SGB risponde all'assessore Bonanno sulla Polizia Municipale


In merito all'incontro odierno sulle problematiche della Polizia Municipale, sono emerse sicuramente notizie positive ma anche altre sulle quali aprire un confronto.
Positiva è l'ipotesi di trasferimento della caserma Pm in locali più idonei di quelli attuali della sesta porta, positivo è l'incremento della dotazione organica prevista con il prossimo piano occupazionale.Positiva è l'attenzione dell'AC verso le istanze della Pm ma ci sono anche altri aspetti critici, e negativi, che non possiamo tacere.

La futura riorganizzazione della Pm, per quanto non sia materia di contrattazione sindacale, deve coinvolgere il personale e la Rsu. Sicuramente chi scrive non ha le medesime idee dell'Amministrazione su degrado e sicurezza, sugli interventi necessari, e urgenti, per i quartieri popolari.

La futura dotazione organica, qualora venisse applicata la quota 100 rivedendo l'impianto della Fornero, potrebbe determinare il pensionamento di 20 unità, analoga situazione, con risultati ancora più gravi, si verificherebbe per i tecnici e gli amministrativi.
Auspichiamo ovviamente il superamento (per noi andrebbe cancellata ripristinando il calcolo dei contributi sul sistema retributivo più vantaggioso per i lavoratori e le lavoratrici) della Fornero ma permanendo tutti i vincoli vigenti in materia di spesa di personale difficilmente potremmo restituire agli uffici organici adeguati.

Siamo alquanto contrariati dall'idea che la Polizia Municipale possa, in futuro, essere sempre più strutturata su interventi e ruoli di pubblica sicurezza, o di nuclei antidegrado, siamo certi che vada rafforzato, e rivisto, l'impianto dei distaccamenti, auspichiamo che ci siano forze e interventi anche per combattere il lavoro nero nel territorio comunale.

Non siamo invece minimamente d'accordo su alcune affermazioni dell'assessore sulla presunta inerzia di alcune colleghe della Pm rispetto alla presenza nel centro storico di homeless. Pensiamo che molte ordinanze servano a vendere una immagine di sicurezza ma nella sostanza si tramutano nella lotta agli ultimi. Non pensiamo che la politica della sicurezza debba essere dettata dalle associazioni di commercianti o da nuclei di cittadini inclini alla militarizzazione.

Non è la miseria o la povertà la causa della mancanza di sicurezza e qualora lo fosse significa che la nostra società ha abdicato al ruolo di combattere le disuguaglianze e le condizioni di indigenza in cui nessuno dovrebbe trovarsi, almeno in una società degna di questo nome.

È arrivato il momento di declinare in senso diverso la nozione di sicurezza, lungi dalle semplificazioni dei daspo e di certe ordinanze
 
Di questo e dimolto altro ci auguriamo di parlare nei prossimi incontri

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