Ilva: un pessimo accordo che segna la nuova era consociativa

Dopo il risultato sindacale deve ripartire la mobilitazione per la salute e per il lavoro
Potere al Popolo considera che nonostante il risultato sindacale,  all’Ilva ci sia stata una sconfitta per il sistema industriale e produttivo del paese, con la cessione  alla multinazionale Arcelor Mittal di un’azienda strategica.....

Inizia cosi' il comunicato stampa di Potere al Popolo che benedice l'intesa sindacale e rilancia la iniziativa sul fronte ambientale con un attacco al Governo. Un modo singolare per ignorare la portata negativa dell'intesa spostando la polemica sul Governo e pensando cosi' di deviare l'attenzione sulla firma dell'accordo. Chi ha sottoscritto l'accordo sapeva di farlo a precise condizioni accettando la mancata nazionalizzazione, la rinuncia a riconvertire l'impianto e a salvare i padroni

Sono trascorsi oltre 30 anni da quando si consumava la contrapposizione tra le problematiche ambientali e le istanze occupazionali, negli anni ottanta la miopia del sindacato ha portato a sottovalutare la pericolosità, per l'uomo e l'ambiente, di certe produzione accettando qualunque accordo a perdere per salvaguardare i posti di lavoro.

 Eppure erano proprio gli operai le prime vittime delle produzioni di morte, lo stato rinunciava alle bonifiche e alle riconversioni finanziando al contempo la cassa integrazione. Non solo le fabbriche di morte non venivano chiuse, se non erano i padroni a deciderlo per delocalizzare la produzione in paesi dove le normative ambientali erano\sono inesistenti, non solo venivano rinviate le bonifiche (a distanza di tanti anni innumerevoli sono ancora i siti inquinati\nti ) ma il sindacato diventava la cinghia di trasmissione di interessi forti ottenendo in cambio posti di lavoro per i fedelissimi, permessi sindacali incontrollati in cambio di zero conflittualità in azienda.

Questo modello , che potremmo definire collaborazionista o consociativo ,  ha prodotto danni nefasti  alla conflittualità nei luoghi di lavoro e alle tematiche legate alla salute e sicurezza, ha indebolito il ruolo dello Stato  addomesticato il sindacato ai voleri padronali tralaasciando salute e alla sicurezza.

Nasce anche da questa contraddizione l' approccio tecnico e sterile alla sicurezza nei luoghi di lavoro, si sviluppa con queste ingannevoli e fallaci premesse il ruolo subalterno dei rappresentanti alla sicurezza nei luoghi di lavoro.

 Ancora a caldo proviamo allora a riflettere sull'accordo in Ilva sottoscritto non solo dai sindacati tradizionalmente amici ma anche dalla Fiom e da Usb.

A Taranto solo 8200 saranno gli operai assunti da ArcelorMittal ma quanti ne restano fuori? Piu' o meno 2800  che  vorrebbero utilizzare in una sorta di bonifica e  in corsi di formazione. In secondo piano la Cigs che potrebbe essere invece il futuro per gran parte di questi operai ma una volta esauriti gli ammortizzatori sociali che ne sarà di loro? 

ArcelorMittal decide chi resta fuori,  anche nel caso dello stabilimento Genovese non ci sono garanzie sufficienti  per cui esultare alla firma dell'accordo, nulla vale per le migliaia di lavoratori dell'appalto, poi ci sono troppi ostacoli al cosiddetto esodo volontario con incentivo il cui importo varia a seconda del momento in cui sarà erogato. 

Sfugge a molti la gestione del pdr, il premio di risultato, criticato  pochi mesi fa anche da chi oggi lo venera, costruito sulla base delle indicazioni dell'ultimo ccnl meccanici e sulle peggiori indicazioni confindustriali. In qualunque modo lo si legga, quest'accordo è sulla falsariga dell'accordo sulla rappresentanza del Gennaio 2014.

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