Zitti e buoni e accontentatevi delle Briciole: questa in sostanza la comunicazione ai dipendenti pubblici

Forse siamo i soliti incalliti oppositori dello status quo, non siamo mai contenti e soddisfatti, ogni nostro giudizio è viziato da pregiudizi ideologici . 

Ma sotto i nostri occhi la realtà assume connotati ben precisi e preferiamo non subire le decisioni altrui specie se alla fine mettono mano al nostro portafoglio e condizionano il nostro stesso modo di pensare.

E' innegabile che ogni dipendente pubblico voglia il rinnovo di un contratto scaduto da 4 anni, lo desideri anche solo per recuperare un po' di arretrati, pochi soldi ma pur sempre utili.

Ma allo stesso tempo le continue pressioni per far passare l'idea che un contratto sfavorevole sia pur sempre preferibile a un contratto fermo  ci sembrano veramente indecorose e inaccettabili almeno se vogliamo difendere quanto resta della nostra dignità lavorativa.

Ad oggi gli stanziamenti nel bilancio 2025 prevedono aumenti dei sei per cento a fronte di una inflazione del 18 quindi due terzi di perdita secca per un solo triennio. 

Pensiamo di andare all'ipermercato e a fronte di 150 euro di spesa decidessimo di pagarne solo 120 per riprenderci il potere di acquisto perduto, saremmo subito fermati dai vigilantes e denunciati dalle forze dell'ordine.

Se invece un Governo decide di accrescere i salari accordando solo un terzo dell'aumento effettivo dei costi della vita, la sua azione è invece accettata e considerata normale, legale e magari virtuosa per i conti pubblici.

Al netto del paradosso provate anche a voi a rifletterci

 Le ultime dichiarazioni del ministro della Pubblica amministrazione Zangrillo parlano di aumenti del 9 per cento (ma è troppo chiederci con quali capitoli di bilancio?), una firma in estate inoltrata e  soldi in busta solo nel 2026 ossia a distanza di anni dalla scadenza naturale del CCNL.

La tempistica merita grande attenzione giusto per non essere tratti in inganno.

Nel secondo semestre 2024 esisteva già un accordo sulla parte normativa dei vari comparti della Pa ma a dividere le parti era l’offerta economica. Grave resta la convergenza sulla parte normativa di contratti che nel corso degli anni hanno sancito anche la perdita del potere contrattuale e meccanismi iniqui e diseguali ma ormai siamo abituati a posizioni arrendevoli da parte sindacale. Solo per fare tre esempi: è possibile scaricare sui fondi della produttività i costi delle funzioni apicali e la loro remunerazione erodendo alla fine il salario accessorio del personale? E le progressioni verticali in deroga non andrebbero gestite con criteri meno discrezionali? E il buono pasto fermo da anni a 7 euro non poteva essere accresciuto a 11 per affiancare i rinnovi contrattuali con una offerta economica di sicuro impatto?

A dicembre il Governo ha operato la scelta di destinare poche e insufficienti risorse ai contratti, poi ha sperato che le elezioni Rsu sancissero la vittoria dei sindacati complici per sottoscrivere, al ribasso, le intese, ora rinviano ogni decisione all’estate.

Zangrillo valuta un’erogazione unilaterale senza accordo sindacale visto che a detta sua “Cgil e Uil fanno politica sulla pelle dei lavoratori” , il sindacalismo di base è troppo ideologico mentre lui e la Meloni , in accordo con alcune sigle, vorrebbero invece tutelare, ironia della sorte attraverso cospicue perdite salariali, allontanando i contratti dal recupero del potere di acquisto.

E per capire meglio la situazione si parla di  sblocco dei fondi accessori che sappiamo non essere possibili per tutto il personale ma solo per una minoranza dello stesso, quello sblocco, senza fornire dati e prove, aumenterebbe del 3 per cento gli aumenti futuri dimenticando che gli stessi criteri di erogazione delle risorse sono per loro natura diseguali tra livelli ed Enti. Non troviamo traccia invece di una decisione, la sola auspicabile, quale la fine di ogni tetto di spesa in materia di trattamento economico per il personale della PA

E asserire poi che nel bilancio pubblico ci sono  già le risorse per le due tornate  contrattuali successive suona come una beffa se pensiamo che si prevede con la sfera di cristallo il costo futuro della vita quando la realtà ha fatto crollare le più tetre previsioni. Le previsioni per il triennio passate sono state tutte sbagliate

  

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