Appello del Comitato Docenti Esternalizzati e Precari Prato

 

Prato 13 settembre 2020

Lettera aperta all’Assessore all’istruzione pubblica Ilaria Santi,

al sindaco Biffoni e al presidente della Provincia Francesco Puggelli.

Siamo dei docenti esternalizzati e scriviamo questa lettera per chiedere pubblicamente un incontro riguardo all’avvio delle procedure di internalizzazione delle figure esternalizzate legate all’istruzione a Prato. La richiesta fa seguito alle dichiarazioni rispetto alla volontà di risolvere la situazione che l’Assessore all’Istruzione ha portato in piazza lo scorso 25 giugno, alle posizioni pubbliche dal Sindaco Biffoni rispetto alla necessaria riapertura della scuola in sicurezza e al sostegno che il Presidente della Provincia Francesco Puggelli ha mostrato verso i docenti precari.

L’emergenza COVID-19 ha portato alla luce, tra le altre, anche contraddizioni insite nell’affidamento, quasi sempre esternalizzato, dei corsi di italiano L2 nella scuola pubblica. Le numerose figure professionali formatesi per l’insegnamento dell’italiano L2 svolgono una funzione determinante per garantire il diritto allo studio, all’istruzione, all’educazione, alla relazione, alla socialità e all’inclusione degli alunni. Un servizio fondamentale per la nuova scuola pluriculturale, e di affiancamento e formazione per il docente curricolare. 

A tutti gli effetti queste figure, sempre più indispensabili nelle istituzioni scolastiche, ricoprono un ruolo e funzioni di par dignità a quello dei docenti curricolari. Questo è vero in termini di responsabilità e mansioni ma non di trattamento salariale. I docenti di italiano L2, infatti, sono assunti come esterni; la gestione del servizio è affidata agli enti locali, spesso attraverso le cooperative, le quali non rispettano il diritto ad una corretta retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa come previsto dall’art. 36 della Costituzione (molto spesso l’ente procede al pagamento in favore del soggetto gestore del servizio di una quota oraria non in linea con quanto prevede il CCNL di riferimento)

Le cooperative sotto inquadrano i docenti L2, gli educatori e gli operatori sociali, o affidano ai singoli professionisti attraverso partita iva diretto, con contratti che non prevedono tutele in casi di malattie o, appunto, emergenza. A seguito della chiusura delle scuole prevista dal Decreto di marzo, numerosi docenti di italiano L2, assunti direttamente come singoli o assunti attraverso cooperative, sono rimasti a casa e non hanno percepito lo stipendio, uno stipendio che già di per sé è decisamente inferiore rispetto a quello dei docenti interni, allo stesso modo degli educatori che lavoravano sul sostegno. Ancora una volta in più, quindi, quest’emergenza porta a galla le falle del sistema. La presenza di stranieri nella scuola italiana non è più, ormai da anni, un’emergenza ma è un dato strutturale e come tale va trattato e va istituzionalizzata la sua gestione. Il sistema scolastico nazionale avrebbe dovuto prevedere, e sulla carta ha previsto, una cattedra/una classe di concorso, la famosa A23, per assumere i numerosi esperti del settore. Nella realtà nessuna scuola attinge a questa classe di concorso e il motivo è che l’accesso richiede requisiti che molti docenti non hanno, dimostrazione che la classe è stata creata per arricchire le Università e non per normalizzare la condizione lavorativa delle molte persone che da anni svolgono questo lavoro nelle scuole. Chiediamo quindi pari trattamento e pari dignità ai docenti interni e torniamo a chiedere l’accesso alla classe A23, rivista nei suoi requisiti di accesso e aperta ad assimilare chi già lavorava con le certificazioni che fino a ieri sono state ritenute professionalizzanti per questo lavoro.

Ci uniamo, chiaramente, alla lotta dei precari della scuola nella richiesta della stabilizzazione

È necessario quindi 

        garantire il diritto alla massima tutela possibile per gli alunni e  la stabilizzazione di tutti i docenti esternalizzati (siano essi educatori sul sostegno, lettori di lingua o insegnanti di italiano L2) che da diverso tempo lavorano a fianco degli alunni.

        Snellire le procedure di selezione del personale che ha ormai maturato esperienza e svolge la professione presso la scuola pubblica

        Uscire dall’emergenza dall’abuso del precariato e delle cattedre vuote, con ripercussioni sugli alunni che ad ottobre non hanno ancora un docente 

        Uscire finalmente dal precariato che lede la continuità didattica e costituisce un abuso dei contratti a termine procedendo con l’assunzione dei precari

Si richiede con urgenza l’internalizzazione delle figure professionali che operano nel settore scolastico per porre fine alla discrepanza tra gli studenti cosiddetti “normali”, gli studenti diversamente abili, i plusdotati, gli alunni con specifiche difficoltà di apprendimento, gli alunni stranieri di prima e seconda generazione.

Perché la didattica inclusiva è questo. Tutti gli alunni hanno diritto di avere gli stessi diritti e di poter fruire di tutti i servizi che li possano portare ad un apprendimento sereno e adeguato alle loro esigenze e ai loro bisogni.

Comitato Docenti Esternalizzati e Precari Prato

 

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