Emergenza sanità\umanitaria in Palestina



A fronte di una situazione umanitaria aggravata a Gaza e a massicci tagli agli aiuti annunciati dall’amministrazione USA, l’ONU ha evidenziato una significativa riduzione dei finanziamenti mentre tenta di affrontare le necessità umanitarie immediate a Gaza e in tutti i territori palestinesi occupati (TPO).
L’Ufficio ONU per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha chiesto il sostegno internazionale per rispondere all’aumento di vittime derivante dall’uso della forza da parte di Israele nel contesto delle continue proteste per la “Grande Marcia del Ritorno”. Dal 30 marzo sono stati uccisi 179 palestinesi (compresi 29 minori), in maggioranza durante le manifestazioni. Sono stati feriti più di 19.000 palestinesi, metà dei quali portati in ospedale:
“Il gran numero di vittime tra dimostranti disarmati che non rappresentavano alcuna minaccia imminente mortale o di ferite letali per i soldati israeliani, compresa un’alta percentuale di manifestanti colpiti da proiettili veri, ha suscitato preoccupazioni riguardo all’uso eccessivo della forza.”
L’OCHA mette in guardia per la crescente disperazione a Gaza, e queste vittime vengono prese in carico da un sistema sanitario che deve affrontare difficoltà croniche:
“Il settore sanitario di Gaza sta collassando in seguito al blocco [israeliano] ormai arrivato agli 11 anni, alla crescente divisione politica tra palestinesi, alla crisi energetica, all’inconsistente e ridotto pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici e alla crescente riduzione di medicinali e sussidi medici monouso.”

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http://zeitun.info/2018/09/15/lonu-il-settore-sanitario-di-gaza-sta-collassando-tra-lindifferenza-internazionale/

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