Incarichi dirigenziali. Trova la differenza tra Bonanno e Madia

Non faro' altre inutili riforme epocali, erano le critiche alla Madia della neo ministra Bongiorno a fine primavera 2018, a distanza di poche settimane possiamo dire, senza timore di smentita, che  esiste piena continuità tra Brunetta. Madia e Bongiorno.
Dalle prime indicazioni della Riforma , la ennesima, della Pubblica amministrazione , e di cui abbiamo già parlato in Agosto, si capisce che Bongiorno riprende la via tracciata dal Pd proponendo incarichi brevi e a rotazione per i dirigenti pubblici.

La rotazione non esiste in gran parte degli enti pubblici anche laddove dovrebbe essere prevista per legge, in queste ore poi, dopo le notizie sulle Concessioni, apprendiamo quanto lenta sia stata la prassi statale per gli interventi di manutenzione. Ce la prendiamo, a ragione, con le privatizzazioni, ma altrettanta rabbia dovrebbe manifestarsi con quella inutile burocrazia per la quale tra occorrono due anni per l'inizio di lavori ritenuti urgenti.

La burocrazia imperversa e i tanti decreti di semplificazione sono stati sovente una cocente delusione, finalizzati solo a smantellare controlli e verifiche indispensabili per valutare la correttezza di operati e procedure seguite.

Esistono incarichi di responsabilità per i quali occorre esperienza o tempo per acquisirla, l'assegnazione degli incarichi dirigenziali negli enti locali avviene su scelta del sindaco e non sempre si guarda alle competenze, ai cosiddetti meriti. Poi esiste un altro problema rilevante, ossia l'intrusione della politica negli incarichi dirigenziali.

La soluzione non è quindi la durata degli incarichi (non vorremmo che una volta acquisite le necessarie competenze si cambiasse dirigente per averne uno piu' accondiscendente con il programma di mandato della Amministrazione vincente), la rotazione ben venga (ma anche altrove non solo per i dirigenti) ma soprattutto servono macchine organizzative funzionanti che (scusate il giro di parole)  per funzionare hanno bisogno di assunzioni, di rivedere competenze e profili professionali, ristabilire le dotazioni organiche e non stravolgere i fabbisogni reali di personale, ammodernare gli strumenti di lavoro e procedere con il ricambio generazionale. Sono queste le soluzioni reali per la Pubblica amministrazione.

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