I Giovani? Sempre meno pagati
n Italia esiste una emergenza salariale, i piu' colpiti sono i
giovani . La dinamica salariale degli ultimi anni andrebbe studiata bene
prima di cedere a luoghi comuni e ovvietà
Esiste una emergenza salariale e lavorativa per le giovani generazioni, vittime o di salari da fame e comunque fortemente penalizzati. I piu' colpiti? Hanno un'età tra i 15 e i 34 anni e guadagnano circa il 21% in meno rispetto alla media dei lavoratori e delle lavoratrici. Prendiamo ad esempio gli ultimi 10 anni, la tendenza ai bassi salari per i piu' giovani si è accentuata e parlano di 4 mila euro annui di differenza a livello di Cud tra un under 35 e un collega over 40.
Le cause delle disguaglianze vanno ricercate anche nei contratti degli ultimi 20 anni che hanno alimentato la spirale dei bassi salari, dei salari di ingresso accrescendo le disuguaglianze che saranno ancora piu' grandi al momento delle pensioni.
Siamo insomma il paese delle disuguaglianze crescenti, non solo tra vecchi e giovani, tra pensionati di oggi e quelli di domani, le differenze sono macroscopiche anche a livello regionale, al Sud le donne guadagnano il 20% in meno degli uomini e assai meno delle donne del centro nord, stesso discorso vale per i migranti o per i precari, percentuali che cambiano ma differenze pur sempre marcate.
E attenzione , queste situazioni appena descritte riguardano innumerevoli ambiti lavorativi e a prescindere dal titolo di studio.
I bassi salari sono il risultato delle dinamiche salariali degli ultimi lustri come del resto le disuguaglianze crescenti che fotografano un paese dove i poveri diventano sempre piu' poveri e i pochi ricchi vedono accrescere le loro ricchezze.
Siamo ormai il paese delle disugaglianze per nascondere le quali riprenderanno i discorsi sul costo del lavoro, sulle eccessive tassazioni sui nuovi assunti, tutti argomenti utili ad occultare una realtà che andrebbe aggredita con politiche di ben altro tipo da quelle attuali cosi' remissive rispetto alla Bce e ai dettami di Maastricht conto i quali eppur avevano tuonato, ovviamente a parole , in campagna elettorale.
Esiste una emergenza salariale e lavorativa per le giovani generazioni, vittime o di salari da fame e comunque fortemente penalizzati. I piu' colpiti? Hanno un'età tra i 15 e i 34 anni e guadagnano circa il 21% in meno rispetto alla media dei lavoratori e delle lavoratrici. Prendiamo ad esempio gli ultimi 10 anni, la tendenza ai bassi salari per i piu' giovani si è accentuata e parlano di 4 mila euro annui di differenza a livello di Cud tra un under 35 e un collega over 40.
Le cause delle disguaglianze vanno ricercate anche nei contratti degli ultimi 20 anni che hanno alimentato la spirale dei bassi salari, dei salari di ingresso accrescendo le disuguaglianze che saranno ancora piu' grandi al momento delle pensioni.
Siamo insomma il paese delle disuguaglianze crescenti, non solo tra vecchi e giovani, tra pensionati di oggi e quelli di domani, le differenze sono macroscopiche anche a livello regionale, al Sud le donne guadagnano il 20% in meno degli uomini e assai meno delle donne del centro nord, stesso discorso vale per i migranti o per i precari, percentuali che cambiano ma differenze pur sempre marcate.
E attenzione , queste situazioni appena descritte riguardano innumerevoli ambiti lavorativi e a prescindere dal titolo di studio.
I bassi salari sono il risultato delle dinamiche salariali degli ultimi lustri come del resto le disuguaglianze crescenti che fotografano un paese dove i poveri diventano sempre piu' poveri e i pochi ricchi vedono accrescere le loro ricchezze.
Siamo ormai il paese delle disugaglianze per nascondere le quali riprenderanno i discorsi sul costo del lavoro, sulle eccessive tassazioni sui nuovi assunti, tutti argomenti utili ad occultare una realtà che andrebbe aggredita con politiche di ben altro tipo da quelle attuali cosi' remissive rispetto alla Bce e ai dettami di Maastricht conto i quali eppur avevano tuonato, ovviamente a parole , in campagna elettorale.
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