorso il principale sindacato, il Suntracs, ha indetto uno sciopero ad
oltranza al quale hanno aderito, oltre a insegnanti, edili, medici ed altre
categorie, soprattutto i braccianti delle piantagioni di banane.
Per circa un mese
il paese è stato attraversato da proteste, manifestazioni e blocchi stradali
anche con scontri con la polizia che ha attuato la repressione dei
manifestanti.
La crisi è andata
avvitandosi in uno scontro frontale sempre più aspro in quanto la
multinazionale statunitense Chiquita, proprietaria di numerose piantagioni nel
paese, ha disposto il licenziamento di 4.800 lavoratori giornalieri su un
totale di 7.000 dipendenti.
Il Tribunale del
Lavoro ha dichiarato illegale lo sciopero autorizzando anche l'allontanamento
dei raccoglitori dal posto di lavoro.
Il sindacato di
categoria dei bananieri, Sitraibana, ha reagito duramente alla decisione del
Tribunale dichiarando perfettamente legale lo sciopero e addossando tutte le
responsabilità delle proteste alla maggioranza parlamentare e al presidente
José Raul Mulino, entrambi di destra. Quest'ultimo ha inoltre preso le parti
della multinazionale statunitense ed ha definito "intransigente e
ingiustificato lo sciopero" minacciando lo Stato di emergenza nella
provincia di Bocas del Toro, epicentro delle proteste, in caso di prosecuzione
delle stesse.
Provvedimento che
ha poi realmente adottato il 28 maggio a carico della suddetta provincia aprendo
scenari imprevedibili alla crisi in atto.
Lo stato di Panama sta attraversando una fase storica delicata a causa delle rivendicazioni di Trump sull'omonimo Canale, delle forti proteste sociali che lo stanno scuotendo all'interno e delle ricadute negative sulla propria economia.
Lo stato istmico
è il 13° esportatore mondiale di banane e gli introiti derivanti, pari a 273
milioni di $ annui, costituiscono la seconda voce di ingresso di valuta
pregiata nel paese, dopo i pedaggi del Canale. Secondo quanto dichiarato dalla
Chiquita, la ex United Fruit Company, gli scioperi avrebbero causato danni
irreversibili per 75 milioni di $.
La vicenda in
corso a Panama è frutto delle caratteristiche economiche e sociali dei paesi
latinoamericani, in particolare di quelli dell'area centrale, nei quali le
oligarchie postcoloniali al potere saldano storicamente, i loro interessi a
quelli delle multinazionali estere, a discapito della grande maggioranza della
popolazione vessata da forti disuguaglianze interne e marcate ingiustizie
sociali.
Un caso
paradigmatico, quello in corso a Panama, della realtà latinoamericana nella
quale la struttura economica e sociale risulta, nella maggior parte dei suoi
paesi, ancora oggi quella ereditata dal colonialismo, determinando così le
condizioni strutturali affinché proteste, scontri e repressioni si ripresentano
ciclicamente a tutte le sue latitudini.
La
fondazione della United Fruit Company, ora Chiquita brand, prima multinazionale
dell’era contemporanea.
L’inizio della penetrazione economica degli Stati
Uniti in America Latina
L'imprenditore statunitense Henri Meiggs nel 1881 ottenne dal
governo del Costa Rica la concessione per la costruzione di una ferrovia. Il
nipote di quest'ultimo, Minor C. Keith, proseguendo l'opera dello zio decise di
piantumare alberi di banano lungo la ferrovia per nutrire i lavoratori; e quando
lo stato del Costa Rica non fu più in grado di finanziare i lavori, propone di
completarli in cambio di un'ampia porzione di territorio lungo la ferrovia che
avrebbe collegato le due coste del Paese. Keith ottenne così più di 3.000 km2
di terreno esentasse e il diritto di gestire la ferrovia fra San Josè, la
capitale, e Puerto Limon, sulla costa caraibica, per 99 anni e, una volta
completata la ferrovia, iniziò ad esportare banane verso gli Stati Uniti e
l'Europa. Divenendo gli affari sempre più propizi, Keith imbastì una proficua
collaborazione con Andrew Preston, proprietario della Boston Fruit Company, e
Lorenzo Dow Baker che portò alla fondazione nel 1899 della United Fruit Company
(Ufco), considerata la prima multinazionale contemporanea. Società abile a
costruirsi un vero e proprio impero bananiero sulle coste atlantiche
dell'America istmica e su quelle del Venezuela, della Colombia e dell'Ecuador.
Agli inizi del '900 la United Fruit
Company ottenne un vasto territorio sulla costa pacifica del Guatemala per la
coltivazione di banane e il diritto esclusivo di gestione del servizio postale
fra il Paese centramericano e gli Stati Uniti. Inoltre, fondò la
"Guatemalan Railroad Company" per la realizzazione della ferrovia fra
Città del Guatemala e Puerto Barros sulla costa atlantica, previo contratto di
utilizzo gratuito per 99 anni. Successivamente, la United Fruit sottoscrisse
contratti analoghi anche con altri Paesi latinoamericani dell'area tropicale che
prevedevano la costruzione di linee ferroviarie in cambio di grandi superfici
di territorio, nelle quali vennero create enormi piantagioni monocolturali di
banani, impiantate, a danno delle foreste pluviali, in prossimità delle coste
atlantiche del Centro e del Sud America, a pochi giorni di navigazione dagli
Stati Uniti.
Il successo economico della United
Fruit provocò consistenti danni ambientali e socio-economici a svantaggio dei
Paesi che le concedevano i territori, le cui strutture politiche all'inizio del
'900 risultavano instabili, autoritarie, di facile preda della corruzione e con
un'economia incentrata sul settore primario, con scarsità di capitali,
infrastrutture e servizi, non che con la maggioranza della popolazione in stato
di povertà. Presentando le condizioni ottimali per la penetrazione della United
Fruit, questi Paesi vennero, proprio in quel periodo, beffardamente definiti Repubbliche
delle banane, intendendo con tale termine un "finto regime repubblicano
dell'America Latina il cui potere è detenuto da un'oligarchia corrotta o da un
leader che usa metodi dittatoriali" asservito agli interessi degli Stati
Uniti.
Andrea Vento
28 maggio 2025
Gruppo Insegnanti di Geografia
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