L'elemento perequativo...

Pochi ricorderanno che nei contratti pubblici è stato previsto l'elemento perequativo per garantire quel recupero del potere di acquisto promesso ma non conquistato con gli ultimi contratti nazionali. Ora , arriva la notizia dell'Inps che l'elemento perequativo, in scadenza al 31 dicembre 2018, è valido ai fini contributivi , insomma per il conteggio della pensione, ma non porta alcun incremento al Trattamento di fine rapporto.  
  
E' del tutto evidente che l'escamotage del perequativo era stato pensato per raggiungere la quota di 85 euro medi  lordi di aumento, si tratta di pochi euro al mese erogato per 9 mesi e per periodi di lavoro superiori a 15 giorni o quando siamo in congedo o non è corrisposto lo stipendio tabellare, per aspettative non retribuite.

La questione di fondo non è tanto come definire l'elemento perequativo ma prendere atto che non si parla di elemento stipendiale, è una sorta di regalia che non rientra nelle cosiddette nozioni proprie della retribuzione e quindi non è un istituto contrattuale da calcolare anche ai fini del compenso per le indennità di turno, imponibile ai fini pensionistici ma senza concorrere ai  fini del Tfs o del Tfr.

Che ne sarà dell'elemento perequativo da 1 Gennaio 2019?

Avremo a quel punto i salari saranno in perdita e nel frattempo il contratto nazionale, siglato dopo 9 anni di blocco, sarà già scaduto. Ogni ulteriore parola crediamo sia superflua...

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