Immigrazione: i dati che sconfessano i luoghi comuni
L'immigrazione in Italia tra le mistificazioni delle destre e i dati dell'Istat
La
sconcertante dichiarazione di Fontana, il candidato leghista alla
presidenza della Lombardia, secondo la quale dovremmo "bloccare il
flusso dei migranti perché mette a rischio la sopravvivenza della razza
bianca" ha, non solo esaltato la malcelata matrice razzista del partito
di Salvini ma anche le strategie manipolatorie del fenomeno migratorio
finalizzate alla diffusione dell'odio interetnico da capitalizzare poi
in sede elettorale.
Una
breve disamina della situazione migratoria del nostro paese in base ai
dati ufficiali forniti dell'Istat ad inizio gennaio risulta doverosa per
ricondurre il fenomeno in questione all'interno di una cornice
realistica e per scardinare la strumentale disinformazione che diffusa
senza alcun filtro sui social media finisce per condizionare
negativamente l'opinione pubblica nazionale e scatenare reazioni
violente come la sparatoria di Macerata compiuta dal neofascista Luca
Traini, non a caso candidato per la Lega Nord alle ultime elezioni
municipali al comune di Corridonia.
Gli
stranieri residenti ad inizio 2018 nel nostro paese ammontano, secondo
l'Istat a 5.065.000 pari all’8.4% della popolazione, una quota inferiore
rispetto a quella registrata nel 2016 nei principali paesi dell'Europa
occidentale come Germania (10,5%), Regno Unito (9,5%) e Spagna (8,6%). L'immigrazione per il nostro paese è un fenomeno recente rispetto agli altri paesi europei: i cittadini stranieri sono infatti passati da 1.341.209 del 2002 a 4.922.085 del 2014 ma da quella data e Fontana ed il suo mentore Salvini non possono non saperlo sono stabili intorno ai 5.000.000 Gli immigrati che arrivano in misura decrescente (da 558.000 del 2007 a
130.000 del 2016) vanno ad incrementare l'esercito industriale di
riserva non qualificato, evidentemente così prezioso per un sistema
produttivo che, per uscire dalle secche post crisi in cui è ancora
impantanato (il livello del Pil è ancora inferiore di oltre il 7%
rispetto al picco di inizio 2008), ha puntato principalmente sull'export
(nel 2017 +7,3% secondo l'Ice) guadagnando quote sui mercati
internazionale facendo leva, invece che sull'innovazione tecnologica,
sul basso costo dei prodotti, ottenuto grazie alla politica di
contenimento salariale e di precarizzazione del lavoro. Anche questi
dati sfatano le "leggende" tendenziosamente diffuse sulla presunta
competizione fra la manodopera italiana, più istruita e qualificata, e
quella straniera, meno qualificata e disponibile per ogni tipologia di
lavoro.
Dei circa 5 milioni di stranieri residenti, 2,5 milioni sono cittadini europei,
di cui 1,5 comunitari e 1 milione di non comunitari, 1,1 milioni
provengono dall'Africa, (700 mila nord africani e 400 mila sub
sahariani), mentre 1 milione circa sono anche gli asiatici e 400 mila
gli americani. Cifre che smentiscono la suggestiva tesi dell'invasione
in atto dall'Africa tramite i barconi, appurato che il numero di
stranieri è stabile da 3 anni e che gli immigrati africani sono appena il 20% del totale. Le principali ricadute positive interessano tuttavia l'economia e le casse dello stato: nel 2016 gli stranieri hanno prodotto 131 miliardi di ricchezza pari all'8,9 del Pil, sia tramite lavoro dipendente ma soprattutto tramite le loro 675.000 aziende che hanno prodotto 102 miliardi di ricchezza. Dal punto di vista previdenziale, i lavoratori immigrati hanno versato nel 2016 11,5 miliardi di euro di contributi e hanno garantito il pagamento di ben 640.000 pensioni agli italiani. L’IRPEF versata dagli stranieri nel 2016 era di 7,2 miliardi di euro, pari al 4,6% del totale. Nel complesso lo stato fra quanto incassato dai cittadini stranieri e quanto speso per loro, compresa l'accoglienza e l'assistenza dei profughi, ha registrato un saldo positivo nel 2016 di 2,2 miliardi.
Il fenomeno migratorio rappresenta dunque una risorsa importantissima
per il nostro paese, oltre a costituire uno dei grandi fenomeni
strutturali della nostra epoca che necessita di essere adeguatamente
affrontato e governato. Coloro che con false narrazioni strumentalizzano
ad arte il fenomeno non fanno altro che diffondere xenofobia e razzismo
che vanno ad alimentare il senso di insicurezza degli italiani. Chi
grida "prima gli italiani" in realtà nei fatti mira a mantenere i
privilegi delle classi dominanti e a mettere in contrapposizione i
penultimi (gli italiani impoveriti dalla crisi) con gli ultimi (gli
stranieri). Il trionfo del capitalismo e delle sue ipocrisie.
Andrea Vento
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