Manovra economica e Costituzione
ANCORA LA
COSTITUZIONE di FRANCO ASTENGO con una
nota di Felice Besostri
Come previsto
ci troviamo costretti ad occuparci nuovamente della Costituzione:
1)
Nella nota al DEF varata in questi giorni dal Governo con l’ormai
celeberrimo innalzamento del deficit al 2,4%, non si parla soltanto di cifre.
2)
Vi si legge infatti di rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta
e di abolizione del quorum nel referendum abrogativo;
3) Riduzione del numero dei parlamentari
4) Abolizione del CNEL
tutto questo
significa:
1)
Nella nota al DEF si tocca materia di valenza costituzionale e questo già
di per sé fuori dal mondo sotto l’aspetto del rispetto delle istituzioni e
indicativo gravemente delle intenzioni di promotori;
2) ricordato
che è cogente un esito referendario determinatosi il 4 dicembre 2016, ci
ritroviamo sulla stessa linea demolitrice del parlamento a suo tempo espressa
dal PD (R). Di conseguenza non si può non notare l’assoluta strumentalità e
doppiezza con cui sono stati indicati i “NO” in quell’occasione da parte degli
attuali contraenti il Patto di Governo;
3)
A sinistra si è mancata una clamorosa occasione di fornire risposta
politica a quegli almeno 3/4 milioni di elettrici ed elettori che, tra i 19
milioni di NO, avevano votato sul serio per difendere la Costituzione (molte/i
dei quali tornati al voto dopo un periodo di astensione e poi ripiombati nel
limbo – o peggio attirati dall’inferno – il 4 marzo 2018). E’ questa
una responsabilità estremamente grave che deve essere analizzata a fondo.
Nota dell’avvocato Besostri:
4)
L’avv. Felice Besostri, colui che
davanti alla Corte Costituzionale ha contribuito in misura decisiva ad
affossare prima il Porcellum e poi l’Italikum , in una sua nota fa notare come
,invece di ridurre le indennità parlamentari sulle quali si son sempre
calcolati i vitalizi si riducono i parlamentari a 350 deputati (attualmente
630) e 200 senatori (attualmente 315 + senatori di diritto e a vita) e precisa
come riducendo del 50% le indennità si risparmierebbe di più e sii avrebbero
parlamentari espressione del pluralismo e teoricamente più raggiungibili
dai cittadini. Questo governo prosegue sulla linea impostata da Renzi di
diminuzione ulteriore del ruolo del Parlamento (nel M5S in verità c’è chi pensa
addirittura all’abolizione della Camere e della democrazia rappresentativa).
5)
Insomma: ci troviamo costretti a parlare ancora
di Costituzione e nella sua parte più delicata, quella relativa alla forma
dello Stato e a quella di Governo.
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