SUPERFICIALITA' E INSIPIENZA
SUPERFICIALITA’ E INSIPIENZA di Franco Astengo
“Oggi è l'8 settembre. Una data particolarmente simbolica della nostra
storia patria, perché in quell'estate di 75 anni fa si pose fine ad un periodo
buio della nostra storia, culminato con la partecipazione dell'Italia a una
terribile guerra. Con l'8 settembre, inizia un periodo di ricostruzione prima
morale e poi materiale del nostro paese. Un periodo che è stato chiamato, con
la giusta enfasi, miracolo economico”
Questo è l’accenno
che il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana ha
dedicato alla memoria dell’8 settembre in un suo discorso pronunciato
all’inaugurazione della Fiera del Levante a Bari.
Appare un monumento
alla superficialità e all’insipienza di questa classe politica che pretende di
governare il Paese nell’espressione di una immediata rispondenza alla volontà
popolare.
Si tratta di un
segnale gravissimo di superficialità sul piano culturale che va stigmatizzato
con forza.
Nelle parole
pronunciate dal Presidente del Consiglio non si rinviene la parola “fascismo”
(edulcorato con “periodo buio”), non vi è cenno alla fuga ignominiosa della
Casa Regnante in allora e del Governo, dello sbandamento totale dell’esercito,
dell’invasione nazista durata al Nord fino al 25 aprile 1945, e soprattutto non vi è cenno della Resistenza
fattore decisivo della Liberazione del Paese e della costruzione dell’Italia
repubblicana.
La collocazione
storica, nel contesto del discorso del Presidente del Consiglio, al riguardo
del “miracolo economico” poi si commenta
da sé.
Penso che
l’antifascismo italiano debba esprimersi con grande chiarezza su questo tipo di
situazione che appare del tutto al di fuori da qualsiasi plausibile riferimento
storico e politico e di conseguenza inaccettabile perché pronunciata da chi
ricopre un incarico di così grande delicatezza e importanza.
C’è da riflettere
considerando anche che il Movimento cui fa politicamente riferimento il
presidente del Consiglio , ai suoi vertici immagina la fine della democrazia
rappresentativa e del Parlamento, sostituendo questi strumenti costituzionali,
cuore della democrazia repubblicana, con una forma ignota di “democrazia
diretta” nella quale sarebbero smarrite identità e memoria.
Personalmente ho
provveduto a far presente direttamente alla Presidenza del Consiglio queste
valutazioni, ma ritengo occorra una iniziativa ben più vasta che si unisca a
quelle già in atto rivolte a contrastare l’ondata razzista propugnata anch’essa da esponenti di questo Governo i
quali (pur tra frettolose retromarce) ritengono di collocarsi addirittura al di
sopra della legge.
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