Dai fannuloni agli sprechi:prontuario di luoghi comuni contro il pubblico impiego

Chi non vorrebbe combattere sprechi e inefficienze? Chi non sarebbe disposto a lavorare in ambienti piu' sani offrendo migliori servizi alla cittadinanza?
Sono domande semplici alle quali qualunque persona normodotata non avrebbe difficoltà a rispondere. Ma quando la lotta agli sprechi diventa terreno di facile retorica, allora iniziamo a preoccuparci perchè nel Programma di Governo trovava ampio spazio il  «taglio agli sprechi»  ma in teoria per restituire dignità e sostanza ai servizi pubblici quando invece oggi scopriamo che è finalizzata alla Flat Tax (ma non solo per essere obiettivi) che farà pagare meno tasse ai redditi elevati. Il rischio che corriamo è elevato, combattere gli sprechi per favorire la bassa tassazione dei redditi piu' alti, sicuramente vale la pena combattere gli sprechi e le inefficienze ma per altri obiettivi come abbattere le liste di attesa per visite e diagnosi mediche.
Si parla poi di «appropriato e limitato ricorso al deficit»,  nessuna rottura rispetto a quei lacci e lacciuoli imposti da Bruxelles e oggi giustificati da chi è andato al Governo dicendo agli elettori che li avrebbero rimossi. E in questi scenari si torna a parlare di  «spending review», dei tagli da apportare agli sprechi senza mai spiegare dettagliatamente cosa si intenda per sprechi. Dati alla mano per sprechi si intendono i consumi della Pa, i salari pubblici e la spesa scolastica e sanitaria, ma possibile che si considerino tagli gli investimenti sociali ?
Il vero problema è allora un altro, la manovra di autunno del Governo ha bisogno di soldi per operazioni in parte condivisibili(la quota 100 o il reddito sociale anche se dovremo leggere e capire come intendono attuarli) e altri assolutamente negativi come la spending review. E per fare cassa, ecco tornare il leit motive degli sprechi , il ritornello della «revisione della spesa» che poi si abbatte sugli stipendi di 3, 2 milioni di dipendenti pubblici, sulla contrazione degli appalti che si ripercuoterà su altre migliaia di lavoratrici e lavoratori, sui finanziamenti al sociale, alla scuola e alla sanità. I soldi mancano ma invece di combattere l'evasione fiscale o le speculazioni finanziarie si fa cassa con il pubblico, come lo si è fatto con i governi del Pd o del centro destra.

E a tale scopo, ecco arrivare i rapporti secondo i quali piu' dell'85% della spesa sarebbe assorbita dal personale, giusto per motivare le mancate assunzioni negli ospedali o per la manutenzione di strade, scuole e territorio. E' forse questo il modo con cui si concretizza la lotta agli sprechi? Togliendo altri fondi ai Comuni per poi sbandierare la parabola securitaria nelle periferie?

Nelle prossime settimane avremo un quadro piu' chiaro ma se le premesse sono quelle appena descritte, c'è poco da stare allegri soprattutto perchè a esultare troviamo Confindustria che annuncia tagli da tempo auspicati e mai realizzati.

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